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L'accessibilità nella Società dell'Informazione

L'accessibilità nella Società dell'Informazione

Prof. Ing. Pierluigi Ridolfi - Componente CNIPA

SMAU - 3 ottobre 2003

Il problema dell'accessibilità

L'intervento illustra le attività del CNIPA in materia di facilitazione all'accesso delle informazioni e degli strumenti informatici. È un tema di particolare attualità proprio in questo 2003, proclamato dalla Unione Europea come "anno del disabile".

Il contributo che stiamo portando è verso una Società dell'Informazione per tutti, senza esclusi:

  • l'informazione è sempre più un bisogno fondamentale;
  • la tecnologia è sempre più il mezzo per scambiare, conservare e creare l'informazione.

L'accesso alle tecnologie digitali rappresenta perciò:

  • una crescente opportunità di conoscenza, istruzione, lavoro, informazione, intrattenimento;
  • un diritto primario per tutti i cittadini, nessuno escluso.

Esempi di problemi di accessibilità da parte di persone con disabilità:

  • insufficiente capacità di lettura delle pagine web da parte di un ipovedente;
  • totale incapacità di lettura delle pagine web da parte di un non vedente;
  • difficoltà nell'utilizzo della tastiera e del mouse da parte dei disabili motori;
  • difficoltà nell'utilizzo di un telecomando per televideo da parte di disabili motori.

La dimensione del problema

I portatori di disabilità sono una rilevante componente della società che deve trovare piena cittadinanza grazie anche a politiche basate sulle tecnologie della comunicazione e dell'informazione:

  • in Europa ci sono 37 milioni di persone portatrici di disabilità;
  • in Italia poco meno di 3 milioni di persone, oltre il 5% della popolazione sopra i sei anni e ben il 19% della popolazione sopra i 65 anni, sono portatrici di significativi elementi di disabilità.

Le tipologie di disabilità che ci troviamo ad affrontare sono classificate in quattro tipologie:

  • confinamento individuale (costrizione a letto, su una sedia a rotelle o in casa), che tocca circa il 2,1% della popolazione italiana;
  • disabilità nelle funzioni (difficoltà nel vestirsi, nel lavarsi, nel fare il bagno, nel mangiare), che affligge circa il 2,2% della popolazione;
  • disabilità nel movimento (difficoltà nel camminare, nel salire le scale, nel chinarsi, nel coricarsi, nel sedersi), che affligge circa il 3% della popolazione;
  • disabilità sensoriali (difficoltà nel sentire, vedere o parlare), che tocca l'1% della popolazione.

Se partiamo dal presupposto che è importante far muovere le idee e le informazioni, non le persone, si comprende come sia fondamentale per i disabili poter accedere alla Rete.

Il tema dell'accessibilità interessa direttamente anche gli anziani: un'altra area di potenziale esclusione dai benefici delle tecnologie digitali, una popolazione in crescita che spesso ha gli stessi problemi di accessibilità ad Internet di alcune categorie di disabili:

  • almeno il 70 % dei disabili in Europa ha più di 60 anni;
  • in Italia solo il 2,4 % delle persone con più di 64 anni usa Internet.

Accessibilità vuol dire rimuovere quelle barriere virtuali che sono di fatto l'equivalente delle barriere architettoniche. La non accessibilità alle informazioni di una porzione così rilevante della popolazione ha costi sulla collettività e si traduce nel mancato sfruttamento di rilevanti opportunità per i singoli e per la collettività stessa.

Il ruolo del CNIPA

Il CNIPA si occupa di accessibilità già da alcuni anni. È del luglio 2000, infatti, la costituzione del gruppo di lavoro "Accessibilità e tecnologie informatiche nella P.A." per favorire l'accessibilità di siti web e di applicazioni informatiche pubbliche. Il gruppo di lavoro aveva compiti propositivi nei confronti dell'Autorità e si avvaleva di sottogruppi per individuare linee d'azione e affrontare singole problematiche, che venivano attuate nell'ambito del progetto intersettoriale.

Nel maggio del 2002 il Ministro Stanca, di concerto con il Ministro della Salute ed il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, costituì la "Commissione interministeriale sullo sviluppo e l'impiego delle tecnologie dell'informazione per le categorie deboli", presieduta dalla dott. Daniela Battisti. Le attività di tale Commissione portarono alla individuazione di una serie di proposte concrete, ben documentate nel Libro Bianco "Tecnologie per la disabilità, una società senza esclusi". Tra queste proposte, un nuovo disegno di legge e alcune azioni necessarie a promuovere l'inserimento dei disabili nella società basata sull'informazione e la conoscenza.

Commissione permanente sullo sviluppo e l'impiego delle tecnologie dell'informazione per le categorie deboli

È per approfondire ulteriormente questi temi che nel Luglio 2003 è stata costituita una nuova Commissione, questa volta denominata "permanente", caratterizzata da una missione più ampia rispetto alle precedenti iniziative:

  • per quanto riguarda i contenuti, si passa da "impiego di tecnologie informatiche" a "impiego delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione";
  • per quanto riguarda i possibili fruitori, si passa da utenti "disabili" a "categorie deboli o svantaggiate".

La Commissione si compone dei rappresentanti del Ministro per l'Innovazione e le Tecnologie, Minisro delle Pari Opportunità, ministro per le Politiche Comunitarie, Ministero del Lavoro e Politiche Sociali, Ministero della Salute, Ministero dell'Istruzione, Università e Ricerca, Ministero delle Comunicazioni.

La Commissione ha compiti propositivi nei confronti dei ministri competenti, ai quali dovrà presentare:

  • azioni necessarie a garantire, sia nel pubblico che nel privato l'accesso all'informazione destinata ai disabili, agli anziani e, in generale, alle categorie deboli o svantaggiate;
  • proposte per lo sviluppo della ricerca finalizzata all'impiego delle nuove tecnologie;
  • iniziative basate sull'applicazione delle ICT orientate alla formazione, informazione, accesso, riabilitazione ed occupazione.

Per lo svolgimento dei propri compiti si avvale di un Segreteria Tecnico-Scientifica, rapidamente costituita e già operativa presso il CNIPA.

Tra gli impegni immediati della Commissione ha assunto particolare rilevanza l'attività di supporto necessaria per arrivare ad una rapida approvazione in Parlamento dell'importante disegno di legge, promosso dallo stesso ministro Stanca, per favorire l'accesso dei soggetti disabili agli strumenti informatici.

Disegno di Legge: "Disposizioni per favorire l'accesso dei soggetti disabili agli strumenti informatici"

Il disegno di legge, presentato nel maggio di quest'anno, vuole sancire in modo definitivo nel nostro ordinamento il principio per cui l'accesso dei disabili alle risorse informatiche deve avvenire in condizioni di pari opportunità ed in particolare deve essere garantito l'accesso alle risorse ed ai servizi della Pubblica Amministrazione. Con il nuovo disegno di legge sull'accessibilità, l'Italia conferma una posizione d'avanguardia in Europa. L'Italia è storicamente uno dei primi Paesi europei ad aver affrontato il tema dell'accessibilità in ambito normativo, con la pubblicazione, già nel 2001, di due Circolari, una da parte del Ministro della Funzione Pubblica, la seconda da parte dell'AIPA. In sintonia con il testo delle citate circolari, nel maggio 2002, e sempre su proposta del ministro Stanca, è stata emanata una Direttiva volta a richiedere a tutte le amministrazioni che intendono registrarsi sotto il dominio ".gov.it" di realizzare siti web accessibili e usabili universalmente.

Il disegno di legge Stanca è stato riconosciuto dall'OCSE nel Rapporto sull'e-Government presentato a Roma il 12 giugno come una delle tre "best practices" del Ministero per l'Innovazione (Le altre due iniziative sono l'erogazione di fondi per l'e-Government negli Enti Locali e la costituzione dei CRC).

I contenuti del disegno di legge Stanca sono:

  • coerenti con le leggi in materia di disabilità e con le disposizioni dell'Unione Europea;
  • flessibili per adattarsi allo sviluppo delle tecnologie per i disabili, grazie all'adozione dello strumento del decreto per stabilire i requisiti tecnici e le metodologie di verifica dell'accessibilità;
  • garantiscono il diritto di accesso ai servizi informatici della Pubblica Amministrazione.

In particolare, il disegno di legge sancisce importanti obblighi:

  • le forniture di beni e servizi informatici alle PA dovranno rispettare i requisiti tecnici di accessibilità;
  • tutti i siti che saranno realizzati in futuro dovranno rispettare i requisiti di accessibilità e, considerato che il tempo medio di rinnovo dei siti è di circa 3 anni ciò significa che in tre anni dall'approvazione di questa legge le Pubbliche Amministrazioni Centrali avranno siti accessibili;
  • i datori di lavoro privato metteranno a disposizione del lavoratore con disabilità apposita strumentazione hardware e software.

Certamente il provvedimento legislativo è indirizzato nel breve termine alle pubbliche amministrazioni (ed a quelle centrali in particolare). Ciò nonostante esso prevede la possibilità che anche i siti dei privati possano essere pubblicamente riconosciuti come accessibili. Il disegno di legge sancisce infatti la possibilità che il privato chieda la verifica del soddisfacimento degli standard di accessibilità agli organi tecnici del Dipartimento per l'innovazione. Il nostro convincimento è che dunque il provvedimento possa essere fattore di sensibilizzazione e di stimolo anche nei confronti dei privati e delle Pubbliche Amministrazioni Locali, affinché anch'essi comincino ad adeguare gli strumenti informatici per l'accessibilità alle persone con disabilità.

La Commissione Interministeriale, di cui ho prima fatto cenno, sta esaminando l'opportunità che la legge Stanca sia sostenuta da una componente finanziaria, ed ha preliminarmente individuato alcune linee di finanziamento:

  • l'incentivazione per lo sviluppo di siti accessibili da parte di privati;
  • l'incentivazione del telelavoro quale strumento di inserimento di selezionate categorie di disabili nel mondo produttivo;
  • l'incentivazione per lo sviluppo di progetti sperimentali per l'inserimento di persone con disabilità;
  • l'incentivazione alla produzione di ausili e servizi specifici per persone con disabilità;
  • l'incentivazione ai progetti di ricerca sull'impiego delle tecnologie della comunicazione e della informazione a favore delle persone con disabilità;
  • l'incentivazione per la diffusione dell'ICT e dell'accesso Internet presso i centri anziani;
  • l'incentivazione per la riqualificazione del personale con disabilità nelle Pubbliche Amministrazioni.

Una menzione particolare merita lo sforzo che si sta compiendo per favorire la distribuzione dei libri di testo in formati digitali facilmente accessibili dagli studenti ipovedenti e non vedenti.

L'accessibilità dei siti pubblici

La focalizzazione degli sforzi di breve termine sulla messa in accessibilità dei siti pubblici è particolarmente rilevante, tenuto in conto il numero e la presenza che questi hanno nel modo dell'informazione telematica. Alcuni dati emersi da una recente indagine danno evidenza di tale presenza: i siti pubblici in Rete hanno avuto la più alta crescita di visitatori nel corso dell'ultimo anno (+15% nel periodo aprile 2002-2003) ed hanno raggiunto una quota sul mercato Internet che sfiora il 29%.

È quindi importante che l'intera pubblica amministrazione costituisca un esempio e un punto di riferimento in tema di accessibilità perché ha una capillarità e una frequenza di contatti con tutti i cittadini che nessuna altra organizzazione può vantare.

I criteri tecnici di accessibilità al web

Un aspetto cui è necessario far cenno riguarda la definizione delle regole tecniche per l'accessibilità dei siti web italiani. In questo settore, il riferimento primario è costituito dalle direttive emesse dal W3C nell'ambito della Web Accessibility Initiative (WAI). Esse si possono suddividere in tre categorie:

  1. la prima comprende quelle regole che devono obbligatoriamente essere rispettate per assicurare un livello minimo di accessibilità (convenzionalmente identificato con la lettera A);
  2. la seconda categoria comprende altre regole, non strettamente necessarie ma utili per una migliore accessibilità (se rispettate, il sito acquisisce un livello di accessibilità superiore, convenzionalmente identificato da una doppia A);
  3. la terza categoria comprende un ulteriore gruppo di regole (se rispettate, il sito acquisisce il massimo livello di accessibilità, identificato da una tripla A).

Complessivamente le regole del WAI sono ben 65, di cui 17 della prima categoria, 29 della seconda, 19 della terza, la maggior parte riguardante persone con disabilità visive (non vedenti e ipovedenti). Si tratta di regole assolutamente ragionevoli, pensate per i disabili ma che dovrebbero essere applicate sempre, qualunque sia il tipo di utente al quale il sito si rivolge. Sono regole di buona programmazione, di buon senso, di correttezza formale e sostanziale. Purtroppo nella realtà dei siti attualmente esistenti, che hanno in genere una storia relativamente lunga alle spalle, esse sono poco applicate. L'approccio italiano vuole essere ulteriormente pragmatico rispetto a quello del W3C: selezionando un numero più limitato di regole si faciliterà l'approccio ad un livello minimo di accessibilità, mantenendo comunque la possibilità che vengano utilizzate tecniche più sofisticate.

I costi dell'accessibilità

Quanto finora illustrato circa gli sforzi del Governo non deve far dimenticare le attività già in corso sul tema dell'accessibilità da parte di pubblici e privati. Tra le esperienze in atto, desidero menzionare quella dell'Università di Bologna, un esempio di come una precisa volontà di impegno sociale e una forte sensibilità su tali tematiche possano conseguire il risultato di rendere totalmente accessibile un Portale dall'architettura informativa estremamente complessa, articolata su migliaia di pagine facenti capo a 22 facoltà, 15 aree amministrative e 4 poli.

L'iniziativa dell'Università di Bologna ha consentito di sviluppare la sensibilità ai problemi dell'accessibilità da parte dei circa 120 redattori di sito distribuiti sul territorio, ha reso disponibili opportuni strumenti editoriali per tali redattori ed ha soddisfatto i requisiti di accessibilità di livello "A". I riferimenti prestazionali del sito, sia di accessibilità che di usabilità, sono stati verificati "sul campo" da un gruppo di persone con disabilità, in maggioranza ipovedenti ed in minoranza con altre disabilità, sempre tenendo in conto le caratteristiche tecniche di eventuali ausili. Il progetto è stato sviluppato sotto il forte committment del Rettore e della Direzione Amministrativa ed in stretta collaborazione con l'ASPHI (ONLUS Associazione per lo Sviluppo di Progetti Informatici per gli Handicappati).

L'esperienza di Bologna è ulteriormente significativa se teniamo in conto che l'operazione ha avuto un costo valutabile in circa dieci mesi uomo, a dimostrazione della fattibilità, a costi ragionevoli, del processo di messa in accessibilità dei siti pubblici.



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