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Servono Mediatori Internazionali: un Nobel indica la strada all' Italia
 

 

di FULVIO SCAPARRO

Martti Ahtisaari, già presidente della Finlandia e Premio Nobel per la Pace nel 2008, ha dato un contributo decisivo come mediatore in molti conflitti internazionali. È molto noto nella politica ma non al grande pubblico: da vero mediatore, non ama il palcoscenico perché sa che non i proclami, non la propaganda, non la pubblicità, ma la riservatezza, l' attendibilità, e il prestigio personale che gli vengono riconosciuti sono le qualità necessarie per il buon esito dei negoziati. Se un mediatore ritiene se stesso il personaggio più importante ai fini del raggiungimento della composizione di un conflitto, sbaglia di grosso. Ahtisaari ritiene che il ruolo del mediatore sia molto simile a quello di un' ostetrica: non è lui o lei la causa della gravidanza e il bambino non è suo ma dei genitori, cioè delle parti che stanno cercando di mediare la pace. Il suo ruolo di ostetrica termina con la nascita ma, avendo conquistato la fiducia delle parti, la sua presenza come consulente può essere ancora utile negli anni successivi. Resta il fatto che il successo dei negoziati è delle parti e il mediatore ha soltanto agito come catalizzatore. Non c' è spazio per il protagonismo del mediatore che, terminato il negoziato, si ritira nell' ombra. A lui o a lei si potranno rivolgere ancora altre parti in conflitto, certe della sua integrità personale e della sua assoluta indipendenza e imparzialità. Oggi che spuntano come funghi mediatori dell' ultima ora, dobbiamo chiederci quali credenziali abbiano per proporsi come tali ed essere accettati con fiducia dalle parti in conflitto. Come fidarsi di pseudomediatori che amano le luci dei riflettori, tutt' altro che riservati e con evidenti interessi nel conflitto? Diceva John Kennedy: «Non si deve negoziare per paura, ma non si deve mai aver paura di negoziare». Ma non si negozia senza mediatori credibili. Il mio Paese, come ho scritto in queste pagine l' 11 marzo, potrebbe avere un futuro nel diventare un laboratorio di pace nel Mediterraneo, ma le credenziali si costruiscono nel lungo periodo, modificando radicalmente la nostra politica estera e preparando uomini e donne in grado di presentarsi sulla scena internazionale con quelle garanzie che i grandi e spesso misconosciuti costruttori di pace hanno saputo offrire.

Fulvio Scaparro © RIPRODUZIONE RISERVATA
 

articolo pubblicato sul Corriere Della Sera di Domenica 3 Aprile  2011

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