Accademia di Fitomedicina e Scienze Naturali

 

Accademia di Fitomedicina e Scienze Naturali

 

VVV

Valeriana [Valeriana officinalis L.]

Verbena officinale [Verbena officinalis L.]

Verga d'oro [Solidago virga aurea L.]

Viburno [Viburnum prunifolium]

Vinca minor [Vinca minor L.]

 

|top||erbario||percorsi||home||@-mail|

 

piuma.gif (1094 byte)

 

Valeriana
Valeriana officinalis L.
Inglese:Common valerian. 

Habitat e descrizione. Pianta erbacea comune sia coltivata che allo stato selvatico; presenta rizoma corto e fusto semplice, è propria dei luoghi ombrosi e umidi. Le sue foglie sono opposte e pennatosette; i fiori, raccolti in corimbi apicali, sono di solor rosa. I frutti sono acheni ovoidali. E' tipica delle regioni fredde dell'Europa, dell'Asia. Può raggiungere il metro e mezzo di altezza e si raccoglie in primavera avanzata.

Note storiche. Già nell'età greco-romana si conoscevano gli usi terapeutici di questa pianta; probabilmente Dioscoride fece una delle prime descrizioni di questa pianta, che consigliava come analgesica, diuretica, emmenagoga e come antidoto ai veleni. Fabio Colonna e Domenico Panaroli, nel 1500, impiegavano la valeriana nella cura dell'epilessia. Nicola Andria, parlando di Fabio Colonna, raccontava: <<Fabio Colonna, il quale, venendo afflitto dal mal caduco, intreprese la lettura degli antichi [...] s'imbattè nella descrizione dell'erba Phu, sommamente raccomandata nell'epilessia. Ei, tenendo presenti que pochi caratteri stabiliti dal mentovato autore, cominciò con grandissima diligenza a visitare le campagne acquistando un'estesa cognizione delle piante nostrali. Addivenne in tal modo il più celebre botanico de' suoi tempi, e nella Valeriana riconobbe con estrema gioja la decantata erba Phu. Non perdè tempo ad usarla con generosità e dopo breve tempo ottenne il bramato intento, donde la Valeriana stabilì da quell'epoca la sua opinione, e si riputò uno specifico dell'epilessia [...]. Pare intanto, che'l surriferito ristabilimento non debbasi tanto ascrivere alla Valeriana, quanto a quel nuovo genere di vita, cui l'inferno potè darsi nel coltivamento della botanica, e a quelle spezie di soddisfazioni e di calma, ei cui il suo spirito rientrò dopo lo stentato scoprimento, nel quale aveva riposto la sua titale guarigione [...]. Nel 1700 Haller e Boehave confermarono i successi del Colonna e del Panaroli; nel secolo scorso, inoltre, la "Storia naturale medica" dava le seguenti indicazioni: <<La radice è usata in polvere o in estratti nella isteria, nelle nevrosi e nelle febbri intermittenti.

Parti usate. Il rizoma e le radici.

Componenti principali. Olio essenziale composto da esteri del borneolo (isovalerianato di bornile, acetato di bornile, ecc.), sesquiterpeni, eugenolo, alcoli. Altri componenti sono: valeropotrati, acidi, esteri, faurinone, alcaloidi, flavonoidi, acidi fenolici.

Indicazioni terapeutiche. Si usa principalmente come ansiolitico e sedativo, nelle sindromi nevrotiche (nevrosi fobiche, isteriche, ossessive), nelle angosce, negli stati di agitazione maniacale, nell'epilessia e nella terapia dei disturbi del sonno. Si impiega, inoltre, con successo nelle manifestazioni della menopausa (disturbi del tono dell'umore, vampate di calore, arrossamenti, tachicardia). Trova indicazione, infine, come ipotensivo e spasmolitico. Si può preparare in infuso, decotto, tintura alcolica e madre.

 

 

piuma.gif (1094 byte)

 

nome pianta
nome latino
nomi stranieri
 Note storiche.
Parti usate.
 Componenti principali.
 Indicazioni terapeutiche.

 

 

piuma.gif (1094 byte)