di Fulvio Scaparro
Spesso nei corsi di formazione alla mediazione
familiare tenuti dall'Associazione GeA dedichiamo un po' di tempo all'elogio del
compromesso. Non si tratta dei 'biechi compromessi' ai quali talvolta si scende
per pavidità, pigrizia o avidità, ma del 'felice compromesso' al quale si sale
con fatica quando una mediazione si chiude con risultati di comune
soddisfazione.
Domenica 29 agosto 2004, Riccardo Chiaberge sul Sole 24 Ore ha scritto una breve
nota dedicata all'assassinio di Enzo Baldoni ("L'arma di Oz non ha salvato
Baldoni") in cui si sostengono tesi non lontane dalle nostre e che voglio
portare a vostra conoscenza, almeno in parte. "Per sconfiggere il
fanatismo, Amos Oz propone l'impiego di un'arma non convenzionale: il
compromesso. Vocabolo dal suono sinistro, che può significare vile
accomodamento o peggio resa al nemico, ma che nella sua accezione più nobile
sta invece a indicare disponibilità al dialogo e apertura alle ragioni degli
altri. "Nel mio mondo - dice lo scrittore israeliano - la parola
compromesso è sinonimo di vita. E dove c'è vita ci sono compromessi. Il
contrario di compromesso non è integrità e nemmeno idealismo e nemmeno
determinazione o devozione. Il contrario di compromesso è fanatismo,
morte". Oz cita il verso di un suo connazionale, Yehuda Amichai: "Dove
siamo integerrimi non cresce nessun fiore". E ricorda l'insegnamento della
nonna, che quando era bambino gli spiegò la differenza tra cristiani ed ebrei:
i primi credono che il Messia sia già venuto, e che un giorno o l'altro
tornerà, i secondi che debba ancora venire. Invece di scannarci su questa
faccenda, suggeriva la saggia vecchia con umorismo tipicamente yiddish, perché
non aspettare a vedere? "Se il Messia arriva e dice "Salve, è bello
rivedervi" allora gli ebrei ammetteranno di avere sbagliato. Se il Messia
arrivando dice: "Piacere di conoscervi", allora tutto il mondo
cristiano dovrà chiedere scusa agli ebrei. Per intanto non resta che vivere e
lasciar vivere". Le idee di Amos Oz (le ha esposte in un libricino, Contro
il fanatismo, pubblicato da Feltrinelli, che peraltro non risparmia frecciate al
falso buonismo degli intellettuali europei) sono le stesse di tanti uomini di
buona volontà che si ostinano a tenere accesa una fiammella nella notte
irakena, che non hanno mai approvato questa guerra catastrofica o che oggi
cercano di alleviarne le atrocità. Sono i sentimenti che animano i promotori
dell'incontro di Milano tra le grandi religioni, di cui parliamo in questa
stessa pagina: gente di fede che rispetta le altre fedi e rifiuta le crociate,
pronta ad ammettere di avere sbagliato e magari a sorridere dei propri
pregiudizi, come la nonna di Oz. Enzo Baldoni non era di pasta molto diversa
[...]".
Fulvio Scaparro
Direttore Scientifico dell'Associazione GeA |