Accademia di Fitomedicina e Scienze Naturali

 

Accademia di Fitomedicina e Scienze Naturali

 

Fitomedicina in Geriatria

Vorrei innanzitutto ringraziare il comitato organizzatore per l'opportunità, a me concessa, di poter affrontare in questa sede un argomento relativamente nuovo come la Fitomedicina in geriatria.

Prima di illustrare la situazione specifica delle persone in età geriatrica mi sembra necessario premettere alcuni brevi cenni su cosa significa invecchiare e su come si può invecchiare bene dato che anziano non è , e non deve essere assolutamente, sinonimo di ammalato.

Durante tutte le fasi della vita l' uomo tende a conseguire uno stato di benessere caratterizzato dall' equilibrio tra una serie di fattori

  • biologico - fisici

  • sociali

  • economico - finanziari

  • ambientali

La continua ricerca del benessere, intesa come pulsione naturale, fa sì che la persona modifichi continuamente, durante la propria vita, l' equilibrio soggettivo tra questi fattori.

Nella vecchiaia, quando per un calo delle performance fisiche e delle funzioni intellettive, il soggetto diventa più suscettibile ad aggressioni da parte di noxoe patogene, la ricerca ed il mantenimento dello stato di benessere diviene molto difficile ed è ostacolata sia da fattori endogeni che esogeni.

 

L' esperienza che si trae dall' attività professionale in ambito geriatrico consente di affermare che invecchiano qualitativamente meglio le persone cui è consentito il rispetto dei propri equilibri naturali che si traduce, in pratica, nel proseguire quelle che sono le abitudini e le consuetudini di vita dell' età adulta.

Con il medesimo obbiettivo, di rispettare il più possibile gli equilibri fisiologici dell' anziano, da alcuni anni si è iniziato ad introdurre l' uso di fitoterapici a valenza terapeutico-curativa o come coadiuvanti delle terapie farmacologiche.

L'analisi dei preparati a base di piante medicinali, nelle loro varie forme farmaceutiche, ha permesso di individuare sostanze dotate di attività terapeutica. Si può quindi "sfruttare" la ricca complessità chimica delle piante, l'insieme dei suoi componenti chimici: il "fitocomplesso", irripetibile per via chimico-sintetica. E' anche ipotizzabile e possibile pensare di isolare un singolo composto chimico delle piante per farne un farmaco.

Sono state così individuate in diverse piante ed utilizzate delle sostanze utili in situazioni patologiche, tipiche dell’ età senile, in cui il paziente richiede, per arrivare a guarigione, solo un aiuto fisiologico senza giungere ad un’ aggressione farmacologica.

In letteratura sono sempre più frequenti i lavori che attestano l’ efficacia terapeutica di derivati vegetali che trovano impiego in numerose patologie dell’ età senile.

Mi sembra particolarmente interessante in questa sede illustrarvi

brevemente due esperienze cliniche a mio avviso particolarmente significative.

La prima esperienza riguarda l'uso di un prodotto stabilizzato, con spiccata attività antimicotica e batteriostatica, a base di estratto di MELALEUCA ALTERNIFOLIA , pianta iscritta nella farmacocopea anglosassone già dal 1949.

 

L' uso di questo prodotto su un pazienti affetti da INTERTRIGO - sottomammaria od inguinale - o da micosi vaginale ha dimostrato una notevole rapidità d' azione, con scomparsa del dolore e del prurito già nelle prime 24 ore ,e remissione completa dei segni clinici in quarta giornata, con il solo uso del medicamento topico

Nelle pazienti in cui la micosi vaginale aveva precedentemente assunto un carattere recidivante con particolari problemi di prurito e vivo dolore - fatto che aveva reso necessario l' uso di antistaminici o cortisonici - è stato associato al medicamento topico la somministrazione del medesimo prodotto per via sistemica.

Abbiamo così assistito alla remissione completa dal settimo giorno di terapia senza che alcuna paziente avesse sviluppato effetti secondari od indesiderati e, nei successivi quattro mesi, nessuna ha presentato nuove recidive.

In questo caso si evidenzia una rapidità di azione ed un’ efficacia terapeutica non seconda a quella dei prodotti di sintesi utilizzati per le medesime patologie ma con il vantaggio di evitare gli effetti collaterali ben noti soprattutto della terapia sistemica.

Un ulteriore esempio, particolarmente significativo, dell’ utilizzo di fitopreparati in clinica geriatrica è la possibilità di trattamento delle Demenze, sia primarie che secondarie, nelle loro fasi di esordio con estratti di Ginkgo Biloba.

Mi sembra opportuno premettere che con questi pazienti è fondamentale associare al trattamento farmacologico una serie di supporti non farmacologici quali la terapia occupazionale, la terapia di orientamento, la riabilitazione psicomotoria ecc. .

Grazie ai suoi fattori costituenti l’ estratto di Ginko Biloba ha anche altre indicazioni terapeutiche quali acufeni e vertigini di origine vascolare ed involutiva, insufficienza venosa, flebiti ecc. .

Il contenuto di gingkolidi, soprattutto il B ( terpeni ) con azione antiossidante, neuroprotettiva e colinergica permette di contrastare il meccanismo patogenetico della sindrome demenziale.

Negli ultimi anni la letteratura scientifica ha riportato una serie di studi, ginkgo contro placebo, che hanno oggettivato i seguenti risultati:

  • miglioramento della capacità mnesica

  • incremento della soglia di attenzione

  • parallelo controllo delle alterazioni comportamentali e psicologiche quali l’ipercinesia motoria, i tratti ansioso depressivi ecc.

Và comunque sottolineata la perdita di efficacia terapeutica negli stati più avanzati della malattia.

Grande attenzione per la cura di questa patologia è rivolta anche a due Labiate: la Salvia Officinalis e la Melissa Officinalis.

A fronte di questi risultati sicuramente confortanti circa l’ efficacia terapeutica deve essere segnalata l’ estrema prudenza nell’ uso di tale pianta in pazienti in trattamento con farmaci antiaggreganti piastrinici, in primis l’ acido acetilsalicilico ed i suoi derivati, in quanto purtroppo in letteratura sono stati riportati casi di emorragie cerebrali causati dall’ interferenza tra i due prodotti ( Paf-acether ).

Quanto detto mi sembra chiaramente esemplificativo della cautela che vi deve essere nel momento prescrittivo di tali prodotti soprattutto nei pazienti anziani che, a causa dei loro particolari equilibri, risultano essere particolarmente sensibili ad effetti collaterali ed indesiderati.

 

Inoltre il fatto che il paziente anziano sia frequentemente in politerapia fa sì che questi si trovi ad utilizzare prodotti vegetali partendo dal luogo comune, che purtroppo pervade anche molti addetti ai lavori, che questi siano scevri da effetti collaterali di sorta che invece esistono, devono essere ben conosciuti dai medici prescrittori e dai farmacisti.

A fronte di questa semplice e modesta esperienza, senza alcuna ambizione didattica, mi è sembrato utile poter documentare la possibilità di utilizzo di bioterapie efficaci, di elevata qualità, senza , per questo, voler sostituire i farmaci di sintesi chimica che devono essere usati quando esiste una vera indicazione clinica.

La possibilità di impiego di prodotti vegetali permette a noi medici di ampliare il profilo prescrittivo soprattutto quando approcciamo pazienti anziani ,con patologie multiple, croniche e con politerapie articolate nelle quali risulta particolarmente importante ponderare l' introduzione di ulteriori farmaci aggiuntivo.

 

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