Studio
Usa: l’indifferenza migliore strategia. Scaparro: si sentiranno
abbandonati
MILANO
— Cari genitori, non sapete più che pesci pigliare? Le avete tentate
tutte ma con vostro figlio è una battaglia continua? Di mangiare a tavola,
farsi il bagnetto o lavarsi i denti non ne vuole proprio sapere? Provate così:
arrendetevi. Lasciategli fare quello che vuole, e con un bel sorriso sulle
labbra per giunta. Tranquilli, è solo una tattica. Perché l’unico modo
per vincere la guerra è battere in ritirata.
A sostenere che di fronte a un bambino incorreggibile rimproveri e minacce
sono solo armi spuntate è la Yale Parenting Center and Child Conduct Clinic,
un importante istituto americano specializzato nell’aiuto alle famiglie
in difficoltà. Più si cerca di convincere i figli a fare qualcosa, più si
alimentano il loro stress e la loro voglia di ribellione. E allora il
consiglio è di smetterla di stargli addosso, di pregarli, di promettere
loro castighi o ricompense. Meglio ignorarli del tutto e dirgli che possono
comportarsi come gli pare. «I denti? Non ti preoccupare tesoro, che sarà
mai! Li laverai un’altra volta»: spiazzato da tanto lassismo,
assicurano i terapisti d’oltreoceano, nel giro di un paio di giorni anche
il bimbo più testardo smetterà di fare i capricci e tornerà da solo sulla
retta via.
Un cambio di prospettiva che rivoluzionerà il mestiere di genitore? Meglio
andare coi piedi di piombo. «Negli ultimi anni ne abbiamo avuti anche
troppi di cambi di prospettiva, siamo passati dalle maniere forti alle
pacche sulle spalle — dice lo psicoterapeuta Fulvio Scaparro, autore,
tra gli altri, de La bella stagione. Dieci lezioni sull’infanzia e
sull’adolescenza —. È la dimostrazione, ahimè, che una linea vincente
buona per ogni situazione non esiste. Senza contare che i bimbi non sono
tutti uguali». Ecco professore, l’indifferenza verso i loro capricci
può funzionare? «Ho i miei dubbi, il far finta di niente di fronte a un
comportamento sbagliato può semmai fare danni: il bambino potrebbe
sentirsi trasparente, provare un senso di abbandono. Ma ancora prima, è
importantissimo capire la natura di questi capricci insistenti. Spesso
sono legati a un disagio in famiglia, a una difficoltà a scuola: ignorare
simili situazioni è sempre un errore grave ». In ogni caso quando
padri e madri pretendono il rispetto delle regole devono farlo in un clima
più sereno possibile: «Con i figli è utile aver presente quel vecchio
slogan sindacale che diceva di 'resistere un minuto in più del padrone'
— continua Scaparro —, però mai essere troppo duri, e soprattutto i
genitori devono stare ben attenti a non trasferire sui piccoli lo stress
che accumulano nel rapporto di coppia o sul lavoro».
«Educare un bambino è un’arte», dice la psicoterapeuta Anna Oliverio
Ferraris (tra i suoi saggi, Dai figli non si divorzia ), nella quale ci
vuole «tanto equilibrio». Virtù che i consigli dello Yale Center non
incoraggiano: «I genitori non devono essere ondivaghi, perché i bimbi
sono abitudinari e hanno bisogno di un codice di comportamento certo.
Troppe concessioni li possono convincere che il ricatto, alla fine, paga.
Non solo, fare i permissivi per due giorni interi mi sembra davvero
troppo. La permissività va usata a piccole dosi, alla stregua di brevi
tregue per responsabilizzare il bambino. Del tipo: 'Bene, ora se nervoso,
calmati per un’ora e poi ne parliamo'. Un discorso che già a cinque o sei
anni sono in grado di comprendere ». E tra severità e indifferenza, le
mamme cosa preferiscono? L’attrice Asia Argento, due figli, Nicola
Giovanni di 1 anno e Anna Lou di 8, sceglie l’astuzia: «So benissimo
che per una bimba i piccoli doveri quotidiani sono terribilmente noiosi,
così li ho scritti su una tabella: dal mangiare la frutta ai compiti al
lavarsi i denti. Ogni volta che fa una di queste cose, ci mettiamo accanto
una stellina, e alla fine della settimana se ha raggiunto il punteggio
stabilito scatta un piccolo regalino. È un gioco divertente per mamma e
figlia che rende inutili le sgridate».
Oltre all’ultima arrivata Anastasia, nata lo scorso giugno, l’ex
campionessa di atletica Fiona May ha una vivacissima bimba di 7 anni,
Larissa: «È stupenda e piena di energie: non è un facile tenerla a
freno. Ma io non ho mai sopportato di essere sgridata e odio rimproverare
mia figlia. Come mi comporto quando lei esagera? Non ho bisogno di alzare
la voce, siamo fatte l’una per l’altra: tra di noi basta un’occhiata».
Fabio Cutri
----------------------------------------------------------------
Qui Lina
di LINA SOTIS
I bambini terribili si curano con l’indifferenza. Poi o gli passa o ti
accoltellano.
Articolo
pubblicato sul Corriere della Sera, del 21 settembre 2009
Altri scritti di Fulvio
Scaparro
|