di Lazzaro Gigante, Fulvia D'Elia e Anna Coppola De Vanna ,
introduzione di Fulvio Scaparro
“… In questi anni molti padri hanno
portato con forza alla luce la questione paternità, spesso oscurata dalla
pratica e dalla retorica del ruolo paterno distinto, anzi opposto a quello
materno. Quello che vi accingete a leggere è un libro che può essere
apprezzato da genitori, educatori e studiosi, ricco come è di riflessioni,
esemplificazioni esposte in un linguaggio semplice e scorrevole.”dall’introduzione
di Fulvio Scaparro
Il
tema è chiaro fin dal titolo.
In
Di
padre in padre. I tempi della paternità (pagg. 144 Euro
15,00), si parla di padri. Quali? Non c’è una definizione, un
aggettivo. Ma una consapevolezza.
La
famiglia è in movimento. Le relazioni all’interno di essa anche. I ruoli e
le persone pure. Sono cambiati i padri, le madri, ma anche i figli.
Un
processo che interroga, svecchia e rende inutili antiche rappresentazioni,
afferma la ricerca di relazioni che non annullino le identità ma le
integrino responsabilizzandole nel loro essere persone in continua crescita,
prima ancora che ruoli da interpretare.
Il
libro è scritto a 6 mani: un pedagogista, Lazzaro
Gigante, una sociologa, Fulvia
D’Elia, una psicologa e psicoterapeuta familiare, Anna
Coppola De Vanna.
Tre
capitoli - Padri al passato (Gigante), Padri al presente (D’Elia), Padri al
futuro (Coppola De Vanna) - ben integrati tra loro, che rendono il
volume agile ma allo stesso tempo articolato nelle proposte di ricerca
e nelle suggestioni alla riflessione. Per dire cosa?
Se
è vero che la donna conquista, per nostra fortuna, sempre nuovi spazi e non
si riconosce più in quella caricatura di madre a tempo pieno o mamma o santa
o collaboratrice domestica, anche gli uomini stanno scoprendo, con fatica,
quanto sia insopportabile e falsa quella macchietta di macho che li vuole
distanti dall’affettività domestica.
Non
solo. Le etichette di padre etico o politico o normativo o sacro di un tempo,
soppiantate oggi da altre come padre in declino o padre di facciata, padre
egualitario, padre-mammo, non reggono in questo tempo diverso
nel quale la domanda di quale padre essere emerge in tutta la sua urgenza e
radicalità.
La
risposta offerta dal libro non è una ricetta ma, al solito, l’idea di un
percorso di ricerca nel quale il padre non interpreta un ruolo, ma aiuta a
costruire mondi e architetture di senso. Il mestiere di padre,
insomma, fa tutt’uno con il mestiere di vivere. Ed è, come il mestiere di
vivere, un’arte educativa continua.
C’è
bisogno di nuovi padri, ma anche di nuove madri. Di nuovi uomini e donne, che
nel loro aver generato la vita, non smettano di generare e cercare il
senso di essa.
Sono
tanti i corsi per genitori. Alle donne in attesa si propongono corsi di ogni
tipo, ma, ai padri, nessuno ci pensa. Questo libro comincia a farlo. Il passo
successivo, che dite, può essere un corso per padri? Gli autori ci stanno
pensando. Diteci la vostra nello
spazio di commenti del libro. Lo pensiamo insieme. Per ordinare il volume
info@lameridiana.it.
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