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Centro Nazionale per l'Informatica nella Pubblica Amministrazione

 


 

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I ciechi e l'informatica

Di Tommaso Daniele

1. Il ruolo dell'Unione Italiana dei Ciechi

L'Unione Italiana dei Ciechi, organizzazione non lucrativa di utilità sociale, ha intuito con largo anticipo l'importanza che l'informatica rivestiva in relazione alle possibilità dei ciechi, ma anche degli altri portatori di minorazioni visive, di ampliare la propria sfera di autonomia, soprattutto all'accesso autonomo ai testi, e perciò allo studio, alla cultura, all'informazione, senza trascurare il normale uso che dell'informatica fanno i normodotati.

Di fronte al sostanziale disinteresse delle strutture pubbliche, che ritenevano l'idea peregrina, ed anche dell'imprenditoria potenzialmente interessata, l'Unione Italiana dei Ciechi nel 1992 costituì il Centro Nazionale Tiflotecnico perché operasse nel settore tecnico specifico per il cieco (da qui il nome, dal greco "tiflos"), nella convinzione che le attrezzature che si andavano pian piano imponendo potessero essere utilizzate anche dai ciechi, con periferiche idonee a trasformare gli allora "fosfori verdi" dei monitor in sensazioni tattili e in espressioni sonore.

In un primo tempo l'azione del Centro, nel campo dell'informatica, consistette nell'individuare sul mercato internazionale, ma soprattutto nelle istituzioni per i ciechi, quale fosse lo stato dell'arte nel settore della produzione di materiale idoneo. Sostanzialmente il Centro Nazionale Tiflotecnico aprì il mercato ed anche imprenditori privati iniziarono a distribuire il materiale disponibile sul mercato, per lo più estero, in primo luogo le piccole stampanti in Braille per uso personale, complete di software per le transcodificazioni da caratteri normali, nonché i moduli Braille per l'accesso alla memoria del computer, sempre con transcodificazione, in modo da consentire ai ciechi di "leggere" dal computer. In realtà la lettura avviene dalla memoria, per cui non è raro vedere un cieco usare il computer senza accendere il monitor.

2. Informatica e Braille

Così la tecnologia, che utilizza apparecchi sempre più validi, maneggevoli e affidabili, ormai quasi esclusivamente elettronici, consente ai non vedenti il completo accesso al personal computer e ai sistemi informatici di ogni tipo. È risaputo quanto sia fondamentale, per chi non vede, il metodo di scrittura e lettura basato sul tatto. È stata questa splendida intuizione di Louis Braille che nel 1825 ideò il metodo di lettura e scrittura basato sul punto in rilievo. Utilizzando, perciò, l'insieme di sei o otto punti variamente combinati tra loro, chi non vede può accedere alla lettura di testi scritti in qualsiasi lingua, nonché delle notazioni musicali e matematiche.

In proposito va sottolineato come l'utilizzazione del computer da parte dei ciechi non solo non ha contrastato l'uso del Braille ma, al contrario, ha dato un nuovo vigore a questo tipo di scrittura che veniva da molti, vedenti e non, considerato ormai superato. Il Braille informatico, detto "labile" perché i caratteri scompaiono man mano che vengono letti, ha ovviato al più rilevante difetto della scrittura Braille, cioè il notevole volume dei testi. Basti pensare che ogni pagina normale si trasforma in tre/cinque pagine di Braille, che richiedono un supporto cartaceo di formato maggiore (di norma A3) e di spessore almeno doppio/triplo di quello dei normali fogli da stampa.

3. I display Braille

Conseguentemente è stato messo a punto un display Braille che, collegato al personal computer, riproduce in rilievo il contenuto dello schermo, in modalità testo. È un'apparecchiatura che consente l'utilizzo del PC con un minimo di 20 fino a 80 e più caratteri Braille. Il sistema permette al non vedente di esplorare l'intero schermo attraverso tasti di comando che sono parte integrante del display. Nei modelli più sofisticati si possono trovare display a due righe Braille una orizzontale e una verticale per una più completa ed immediata lettura dello schermo.

Questi terminali Braille sono generalmente molto costosi, poiché si ha necessità di utilizzare materiali molto sofisticati che però siano in grado di garantire la massima affidabilità e l'assoluta certezza che quanto presente sullo schermo sia esattamente riprodotto in Braille.

4. La realizzazione di elaborati

Le ultime generazioni, prodotte e distribuite in proprio dal Centro Nazionale Tiflotecnico e dalle sue filiali, implementano soluzioni che ne permettono l'uso come block notes, agenda appuntamenti, calcolatrice scientifica, rubrica telefonica, ecc. I ciechi possono così procedere alla utilizzazione del computer per la produzione di testi, sia con la normale tastiera (che chi non vede usa con grande facilità e velocità), sia attraverso le speciali tastiere Braille, di cui sono dotati i notes Braille elettronici, facilmente collegabili al computer. Così i ciechi sono autonomi nella composizione di elaborati, da stampare sia in caratteri normali che in Braille.

Il Centro Nazionale Tiflotecnico ha sempre assicurato, e tuttora assicura, la più ampia disponibilità dei più vari prodotti, ed esercita una efficace opera di calibrazione dei prezzi conseguendo la più ampia diffusione di tali apparecchiature.

5. Il riconoscimento dei testi

Soddisfatta l'autonomia di elaborazione di testi, resta la necessità di riconoscere e di leggere i testi già stampati. Ciò è possibile servendosi dell'I.C.R. (Intelligent Character Recognition), cioè uno scanner corredato di software di riconoscimento dei caratteri in grado di essere presentato sullo schermo sempre in modalità testo, gestibile attraverso i mezzi protesici precedentemente indicati: il display Braille, la sintesi vocale ed i programmi di ingrandimento caratteri per gli ipovedenti.

Il sistema consente, grazie allo scanner, di rilevare l'immagine del testo stampato e trasferirlo su personal computer, mentre l'apposito software di riconoscimento caratteri provvede ad identificare, dell'immagine suddetta, tutto il testo, carattere per carattere, da memorizzare nel formato desiderato su un dispositivo magnetico. A questo punto il testo potrà essere letto o stampato come un normale archivio da chiunque digitato.

OBR (Optical Braille Recognition) è un sistema di riconoscimento ottico del Braille stampato. Permette l'acquisizione tramite scanner e successiva visione in nero sullo schermo del P.C. di stampati in Braille e, inoltre, dà la possibilità di riprodurre o copiare libri in Braille anche quando si è sprovvisti dell'originale in nero.

Il numero e la varietà degli strumenti tiflotecnici, oggi esistenti, testimonia che la ricerca e la creatività in questo settore possono contribuire a risolvere molti problemi.

I costi rimangono tuttavia ancora troppo elevati, a causa della richiesta limitata e del difficile coordinamento della produzione. In realtà gli strumenti tiflotecnici, indispensabili per le esigenze della riabilitazione di base, quali la mobilità e la comunicazione, lo studio e il lavoro, dovrebbero essere completamente a carico dello stato. Infatti l'autonomia offerta alla persona che non vede è vantaggiosa per l'intera collettività, non soltanto perché potrebbe ridurre sensibilmente i costi dell'assistenza, ma anche perché consentirebbe al cittadino handicappato visivo di esprimere il meglio di se stesso in ogni settore produttivo.

6. I problemi della grafica

L'avvento della grafica nell'utilizzo del personal computer, però, sta creando molti problemi che potranno essere risolti solo con la tenacia, con l'impegno che hanno sempre contraddistinto l'Unione Italiana dei Ciechi in oltre ottant'anni di attività.

Intorno a queste difficoltà si sta sviluppando una notevole speculazione che tende a fare acquistare agli utenti nuovi ausili. È sicuramente possibile sfruttare gli attuali dispositivi ed è proprio per questo che l'Unione Italiana dei Ciechi dovrà seguire con la solita attenzione con un maggiore sforzo l'evoluzione di tale situazione. Presso i suoi centri, a prezzi assolutamente vantaggiosi, è possibile acquistare tutti gli strumenti dei quali si è data una sommaria descrizione. A tal proposito, nel tentativo di sfruttare al meglio le prestazioni ancora limitate degli screen reader che permettono di utilizzare Windows 95/98, ME, 2000 e NT, la Unione sta operando in funzione di Beta Test con Microsoft Italia allo scopo di garantire ai ciechi soluzioni standard in grado di eliminare (per quanto possibile) le problematiche attualmente presenti.

Su tutti questi prodotti il "Centro" è in grado di garantire un'assistenza puntuale ed immediata, pur tenendo conto delle difficoltà che sono proprie della distribuzione non capillare; una distribuzione capillare, infatti, genererebbe ulteriori costi che si abbatterebbero sull'utente finale.

7. Informatica e sordociechi

Il Centro Nazionale Tiflotecnico, da ultimo, valutando le gravissime difficoltà in cui versano soggetti che oltre la minorazione visiva presentano handicap aggiuntivi quali sordità o altro, ha realizzato "BRAICOM" strumento che, oltre a contenere tutte le funzionalità del terminale Braille portatile di cui sopra, permette loro una comunicazione diretta sia con ciechi o sordo-ciechi che con persone normodotate.

L'apparecchio infatti, attraverso un processo di comunicazione senza fili, può collegare attualmente (con possibilità di espansione) 32 utenti tra loro permettendo così di eseguire anche lezioni di gruppo. Un particolare software appositamente sviluppato consente a "BRAICOM" di comunicare oltre che con tutti gli apparecchi gemelli, anche con qualsiasi tipo di personal computer.

8. Le sintesi vocali

Chi non conosce il Braille, e questo accade soprattutto a chi è divenuto cieco in età non più giovane, ha spesso la necessità di giovarsi della lettura da parte terzi; per soddisfare questa sua esigenza sarà sufficiente collegare al suo computer il sintetizzatore di voce, uno strumento capace di riprodurre le parole in lingua italiana, o, nel caso lo si voglia, in altre lingue, a vocabolario illimitato. Anche questo sistema consente ai minorati della vista di poter leggere l'intero schermo del personal computer nel modo desiderato: carattere per carattere, riga per riga, parola per parola, oppure il contenuto complessivo. In questo modo anche ad un cieco assoluto che, per vari motivi non conosca il sistema Braille, è concessa la possibilità di sfruttare tutte le potenzialità offerte dalle applicazioni informatiche.

L'Unione Italiana dei Ciechi, se da una parte ha introdotto nel mercato, anche progettando e producendo in proprio, ed esercitato funzioni di calmiere, dall'altra è riuscita a far inserire nel nomenclatore tariffario (ausili e protesi del servizio sanitario nazionale) i principali ausili informatici ora ricordati, in un primo tempo mediante contributo ed ora a totale carico delle ASL.

9. L'I.Ri.Fo.R.

Se da un lato l'Unione Italiana dei Ciechi, attraverso il Centro Nazionale Tiflotecnico, promuoveva l'introduzione e la distribuzione di ausili informatici, la loro diffusione era però condizionata dalla carenza di formazione all'uso delle tecnologie informatiche e degli ausili.

L'Unione, consapevole della insufficienza della attività, pur meritoria, delle istituzioni per Ciechi, scarsamente distribuite sul territorio e tendenzialmente istituzionalizzate ed istituzionalizzanti, nel 1991 creò l'Istituto per la Ricerca, la Formazione e la Riabilitazione (I.Ri.Fo.R. Onlus) deputata fra l'altro alla formazione informatica dei ciechi ed ipovedenti in tutto il territorio nazionale. L'I.Ri.Fo.R., infatti ha ben 15 strutture regionali ed oltre ottanta strutture provinciali.

L'azione dell'I.Ri.Fo.R. è basata sul principio di portare la formazione là dove occorre, evitando viaggi ed istituzionalizzazione dei formandi, che appartengono comunque a tutte le fasce d'età. Si pensi che nei suoi dieci anni di vita l'Istituto ha svolto oltre 200 corsi formativi di informatica, con un totale di circa 2.600 partecipanti e ben 200.000 ore di attività. I percorsi formativi hanno riguardato la alfabetizzazione, informatica, ma anche l'utilizzo dei più avanzati e raffinati strumenti e programmi di informatica, dalle sintesi vocali ai display Braille, dai notes elettronici agli screen reader, dalle interfacce grafiche ai sistemi di navigazione in internet ed all'utilizzazione del giornale elettronico. Ciò naturalmente anche ai fini della creazione di nuovi sbocchi professionali, oltre che per l'ampliamento della sfera di autonomia personale. Infatti, ricerche da più parti effettuate hanno dimostrato la grande potenzialità di iniziative dirette all'inserimento professionale dei ciechi ed ipovedenti in quei settori (in particolare del secondario e del terziario anche avanzato) in cui l'informatica va assumendo un ruolo sempre più dominante con continua evoluzione dinamica delle aree di professionalità.

Le attività di formazione, rivolte a soggetti con handicap visivo, debbono avere perciò presente il quadro tecnologico esistente, tenendo conto della ricordata scarsa modificabilità delle diversificate realtà organizzative aziendali (che costituisce un non lieve impedimento all'inserimento dei disabili), e alla conseguente esigenza dell'obiettivo della massima possibile autonomia degli handicappati nell'ambiente di lavoro, quale presupposto di una attività lavorativa efficiente e produttiva. Ciò comporta la formulazione di progetti formativi ad alto contenuto di specificità rispetto alle attività formative dei normodotati, nonché di personalizzazione, tenuto conto della presenza di singole attitudini professionali nei soggetti con handicap visivo.

Le ricerche effettuate dall'I.Ri.Fo.R. hanno portato al riconoscimento di nuove qualifiche professionali, basate sull'uso degli ausili informatici. L'azione formativa dell'I.Ri.Fo.R. ha anche coinvolto, sempre nell'uso degli ausili informatici, molte centinaia di insegnanti di sostegno e curricolari, in modo da facilitare l'uso da parte di scolari e studenti di ogni ordine e grado, dalla scuola elementare fino all'università. L'I.Ri.Fo.R. ha formato all'uso ed alla introduzione degli ausili informatici, fra l'altro i primi tutors universitari, in collaborazione con l'Università di Urbino.

10. Web e accessibilità

Si è accennato alle difficoltà che comporta per i ciechi l'introduzione, sempre crescente, della grafica nei programmi informatici. In particolare il problema è evidente nei siti internet, sempre più basati sul sistema flash, assolutamente inaccessibile con le attuali periferiche per i minorati visivi.

Il problema è stato posto, già nel 1999, dall'Unione Italiana dei Ciechi, anche in sede europea attraverso i propri rappresentanti nell'Unione Europea dei Ciechi (EBU) e nel Consiglio Europeo. Le azioni portate avanti in tal senso, anche dalle altre organizzazioni dei disabili, hanno ottenuto l'emanazione da parte della Commissione Europea di un documento sull'e-government, successivamente approvato dal Comitato Interministeriale per la Società dell'Informazione e della Conferenza Unificata Stato - Regioni - Città - Autonomie Locali, contenente indicazioni sulla accessibilità dei siti web delle pubbliche amministrazioni da parte di individui affetti da disabilità fisiche o sensoriali, ovvero condizionati dall'uso di strumenti con prestazioni limitate.

Gli indirizzi sono stati recepiti dal Dipartimento della Funzione Pubblica della Presidenza del Consiglio che ha diramato in tal senso, la circolare n. 3/2001 del 13 novembre 2001, diretta alle amministrazioni statali.

11. Le norme AIPA

Dal canto suo l'AIPA ha emanato direttive specificamente per l'accessibilità dei siti web e delle applicazioni informatiche a persone disabili, con circolare n. 32 del 6 settembre 2001. L'AIPA ha anche pubblicato, nel proprio sito, una ampia selezione di suggerimenti, riferimenti ed indirizzi sulla accessibilità. L'Autorità si è ripromessa di aggiornare annualmente le norme tecniche emanate, in relazione alle esigenze mantenute, ai suggerimenti ed osservazioni ricevute, nonché all'evoluzione delle tecnologie specifiche.

A seguito delle direttive del governo e dell'AIPA svariati siti web pubblici sono stati resi accessibili o sono in via di esserlo. L'accessibilità è garantita o mediante la integrale trasformazione dei siti, o tramite la creazione di una sezione accessibile. È evidente, al riguardo, che la creazione di siti "paralleli" accessibili non appare la migliore, poiché tende, sia pure a buon fine, ad una sostanziale emarginazione. Del resto tale soluzione non è giustificabile con la esigenza di utilizzo di soluzioni grafiche, per rendere i siti più gradevoli e suggestivi. La presenza di grafica, infatti, non è incompatibile, ove rispetti le norme tecniche sulla accessibilità emanate dalla Funzione Pubblica e dall'AIPA.

12. Prospettive per il futuro

È stato evidenziato come la sempre più accelerata evoluzione dei programmi operativi e degli apparati hardware crei sempre nuovi problemi di utilizzo da parte delle persone con disabilità, in special modo sensoriale visiva.

Appare perciò necessario che vengano emanate norme vincolanti affinché, sin dalla progettazione, i nuovi programmi, apparati e siti siano strutturati con funzioni speciali che li rendano utilizzabili dai disabili, senza che si debba attendere la successiva realizzazione di applicazioni che li rendano usabili.

È questo un impegno dell'Unione Italiana dei Ciechi, che la società civile non potrà non recepire.



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