Aulì
Ulè
Uno
spazio verde per
le bambine e i bambini
del mondo
il
parco per bambini progettato da Fulvio Scaparro
Il 1° maggio 2010 sulle pagine milanesi del Corriere
della Sera è apparso questo fondo di Marco Garzonio che riporta
d'attualità la proposta di un parco esclusivamente dedicata ai bambini
avanzata un anno fa da Fulvio Scaparro (v. documento di presentazione
riportato più avanti):
QUEL PARCO DIMENTICATO
IL COMUNE E LA PROMESSA PER AULÌ ULÈ
A Milano ci si batte da tempo per il verde e si
arriva anche a pensare di piantare alberi in piazza Duomo. Accade,
però, che quando i progetti per il verde esistono e sono realizzabili,
non vengono poi attuati. Un anno fa venne dato pubblicamente dal Comune
l'assenso ad «Aulì Ulè», un parco per bambini ideato da Fulvio
Scaparro, accolto da un consenso molto diffuso.
Si voleva offrire alla città il prototipo di una struttura attrezzata e
protetta, un modello pronto per essere replicato in varie zone del
tessuto urbano. Enti innamorati della città, come gli Amici di Brera,
lo avrebbero sostenuto; istituzioni, docenti universitari, uomini di
cultura e della comunicazione, artisti, professionisti del territorio e
del verde avevano garantito la disponibilità a rendere operativo il
progetto.
L’assessore al Territorio, Carlo Masseroli, aveva anche trovato l'area:
60 mila metri quadrati in fondo a via Novara. L'annuncio venne dato in
un incontro pubblico, il 20 maggio 2009.
Di fronte al silenzio che invece è seguito v'è da aspettarsi ora che
Palazzo Marino dia spiegazioni: a chi ci ha creduto, e si è speso; e
più in generale alle famiglie, agli educatori, a chi da anni invoca
interventi capaci di porre rimedio alla deriva di una città che sembra
ormai ignorare l'infanzia, i suoi diritti e i bisogni crescenti.
Il Comune ha cambiato idea? È legittimo. In questo caso, però, gli
tocca di dirlo e di motivare il diverso orientamento, se lo ha
maturato. Milano si aspetta ragioni circostanziate (ad esempio: si
chiamino con nome e cognome gli eventuali «nemici» del progetto,
qualora ci fossero). Chi è preoccupato del futuro dei bambini in città,
della loro salute fisica e psichica, ha bisogno di ascoltare
argomentazioni pertinenti circa imodi coi quali gli amministratori
immaginano di garantire ai piccoli vivibilità, spazi, ambienti
accoglienti, attrezzati, protetti.
Per sgomberare il campo da fraintendimenti, va ricordato che occuparsi
in modo mirato e competente di infanzia e fanciullezza, di luoghi «a
misura di bambino», di un tempo libero confortevole e sereno dal punto
di vista ambientale non è in contrasto e tanto meno in competizione con
eventuali altre iniziative a favore del verde, magari immaginate su
larga scala e sul lungo periodo, ad esempio in vista di appuntamenti
come l'Expo.
Milano ha un'esigenza non rinviabile: coniugare esperienze di
vivibilità ordinaria — come indicato ad esempio dal progetto di «Aulì
Ulè» — con la città del futuro. Sempre che la Milano di oggi creda alle
nuove generazioni e ci investa.
Basterebbe porsi nel solco della tradizione di uno di quegli illustri
giornalisti e scrittori che l'hanno fatta grande: Oreste del Buono.
Questi auspicava che venisse riconosciuto ai bambini «lo stesso diritto
allo spazio che viene attribuito ai cani».
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Immagini
Anche Quino aderisce alla proposta fatta da Fulvio
Scaparro
Pianta del progetto (cliccate per ingradire)
Clicca sull'immagini per ingrandirla
Aulì Ulè non è uno spazio
legato a questo o quell’evento ma uno spazio per sempre, destinato, si
spera, a non rimanere unico nella nostra città. Una testimonianza
verde, un simbolo orizzontale che ricorderà nel tempo la gratitudine
dei milanesi per l’energia e la gioia che i bambini e le bambine danno
alla nostra vita. |