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UNA DIVERSA POLITICA ESTERA PER DIMOSTRARE DI ESSERE MATURI
 

 

di FULVIO SCAPARRO

Centocinquant’anni di Unità sono pochi per una nazione ma sufficienti per sperare che l’Italia, ormai lontana dagli anni dell’infanzia e ancora nel pieno di una turbolenta adolescenza, possa mettere, come si dice, la testa a partito ed entrare nella maturità. Una prova di maturità potrebbe essere un radicale cambiamento nella nostra politica estera. Non avamposto a difesa dei confini meridionali dell’Europa né «appendice sfibrata» (Franco Cassano) di una politica comunitaria incerta e ondivaga, l’Italia potrebbe ritagliarsi un prezioso ruolo diventando protagonista come promotrice attiva di dialogo e cooperazione tra i popoli del Mediterraneo e tra questi e la Comunità europea. Piuttosto che interrogarmi se si tratti o meno di una «vocazione» alla mediazione, preferisco parlare di «necessità» di mediare o anche di coraggio di mediare, vista la crescente propensione alle prove di forza. Ci si può incontrare per negoziare partendo da tre premesse: il rifiuto della violenza interna a ciascun Paese; la scelta della democrazia politica e la centralità dei diritti umani (diritto alla vita, alla famiglia, al lavoro, all’ambiente, diritti delle donne), nel rispetto delle minoranze. Su questa base ogni sviluppo positivo è possibile, come ci insegna l’esperienza della Comunità di Sant’Egidio di Roma, internazionalmente nota e apprezzata per il suo impegno nella composizione dei conflitti con la mediazione e il dialogo. Visto che la mondializzazione dell’economia ha cambiato i flussi del commercio internazionale riducendo la centralità dell’asse atlantico, il Mediterraneo sta sempre più diventando un’area di collegamento tra diverse parti del mondo e l’Europa. Cambia dunque il ruolo stesso dell’Italia nel mondo e serve una diversa politica estera, in cui la ricerca ostinata delle ragioni per dialogare sia centrale nell’attività della nostra diplomazia. Per una politica che faccia dell’Italia un Paese utile a se stesso, all’Europa e al mondo, e per questo apprezzato e rispettato.

Fulvio Scaparro © RIPRODUZIONE RISERVATA
 

articolo pubblicato sul Corriere Della Sera di Venerdì 11 Marzo  2011

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