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Carta europea sulla formazione dei mediatori familiari operanti
nelle situazioni di divorzio e di separazione
- 1992


Association Pour la Médiation familiale 11 rue Beccaria 75012 Paris - tél 01 43 40 29 32 - fax 01 43 40 30 09 - apmfbeccaria@wanadoo.fr

*Traduzione a cura di Isabella Buzzi, pubblicata in
Haynes J., Buzzi I. 1996, Introduzione alla mediazione familiare, Milano, Giuffrè editore


INTRODUZIONE

In occasione del primo congresso europeo sulla mediazione fa­miliare[1] è nata la necessità di una riflessione concernente la formazione dei mediatori.

La mediazione familiare si è diffusa quasi simultaneamente durante gli ultimi anni nella maggior parte dei Paesi europei e la formazione breve realizzata all’inizio dalle differenti organizzazioni si è evoluta per rispondere alle esigenze degli operatori. La durata della formazione è aumentata progressivamente, i contenuti si sono diversificati ed è stato incluso un tirocinio pratico.

A questo stadio di sviluppo della formazione in materia di mediazione familiare è sembrato opportuno organizzare uno scambio e una riflessione, al fine di analizzare l’esperienza comune acquisita e per definire gli orientamenti per la formazione dei mediatori familiari.

Sorgono alcuni punti interrogativi riguardo a questa nuova pratica e all’acquisizione delle competenze necessarie all’esercizio di questa funzione: qual è il campo di applicazione della mediazione familiare? Quali sono le competenze necessarie per diventare mediatore familiare? Questa pratica necessita della professionalizzazione dei mediatori? Ed infine, come accertare le loro competenze?

Al fine di rispondere a queste domande è stata realizzata dalla Association pour la Promotion de la Médiation Familiale una commissione che ha riunito i responsabili dei centri di formazione presenti in Europa.

Gli obiettivi della commissione sono stati i seguenti:

  • tracciare un bilancio delle differenti formazioni realizzate;

  • riflettere sulle esigenze dettate dalla funzione del mediatore e sui contenuti della formazione che questa richiede, al fine di pervenire ad un “nucleo comune” al quale ogni organizzazione formativa potrà singolarmente aggiungere degli ele­menti complementari specifici;

  • stabilire le direttive appropriate al fine di ottenere il riconoscimento della formazione operata dalle autorità competenti.

La lista dei partecipanti, rappresentanti i diversi centri di formazione europei che si sono associati per elaborare questa carta, è stata annessa alla carta stessa.

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INDICE DELLA CHARTE

INTRODUZIONE

Prima parte

La mediazione: campo d’applicazione e competenze del mediatore

1.  Campo d’applicazione della mediazione

2.  Le attitudini, le conoscenze e le competenze del mediatore

2.1.     Attitudini personali del mediatore

2.2.     Conoscenze necessarie all’esercizio della mediazione

2.3.     Le competenze specifiche del mediatore

Seconda parte

La formazione dei mediatori familiari

1.  Obiettivi della formazione

2.  Candidati alla formazione

3.  Durata della formazione

4.  Formatori

5.  Contenuti della formazione

6. Tirocinio

7.  Valutazione della formazione

 CONCLUSIONI E RACCOMANDAZIONI

 I  Allegato: Lista dei centri europei che hanno partecipato all’elabo­razione della Charte

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INTRODUZIONE ALLA MEDIAZIONE FAMILIARE

 Prima parte

La mediazione: campo d’applicazione e competenze del mediatore

Per individuare i contenuti della formazione dei mediatori familiari è principalmente necessaria una delimitazione del loro campo d’azione, così da precisare le competenze richieste per l’esercizio di questa funzione.

1. Campo d’applicazione della mediazione

 Il presente documento si occupa esclusivamente della definizione della formazione concernente la mediazione nelle situazioni di divorzio e di separazione.

Non ci si occuperà nel presente documento delle possibili appli­cazioni della mediazione nell’ambito della famiglia, ossia nel trattamento di altri conflitti quali quelli che oppongono i membri di una coppia al di fuori della separazione coniugale. I conflitti coniugali e familiari in quanto tali non rientrano negli ambiti d’applicazione della mediazione familiare in materia di divorzio e di separazione.

A maggior ragione, non verranno prese in considerazione le dif­ferenti applicazioni della mediazione che si sono sviluppate per rispondere alle esigenze del trattamento dei conflitti in genere e per ristabilire i legami sociali in settori diversi da quello della famiglia (mediazione penale, mediazione di vicinato, ecc.)

Questa delimitazione del campo di interesse delle situazioni considerate nel presente documento non implica che le pratiche della mediazione applicata ad altri conflitti (all’interno o al di fuori della famiglia) vengano considerate di natura differente da quelle utilizzate nelle situazioni di divorzio e di separazione. Esistono senza dubbio dei fondamenti comuni a queste pratiche e le tecniche da esse adottate sono molto simili.

La delimitazione operata testimonia solamente l’intento della commissione di non oltrepassare l’ambito della competenza delle organizzazioni partecipanti, ovvero quello della mediazione in materia di divorzio e separazione.

La mediazione familiare in materia di divorzio e di separazione è un processo nel quale un terzo neutrale e qualificato (il mediatore), viene sollecitato dalle parti per fronteggiare la riorganizzazione resa necessaria dalla separazione, nel rispetto del quadro legale esistente. La mediazione opera per ristabilire la comunicazione tra i coniugi. Questo è il mezzo adottato per pervenire ad un obiettivo concreto: la realizzazione di un progetto di organizzazione delle relazioni in seguito alla separazione o al divorzio, che tenga in considerazione i bisogni di ogni membro della famiglia. La mediazione è confidenziale.

La mediazione familiare in materia di separazione o divorzio non è né una consulenza legale, né una consulenza coniugale, né una terapia individuale o di coppia. Il mediatore rimanda gli interessati ad un professionista nei campi delle scienze del diritto o sociali, quando dovesse risultare necessario.

2. Le attitudini, le conoscenze e le competenze del mediatore

Nel campo di applicazione così definito, il mediatore deve po­tersi avvalere di un insieme di attitudini, di competenze e di conoscenze.

2.1.        Attitudini personali del mediatore

Il mediatore ha la capacità di prendere le distanze dalle situa­zioni in cui interviene, questo presuppone un lavoro personale concernente la conoscenza di se stesso e una certa conoscenza delle proprie proiezioni personali e dei propri limiti. Egli ha dunque così la capacità di non lasciarsi coinvolgere dalle difficoltà e dalle emozioni dei protagonisti.

Egli conosce i valori veicolati dalla propria cultura di appartenenza ed è consapevole della pluralità tanto dei valori culturali quanto delle dinamiche familiari.

2.2.        Conoscenze necessarie per l’esercizio delle funzioni del mediatore

Il mediatore dispone di conoscenze sufficienti per comprendere le implicazioni della separazione e del divorzio. Non si pretende che egli possieda una formazione completa in diritto, in materia economico-fiscale e in psicologia, ma dispone di nozioni appartenenti a queste discipline che gli permettono di comprendere le situazioni e le attese delle parti e di riconoscere i propri limiti sulle questioni che necessitano dell’aiuto di altri professionisti specializzati.

Il  mediatore dispone dunque di conoscenze nei seguenti ambiti:

  • nozioni di psicologia sul funzionamento e le dinamiche e della coppia e della famiglia, sullo sviluppo infantile, sulle conseguenze del divorzio e della separazione ed infine sulle famiglie ricostruite;

  • nozioni legali sul divorzio, la separazione legale, e sull’insieme delle disposizioni legali che regolano i rapporti familiari; nozioni sulle procedure e il funzionamento delle istituzioni giudiziarie; conoscenze sulle risorse sociali e i servizi amministrativi che possono intervenire nelle situazioni di rottura;

  • nozioni sulla gestione dell’economia familiare e sulle disposizioni fiscali necessarie per affrontare, se il caso lo richiede, la ripartizione delle risorse nella famiglia separata e allo stesso modo anche le questioni relative al mantenimento economico dei minori.

2.3. Le competenze specifiche del mediatore

La specificità del mediatore risiede nella sua capacità di creare un clima relazionale favorevole all’instaurazione e al mantenimento di un dialogo tra le parti.

Egli favorisce la comunicazione tra le persone presenti e permette che le rispettive richieste vengano reciprocamente comprese. Egli contribuisce alla gestione dei conflitti tra le parti in modo tale da realizzare il dialogo e la ricerca di soluzioni pratiche ai problemi del divorzio o della separazione.

Il mediatore familiare non è un “negoziatore”, nel senso che formulerà delle proposte e orchestrerà le mutue concessioni solo al fine di ottenere un compromesso accettabile. Il mediatore lavora alla realizzazione di una dinamica relazionale che permetta ai genitori o ai coniugi di gestire in prima persona i loro conflitti, secondo le presenti esigenze legali.

Seconda parte

La formazione dei mediatori familiari

È necessario distinguere bene le iniziative di sensibilizzazione alla mediazione familiare e la formazione alla pratica della mediazione propriamente detta.

Le iniziative di sensibilizzazione alla mediazione familiare hanno per obiettivo quello di far comprendere che cosa sia la pratica della mediazione. Esse precisano la specificità dell’approccio ai problemi del divorzio e della separazione sviluppati dalla mediazione e mostra la complementarità con gli altri tipi di intervento professionale.

Le iniziative di sensibilizzazione sono rivolte ad un pubblico molto vasto: il personale che accoglie le coppie nelle organizzazioni che offrono la consultazione di mediatori, i professionisti (assistenti sociali, psicologi, giuristi, medici) che desiderano informarsi sulla mediazione familiare, o ancora tutti coloro che si interessano alla mediazione familiare. Queste iniziative si realizzano in periodi brevi, per esempio da tre a cinque giorni consecutivi. Il contenuto ricopre fra l'altro: la definizione della mediazione, la descrizione del quadro di lavoro della mediazione, del processo di mediazione e delle sue differenti tappe, così come le dinamiche familiari nel contesto della separazione sia nei suoi aspetti psicologici sia giuridici ed economici, con le conseguenti implicazioni per il lavoro realizzato in mediazione.

Le iniziative di sensibilizzazione alla mediazione familiare costi­tuiscono una introduzione alla mediazione familiare, ma non permettono di vedersi riconosciuta la capacità all’esercizio della funzione di mediatore. Esse possono essere considerate come un preambolo alla formazione stessa.

Caratteristiche della formazione alla pratica della mediazione familiare propriamente detta

 1. Obiettivi della formazione

Il fine della formazione è quello di dare ai mediatori professionisti le competenze necessarie alla pratica della mediazione, si richiedono dunque:

  • la padronanza delle tecniche di base della mediazione;

  • l’acquisizione delle nozioni legali e psicologiche necessarie;

  • la realizzazione di una formazione pratica.

2. Candidati alla formazione

Sono candidati alla formazione alla pratica della mediazione familiare propriamente detta:

  • i professionisti delle scienze sociali e giuridiche che abbiano un’esperienza nel campo della separazione e del divorzio;

  • a coloro che possono dimostrate una esperienza pratica nel quadro di organizzazioni (associazioni o servizi) aventi per obiettivo il sostegno della coppia e della famiglia di fronte a situazioni di separazione e divorzio.

Le organizzazioni di formazione definiscono i criteri di selezione per valutare la motivazione dei candidati alla formazione e le loro capacità ad intraprendere una formazione di questo tipo.

3. Durata della formazione

La durata della formazione alla mediazione tiene conto del fatto che i partecipanti a questa formazione dispongano di qualificazioni e di competenze richieste per la loro ammissione alla formazione.

La formazione si estende su un periodo sufficiente per acquisire le nozioni specifiche all’esercizio della mediazione questa durata èstimata ad un minimo di trenta giorni effettivi di formazione. Queste giornate sono ripartite nel tempo in modo da favorire l’assimilazione delle competenze acquisite.

4. Formatori

La formazione alla mediazione familiare è dispensata:

  • ai mediatori in attività che si conformano alla deontologia dei mediatori in materia di divorzio e di separazione (vedere il Codice deontologico[2] dell’Association pour la Promotion de la Médiation Familiale, riprodotto nel secondo Allegato);

  • a coloro che intervengono in qualità di specialisti nei diffe­renti ambiti appena descritti (diritto, psicologia, sociologia, ecc.)

    5. Contenuti della formazione

Al fine di permettere ad ogni organizzazione di formazione di prevedere i contenuti della formazione in funzione del contesto psico­sociale e legale dei differenti Paesi europei, il presente documento non precisa i dettagli dei contenuti della formazione, ma indica soltanto gli elementi principali che strutturano la formazione dei mediatori in materia di divorzio e separazione.

La formazione comporta gli elementi seguenti.

  • Aspetti psicologici. La coppia, la sua costituzione, il suo fun­zionamento, le sue crisi e conflitti. Lo sviluppo psico-affettivo del minore. L’impatto e le ripercussioni della separazione sulla dinamica familiare.

  • Aspetti sociologici dell’evoluzione della famiglia

  • Il quadro legale del divorzio e della separazione

  • Gestione dei conflitti. Tecniche di comunicazione e tecniche di risoluzione dei conflitti; lavoro con le coppie in conflitto.

  • Il funzionamento economico della famiglia, il mantenimento economico dei minori; la ripartizione dei beni nella famiglia.

  • Le rispettive conoscenze dei professionisti concernenti il divorzio e la separazione (magistrati, avvocati, notai, psicologi, consulenti coniugali, autorità inquirenti, assistenti sociali, ecc.); le loro relazioni con i mediatori familiari.

   6. Tirocinio pratico

La formazione alla mediazione in materia di separazione e divorzio comporta necessariamente una introduzione alla pratica realizzata attraverso la partecipazione a colloqui di mediazione, condotti da un mediatore che si sia conformato alla deontologia dei mediatori in materia di separazione e divorzio

7. Valutazione della formazione

Le organizzazioni di formazione, nel realizzare le procedure ad hoc di valutazione della formazione, dovranno tenere conto dei seguenti criteri:

  • presenza e partecipazione alla formazione;

  • capacità di dimostrare la pratica della mediazione (oralmente o in forma scritta).

In seguito alla formazione teorica e pratica e in seguito alla sod­disfazione dei criteri di valutazione scelti, l’organizzazione di formazione consegnerà loro un certificato di abilitazione all’esercizio delle funzioni di mediatore in materia di divorzio e di separazione.

In riferimento all’articolo 4 del Codice deontologico della Association pour la Promotion de la Médiation Familiale, la commissione ricorda la necessità per i mediatori professionisti in attività di fare ricorso alla formazione permanente (includente una supervisione e/o una analisi della loro pratica professionale).

CONCLUSIONI E RACCOMANDAZIONI

     I. Il presente documento costituisce un quadro generale entro il quale è auspicabile che le organizzazioni che si occupano della for­mazione dei mediatori familiari si iscrivano. Il quadro di riferimento tracciato dal presente documento vuole essere lasciato sufficientemente aperto, affinché le rispettive organizzazioni possano integrarlo con quello che è il contesto psicosociale e legale entro il quale ope­rano. Il quadro di riferimento tracciato dal presente documento vuole essere tuttavia sufficientemente limitante, al fine di testimoniarvi la preoccupazione che la funzione di mediatore venga esercitata da persone aventi conoscenze teoriche e competenze pratiche riconosciute.

2. Le organizzazioni che desiderano proporre la formazione dei mediatori familiari e che stabiliscono delle esigenze compatibili con quelle che sono espresse nel presente documento, sono invitate ad aderire a questo documento e a riferirvisi nella presentazione della formazione che propongono.

3. Le organizzazioni che propongono una formazione che al momento non soddisfa tutte le esigenze espresse da questa carta possono ugualmente aderirvi e ad essa riferirsi a condizione di esprimere chiaramente le loro intenzioni di condurre il loro programma di formazione in conformità con le esigenze stabilite dalla Charte entro un periodo di proroga esplicitamente precisato.

4. L’Association pour la Promotion de la Médiation Familiale pubblicherà e diffonderà una lista delle organizzazioni che hanno aderito alla presente carta.

    5. Nel caso in cui si verificasse che le esigenze fissate per la formazione dei mediatori in materia di separazione e di divorzio non vengano rispettate da un organizzazione che aderisca a questa carta, l’Association pour la Promotion de la Médiation Familiale si riserva il diritto di escludere la stessa dalla lista dei firmatari.

6. La presente carta e la lista dei centri di formazione firmatari in ogni Paese verrà comunicata alle organizzazioni governative che vogliano conoscere le questioni relative al divorzio nei suoi aspetti legali, familiari e sociali. Queste organizzazioni governative saranno incitate a prendere in considerazione le presenti raccomandazioni e a sostenere i centri di formazione che abbiano aderito a questo documento.

7. La commissione riunita per l’iniziativa dell’Association pour la Promotion de la Médiation Familiale per intrattenere una riflessione sulla formazione alla mediazione proseguirà questo compito in ragione di una giornata all’anno. Avrà come scopo: la realizzazione della lista degli organismi firmatari; la coordinazione delle azioni organizzate presso gli organismi governativi per la promozione della formazione in mediazione; il proseguimento della riflessione sulle questioni relative alla formazione.

Allegato A

Lista dei centri di formazione europei che hanno partecipato all’elaborazione della carta.

La presente Charte è stata elaborata da una commissione, costi­tuita per iniziativa dell’Association pour la Promotion de la Médiation Familiale. Questa commissione si è riunita sei volte, da settembre 1991 a giugno 1992, a Parigi, nei locali della DASES (Comune di Parigi). Essa è stata organizzata da Jocelyne Dahan (vicepresidente dell’Association pour la Promotion de la Médiation Familiale). Benoit Bastard, sociologo, ricercatore incaricato presso il CNRS[3], ha ugualmente partecipato a questi lavori.

Hanno partecipato all’elaborazione di questo documento le se­guenti organizzazioni:

  • GERMANIA

    • Donaid Cramer - Post Fach 80 03 63, Busching Strasse 7/11, 8000 München, 80.

  • BELGIO

    • Centre européen de la médiation familiale - rue Hôtel des Monnaies 119, 1060 Bruxelles. Tel. (2) 537.34.15

    • Institut supérieur de promotion sociale de la communauté française de Belgique - 84 me de Boussu, 7370 Dour (Mons)

  • FRANCIA

    • Adef Médiation 93 - 19, me Etienne Marcel, 93500 Pantin. Tel. (1) 48 44 71 63.

    • Association française des centres de consultation conjugale - 44 me des demoiselles, 94270 Kremlin Bicètre. Tel. (1) 46 70 88 44.

    • Association père mère enfant - 76 me des Etas-généraux, 78000 Versailles. Tel. 69 4118 28.

    • Centre national d’information et de documentation des femmes et de la famille - 7 me du Jura, 75013 Paris. Tel. (1) 43 31 77 00.

    • Couple et famille - Place Saint-Georges, 75009 Paris. Tel. 22 91 80 77

    • Ecole des parentes et des éducateurs d’Ile-de-France - 5, Impasse du Bon Secours, 75011 Paris. Tel. (1) 43 48 00 16.

    • FRO.SY.FA, Formation-Système-Famille - 35 me d’Angleterre, 44000 Nantes. Tel. 40 47 16 48

    • Institut européen de médiation familiale - 32 me Saint-Severin, 75005 Paris. Tel. (1) 43 54 41 30.

    • Université Paris X Nanterre - Centre d’éducation permanente, Bậtiment G. Rez-de-chaussée, Salle R33, 200 Avenue de la République, 90001 Nanterre Cedex. Tel. (1) 40 97 71 38 ou 40 97 78 66.

  • GRAN BRETAGNA

    • Family Mediator Association - The Old 1-louse, Rectory Gardens, Henbury, Bristol BSIO 7AQ. Tel. 0272 500140.

    • National Family Conciliation Council - Shaftesbury Centre, Percy Street, Swindown CN 22 AZ, Whiteshire. Tel. 0793-514055.

  • ITALIA

    • GeA, Genitori Ancora (Comune di Milano Servizi Sociali), Via Barbavara, 7, 20144 Milano. - Tel. 02-8376778

  • SVIZZERA

    • Formation à la médiation familiale du CEFOC et de l’IMPER

      • CEFOC -28 me Prévost-Martin, Case Postale 1211 Genève 4 - Tel. (022) 320 39 75

      • INPER - Avenue du Tempie, 19c, Case Postale 112, 1000 Lausanne 12  - Tel. (021) 653 64 12

Hanno partecipato all’elaborazione di questo documento, per le organizzazioni citate:

  • Annie Babu (Insitut européen de médiation familiale)

  • Benoit Bastard (Centre de sociologie des organisations, CNRS)

  • Irene Bernardini (GeA - Genitori Ancora)

  • Marie-France Blain (Associazione française des centres de con­sultation conjugale)

  • Jocelyne Casabianca (Association père mère enfant)

  • Sylvie Cavillier (Ecole des parents et des éducateurs d’Ile-de­ France)

  • Donald Cramer (Münich)

  •  Jocelyne Dahan (DASE, Mairie de Paris et Association pour la promotion de la médiation familiale)

  • Jeannette Ferré (Adef Médiation)

  • Jaqueline Gallon (Couple et famille)

  • Françoise Grimshaw (National Family Conciliation Council)

  • Sylvie Monnier (CEFOC, Géneve, et IMPER, Lausanne)

  • Geneviève Moreau (For-Sy-Fa)

  • Lisa Parkinson (Family Mediator Association)

  • Claude-France Servoisier (Université Paris X Nanterre)

  • Hélène van den Steen (Centre européen de médiation familiale et Institut superieur de promotion sociale de la communauté française de Belgique)

  • Marie Théault (Ecole des parents et des educateurs d’Ile-de France)


[1] Si tratta del Congresso europeo tenutosi a Caen dal 29 novembre al I dicembre del 1990, organizzato congiuntamente daIl’APMF e dallAssociation des Amis de Jean Bosco (Associazione degli amici di Giovanni Bosco).

[2] Il Codice deontologico dell’APMF è stato distribuito nel 1990 in occa­sione del congresso europeo

[3] Centre National de Recherche Social (Centro Nazionale di Ricerca Sociale). Precisamente egli lavora al centro di sociologia delle organizzazioni