|
Inglese: Common oak, Pedunculate oak;
Francese: Chêne pédonculé, Chêne rouvre;
Tedesco: Stiel-Eiche; Spagnolo: Roble pedùnculo, Carballo.
Habitat e
descrizione. Albero maestoso, pụ raggiungere i
cinquanta metri d'altezza. Ha foglie di consistenza erbacea, sono poco coriacee e, allo
stato adulto, ovato-oblunghe. Il frutto è la ghianda, dalla forma ovato-oblunga e
acuminata. E' una pianta che predilige le zone temperate.
Note storiche. Il Supplemento al Dizionario di Sanità (1784) dice
della quercia: "E' stitica [...] viene lodata nella dissenteria. Le foglie, e
l'acqua di esse sono consultate nell'emorragia. Le ghiande, e le galle sono molto
astringenti, e con la loro forza alcalina distruggono l'acido che serve d'impedimento a
consolidar le ferite. Si ritrova sopra di essa un visco, il quale è ottimo [...]
e si adopera nella cura delle epilessie in dose di dramme una [...]."
Parti usate. Corteccia e frutti.
Componenti principali. Tannini, amido, resine, sostanze amare . Quercitrina, gomma,
zucchero, ossalato di calcio. Le foglie contengono flavonoidi.
Indicazioni terapeutiche. Astringente, antidiarroico,
nell'uso interno, la farina è utilizzata per curare le diarree infantili. Esternamente il
decotto è impiegato nel trattamento degli eczemi e delle emorroidi. Ha, inoltre, azione
emostatica, antinfiammatoria e analgesica del cavo orale e dell'apparato genito-urinario;
diminuisce l'eccessiva sudorazione locale (ascelle, mani, piedi). E' una pianta che va
utilizzata ai dosaggi stabiliti dal medico.
|