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Mamma e papà separati La casa alla figlia di 4 anni


Il Tribunale per i minorenni, per definizione, protegge i minori. Pensa alle loro esigenze e interpreta, quando può, i loro desideri. In concreto, deve decidere sulle liti tra i genitori non sposati ma conviventi da annui (per le coppie sposate decide il Tribunale ordinario che si occupa delle cause di separazione e questa è una stranezza processuale), dare le regole per le frequentazioni, per il mantenimento, per le spese e soprattutto assegnare la casa.
La bambina protagonista di questa storia ha quattro anni ed il Tribunale per i minorenni di Trieste ha assunto per lei un provvedimento inusitato. Non si era visto mai che la casa, di cui i genitori in lite sono comproprietari, venisse in pratica assegnata alla bambina.
La lite era aspra e, per solito, quando una bimba o un bimbo viene collocato prevalentemente presso la madre, il padre, anche se è comproprietario della casa coniugale, finisce fuori e vede il proprio figlio con umilianti cadenze... a weekend alternati, un giorno alla settimana, per parte delle vacanze estive e delle vacanze natalizie, per le vacanze pasquali ad anni alterni.
Al Tribunale per i minorenni di Trieste questa formula abituale e un po' scontata, nel caso concreto non è piaciuta ed il decreto del giudice è stato schematico. La sentenza è stata depositata lo scorso 29 febbraio dal presidente del Tribunale, Paolo Sceusa.
La bambina è stata affidata ad entrambi, rimarrà nella casa e le frequentazioni madre-figlia e padre-figlia saranno regolate in un modo speciale. I genitori si alterneranno il lunedì mattina, settimana dopo settimana, nella casa che è di fatto assegnata alla bimba. Ciascuno di essi nella sua settimana dovrà garantire i rapporti con l'altro e provvedere al mantenimento nella quotidianità contribuendo poi al 50% delle spese straordinarie (salute, istruzione e tempo libero). Tutto ciò anche con l'eventuale supporto di altri loro familiari. Dice la sentenza: «La minore viene affidata in modo condiviso ad entrambi i genitori i quali, limitatamente alle decisioni di ordinaria amministrazione e al tempo in cui la figlia è con ciascuno di essi, eserciteranno la potestà separatamente».
Non sarà facile eseguire questo provvedimento che sembra quasi provocatorio, una specie di paradigma per insegnare almeno ai genitori a fare, settimana per settimana, il proprio dovere. La bimba nel provvedimento è al centro della tutela, si affaccia anche la figura dei nonni.
Un progetto audace che può infrangersi sugli scogli della quotidianità. Una specie di mediazione familiare regolamentata dal giudice. Ma le buone intenzioni vanno apprezzate e un po' di ottimismo non guasta.

CESARE RIMINI

tratto da CORRIERE DELLA SERA di Giovedì 8 Marzo, 2012 - © RIPRODUZIONE RISERVATA