Accademia di Fitomedicina e Scienze Naturali
PRINCIPALI COSTITUENTI TOSSICI
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"Primum non nocere" L'aconito (Aconitum napellus; fam.: Ranuncolacee) è molto tossico, è da evitare la raccolta i suoi splendidi fiori azzurro-violacei a forma di elmo. Il veleno di questa pianta, infatti, può penetrare attraverso la pelle. Dryopteris filix-mas (L.) Schott. (Disegno di Carmen Basile) Le donne veneziane, nel XVI secolo, per ravvivare la luminosità dello sguardo e dilatare le pupille, usavano la belladonna(Atropa belladonna; fam.: Solanacee). Anticamente questa pianta serviva a preparare la "pomata della strega", utile a rendere insensibile la pelle prima di un intervento. La belladonna è molto tossica, fiorisce in estate con bei fiori rosso porpora; le sue bacche nere e lucenti, definite dai francesi "ciliege della follia", possono essere mortali se ingerite. Contiene atropina, utilizzata in medicina per la sua azione antispasmodica, antiasmatica e midiatrica (provoca dilatazione della pupilla). Coffea arabica L. (Disegno di Carmen Basile) Mangifera indica L. (Mango) Disegno di Carmen Basile
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LA TOSSICITA'
Compito della tossicologia è lo studio degli effetti dannosi che una determinata sostanza provoca sugli organismi viventi. La tossicità delle piante può interessare l'organismo nelle seguenti maniere.
Tossicita' locale Per contatto con alcune erbe e piante si possono avere lesioni, che interessano le mucose e la cute, di tipo irritativo e/o caustico. Frequenti sono le dermatiti allergiche e da contatto (eruzioni cutanee, bollose). L'intolleranza al pomodoro si puo' accompagnare anche a stomatite. Esistono anche dermatosi provocate dall'esposizione alla luce solare, in persone che hanno in precedenza usato sostanze quali: bergamotto, o prodotti contenenti furocumarine, come a esempio il fico (Ficus carica L.), le cui foglie rivestite di peli e ricche di lattice possono essere irritanti. Non bisogna dimenticare l'ortica (Urtica dioica L.) per il suo contenuto di istamina, e l'ananas (Ananas sativus) di cui è riportato, in letteratura, un caso di dermatite bollosa causata dal succo del frutto. Ananas sativus L.
Tossicita' sistemica Si stabilisce in rapporto alle qualita' e caratteristiche del principio attivo; è opportuno ricordare che nei semi di mandorle amare (Prunus amygdalus varieta' amara), e anche nelle ciliegie, albicocche, pesche, prugne e nel lauroceraso, sono contenuti i glucosidi cianogenetici. Particolarità di questi glucosidi è quella di leberare, per idrolisi, acido cianidrico, sia a opera degli enzimi contenuti nelle piante, ma anche nel corso della digestione nello stomaco. L'intossicazione si manifesta per il fatto che lo ione CN- riesce a bloccare gli enzimi ossidativi preposti alla respirazione; ne consegue una grave forma di anemia isotossica. Le caratteristiche e le qualità del principio attivo contenuto nelle piante condiziona il carattere sistemico della tossicità; alcuni principi attivi possono risultare mortali anche se assunti in dose piccolissima.
Tossicita' limitata ad alcuni apparati La tossicita' che riguarda le specie vegetali puo' interessare l'organismo o con carattere locale, o con carattere sistemico. Le piante medicinali, inoltre, possono subire contaminazioni esterne da parte di numerose sostanza, quali a esempio i pesticidi, le tossine microbiche, i gas, elementi radioattivi, metalli e microrganismi. E' da segnalare la possibile contaminazione con sostanze farmacologiche di sintesi (FANS, cortisonici, benzodiazepine), con ormoni tiroidei e con altre droghe vegetali, che possono risultare molto pericolose; a esempio: la digitale, la belladonna, il colchico, e la Rauwolfia serpentina, e piante medicinali contenenti gli alcaloidi pirrolizidinici. Per quanto riguarda le reazioni avverse (effetti indesiderati), queste possono essere cosi' schematizzate:
Le reazioni idiosincrasiche rappresentano una risposta molto particolare in quanto non sono allergie, né parallergie.
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Principali costituenti tossici Tra i principali costituenti tossici delle piante medicinali si ricordano gli alcaloidi pirrolizidinici, i tannini, il safrolo, il b-asarone, i lattoni sesquiterpenici, l'estragolo, l'antecotulide, gli antrachinoni e gli ossalati.
Alcaloidi pirrolizidinici Sono contenuti in diverse piante e tra queste: Alkanna tinctoria, Borrago officinalis, Crotolaria, Eupatorium cannabinum, Heliotropium, Lithospermum officinalis, Petasites, Pulmonaria, Senecio, Symphytum, Tussilago farfara. Gli alcaloidi pirrolizidinici hanno dimostrato un notevole grado di epatotossicità (in alcuni casi ben documentati nell'essere umano) con cirrosi epatica e ascite. Tale situazione viene attualmente definita con il termine VOD o "senesciosi" o malattia veno-occlusiva. Fortemente sospettati di indurre tumori epatici, questi alcaloidi sono tossici anche per il sistema nervoso centrale, per i polmoni ove possono provocare ipertensione polmonare, e anche per il cuore dove è possibile l'insorgenza di una ipertrofia del ventricolo destro. Piante contenenti alcaloidi pirrolizidinici non debbono mai essere somministrate in gravidanza o nell'allattamento.
Tannini Alcuni estratti di piante contenenti tannino hanno evidenziato un'attività cancerogena, e sotto osservazione sono le piante contenenti tannino come l'amamelide, l'uva ursina, la vite rossa, ecc. Anche i tannini del tè estratti e concentrati hanno evidenziato attività cancerogena. E' però opportuno precisare che tale osservazione non riguarda la pianta del tè in "toto", bensì solo un suo componente isolato. Le piante contenenti tannini vanno usate lontano dai pasti.
Safrolo E' contenuto nell'olio essenziale di Illicium anisatum L., di Sassafras albidium Nees, Octoea cymbarum, Octoea pretiosa Benthed Hooc. Il safrolo, inoltre, è contenuto nella canfora, nella cannella e nella noce moscata. L'uso prolungato, in particolare a elevati dosaggi, dovrebbe essere evitato. Nel 1960, negli USA, è stato ritirato dal commercio l'olio di Sassafras albidium, utilizzato per aromatizzare delle bevande analcoliche, che aveva dimostrato azione cancerogena. Nell'erba cinese yangl-yangl (Cananga odorata Hook e Thomson) è contenuto un isomero del safrolo, l'isosafrolo, che è risultato cancerogeno, a livello del fegato, nel topo.
b-Asarone L'olio essenziale di calamo aromatico contiene questa sostanza che nel ratto ha dimostrato di poter provocare cancro dell'intestino tenue. Il b-asarone, inoltre, danneggerebbe i linfociti umani e ha attività mutagena sui batteri.
Estragolo Contenuto nel Foeniculum vulgaris e in altre piante; non si dovrebbe somministrare ai bambini.
Antecotulide Tutti i prodotti usati in cosmetica, o per via topica, non dovrebbero contenere questa sostanza (lattone sesquiterpenico) che può sensibilizzare la cute.
Antrachinoni Viene citato (M. Palmery) uno studio epidemiologico condotto su settecento pazienti che presentavano depressione, anoressia, disturbi della personalità, in cui si evidenziava che circa il 80% di essi faceva un uso non occasionale di sena, o piante contenenti antrachinoni. In Germania, inoltre, in un altro studio epidemiologico si è evidenziato l'aumento di incidenza del cancro del colon in pazienti che avevano una storia clinica di lassativi antranoidi; il diantrone è stato ritirato dal commercio per un'azione cancerogena nei roditori.
Nella prescrizione e nella somministrazione degli oli essenziali bisogna osservare diverse precauzioni di carattere generale. Ad esempio è sempre opportuno diluire l'olio essenziale nel caso sia somministrato per via orale; tali diluizioni possono avvenire in miele, tinture madri (1-5%), alcol etilico (80%) e olio vegetale. Se invece l'olio essenziale viene somministrato in aerosol occorrerà diluirlo in soluzione fisiologica (1-3 gocce di olio essenziale in circa 2 ml di soluzione). In pazienti sofferenti di asma bronchiale, o che ne abbiano sofferto, la somministrazione di olio essenziale per aerosol va evitata; ovviamente in pazienti sofferenti di fenomeni allergici, ipersensibili, l'uso degli oli essenziali andrebbe generalmente evitato, e sarà più opportuno verificare la tollerabilità individuale. Anche in caso di applicazione esterna l'olio essenziale, nella quasi totalità dei casi, va applicato diluito, solitamente in olio vegetale (2-5% per gli oli essenziali fenolici, fino al 20% per quelli più dolci). Infine, non si devono iniettate gli oli essenziali, non applicarli puri sulle mucose, osservare una grande attenzione in gravidanza, allattamento, pediatria, valutare sempre la loro tossicità.
Lattoni sesquiterpenici Possono produrre diversi effetti farmacologici: reazioni allergiche (dermatiti da contatto), irritazioni cutanee, reazioni convulsivanti, effetti citotossici. Tra le piante che contengono lattoni sesquiterpenici: arnica montana, enula, tanaceto, lattuga virosa, alloro, cardo benedetto, girasole, cicoria, piretro.
Rapidamente assorbiti dal tubo digerente, gli ossalati si combinano con il calcio serico a formare ossalato di calcio insolubile, con conseguente ipocalcemia e sintomi di privazione di calcio (tetania, tremori, crampi), si avrà anche danno renale (precipitazioni di cristalli di ossalato di calcio nei tubuli renali.
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