Accademia di Fitomedicina e Scienze Naturali - Associazione No Profit Fondata nel 1996

 

Accademia di Fitomedicina e Scienze Naturali

 

E' importante proporre, proprio qui, in questo piccolo angolo dedicato ai Parchi e agli Orti Botanici, una breve, ma speriamo efficace, descrizione dei mezzi per lo studio della gestione delle risorse naturali rinnovabili, e degli effetti che l'inquinamento, con lo sviluppo industriale e l'espansione urbanistica, ha provocato cambiando l'aspetto dei territori.

La premessa da fare è che il reperimento dei dati, già difficile per molti settori, è ancor più irto di ostacoli per tutte le scienze ambientali, compresa l'ecologia, e comporta complesse implicazioni sul grado di efficacia dei modelli che si vogliono utilizzare.

Abbiamo habitat naturali devastati a causa dell'alterazione e frammentazione del territorio in aree che possono essere in parte, o totalmente, isolate per varie motivazioni, come il taglio di un bosco o la bonifica di una zona umida, o la costruzione di piste da sci e strade. Il libero movimento degli animali, in questo modo, viene impedito; gli habitat distribuiti in modo non regolare. La frammentazione ha, ovviamente, ripercussioni sulle popolazioni che vivono sul territorio, riducendo i loro contatti, rendendole più deboli quindi più vulnerabili e poco resistenti alle fluttuazioni naturali.

I cicli biologici di molte specie vegetali e animali hanno subito pesanti interventi di alterazione e trasformazione da parte dell'uomo che, egoisticamente, tende a manipolare, adattare, il territorio, quindi gli ecosistemi, presenti per conformarli ai propri interessi e esigenze, fino a minacciare la salute e l'integrità delle specie esistenti.

I grandi disastri ecologici (Bophal, Seveso, ecc.) hanno catalizzato l'attenzione producendo la convinzione che anche fenomeni meno eclatanti, ma ripetitivi, comportino danni agli ecosistemi. Gli effetti probabilmente non si notano subito, ma a lungo andare, dopo anni, si evidenziano perché specie vegetali e animali non riescono più ad adattarsi ai batteri, ai parassiti (fattori biotici) e ai fattori abiotici dei diversi habitat.

Si potrebbe pensare, a questo punto, per la rilevanza del problema, che i mezzi di analisi e studio, per queste problematiche, siano numerosissimi e sofisticati.

Non è così.

L'Ecologia, intrinsecamente, è di difficile strutturazione, non ha caratteristiche rigorose, né omogenee; è di difficile schematizzazione per l'enorme varietà e complessità degli aspetti di cui si occupa, e dei fenomeni più disparati che rappresenta.

Analizzare quantitativamente il "settore ecologia" vuol dire indagare sia l'aspetto demografico puro e semplice, che le interazioni tra due o più popolazioni; nonché studiare lo sfruttamento delle popolazioni animali, stimare il rischio di estinzione di una determinata specie con o senza riferimento alla distribuzione. Si devono determinare gli indici di biodiversità e quelli di "predisposizione" ambientale del territorio; effettuare studi ecotossicologici e calcolare i bioindicatori di integrità biologica.

I cosiddetti "effetti ecologici" di un determinato inquinamento, però, racchiudono problematiche radicalmente diverse tra loro: la contaminazione, l'impatto economico dell'inquinamento. Ogni particolare situazione, quindi, richiede un modello appropriato con conseguente  sviluppo di programmi studiati "ad hoc" per cogliere le caratteristiche  principali. Al contrario di quanto accade per altre branche delle scienze ambientali, non esiste una divisione netta tra modelli matematici applicativi e modelli di ricerca.

I sistemi ecologici hanno una complessità enorme, non riproducibile in laboratorio. Qualora si ottengano dei risultati, come avviene in campo ecotossicologico con delle analisi che permettono di indagare i componenti caratteristici del sistema ecologico, è indispensabile che si possano generalizzare applicandoli a sistemi naturali. Ma i sistemi naturali hanno una gamma di variabili climatiche, ecologico-comportamentali e fisico-chimiche che rendono inapplicabili i risultati ottenuti.

La mancanza di un approccio "sistematico" e "rigoroso" alla creazione di modelli per l'ecologia sono dovuti a:

  • assenza della possibilità di operare in condizioni controllate di luce, temperatura, umidità, nutrienti, ecc.;

  • all'impossibilità di variare le condizioni esistenti;

  • assenza della possibilità di ripetere gli esperimenti riproducendo le stesse condizioni.

Le scale temporali, inoltre, sono così grandi che non è possibile replicare lo studio di sistemi biologici in condizioni diverse.

Piante e animali, in base alle loro caratteristiche fenotipiche, genetiche e comportamentali, rispondono, alla variabilità delle condizioni ambientali e al disturbo arrecato dall'uomo, provocando processi ecologici molto complessi.

Il problema potrebbe essere affrontato studiando i singoli componenti (biochimici e fisiologici) degli ecosistemi, ma ciò non potrebbe spiegare i fenomeni che si osservano tra popolazioni e comunità. I risultati più interessanti si sono avuti attraverso uno studio olistico, che ha considerato fondamentali lo studio della dinamica delle popolazioni e delle comunità, e gli indicatori aggragati dell'ecosistema.

Da pochi anni, inoltre, si stanno proponendo modelli meccanicistici basati sulla descrizione minuziosa di meccanismi ecologici rilevanti su piccola scala spaziale, temporale e di organizzazione gerarchica degli ecosistemi, e sulla descrizione del destino demografico di ogni singolo individuo. Sarà con questi modelli che, probabilmente, si riusciranno ad avere previsioni dettagliate sugli effetti ecologici del disturbo dovuto alle azioni dell'uomo.

 

Biblio.

  • Ehrlich P.R., Ehrlich A.H. - Enviromental Ecology; the ecological effects of pollution disturbance and other stresses. - Academic Press, London (1991).

  • Gatto M. - Introduzione all'ecologia delle popolazioni. - (1985).

  • Guarisio G., Calori G., De Leo G., Del Furi L. - 100 programmi per l'ambiente. - Città Studi Edizioni - Milano (1997)

  • Hollings G.S. - Cross-scale, morphology, geometry and dinamics of ecosystems. Ecological monographs. - (1992)

 

U.R.L.

 

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