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quale futuro per le tecnologie wireless?

(2) scontro tra generazioni

nicola zotti

Le tecnologie delle telecomunicazioni wireless sono coinvolte in uno scontro tra generazioni che ha tutti i contorni di una gara tra “cavalli rischiosi” o addirittura paradossalmente perdenti.

Sulla generazione 2 (il GSM) i gestori di telecomunicazioni hanno fondato le proprie fortune nell’ultimo decennio: nonostante tutti i profitti che ha generato e continua a generare, si ha l’impressione che venga considerata una patata bollente, una tecnologia irrimediabilmente invecchiata. Le telecom vedono giunto il momento di abbandonarla per una generazione nuova, capace di ripetere e magari superare i suoi successi.

Momento inevitabile e, forse, neppure rinviabile: tanto evocato negli annunci ad effetto quanto vissuto come denso di incognite e di preoccupazioni nei consigli di amministrazione. Che cosa hanno tesaurizzato le telecom in termini di conoscenza del mercato di quel decennio di GSM, per poter indirizzare una scelta? Si direbbe molto poco, viste le perplessità strategiche attuali.

Sorpese dai propri utenti, ad esempio dal successo degli SMS, oggi le telecom sono invischiate in una inattività fatalistica che provoca reazioni a catena: gli investimenti vengono posticipati, le tecnologie di generazione intermedia sono trascurate, quelle di nuova generazione rinviate a date sempre più remote e incerte, i telefonini rimangono invenduti, i progetti per nuovi servizi non trovano finanziatori.

La cosiddetta generazione 2,5 (il GPRS) che rende il browsing Wap un’esperienza assai meno frustrante che con il GSM, viene considerata, appunto, una generazione di “transizione”: in attesa dell’UMTS, il vero orizzonte della celebrata comunicazione multimediale wireless. Questo teorema ha come corollario implicito che il GPRS è un “cavallo inutile”: perché il browsing Wap è comunque troppo “spoglio” e perché il rischio UMTS è tale da assorbire tutte le risorse disponibili.

Un errore, dato che il GPRS dovrà comunque garantire compatibilità e copertura con l’UMTS: e quindi sarà l’esatto contrario di una tecnologia di transizione, ma un fondamentale sostegno dell’UMTS, con il quale conviverà a lungo.

Dal canto suo l’UMTS sta forse anche peggio. Sarà veloce ma non sufficientemente veloce per mantenere le promesse di una super esperienza multimediale, permetterà di collegarsi in rete, ma non si baserà su un protocollo internet, sarà l’incubo delle unità network che dovranno lottare all’arma bianca con le comunità locali per l’installazione delle numerosissime antenne necessarie a garantire una copertura adeguata.

E, si aggiunge, già appare schiacciata dall’impetuoso avvicinarsi della 4° generazione che, si basi o no sullo standard IEEE 802.11b (il cosiddetto Wi-Fi che si basa sulle frequenze radio a 2,4 GHz utilizzata dalle Lan wireless), sarà per forza di cose più veloce, più “multimediale”, “più” di quella che la precede.

Le telecom hanno attivamente diffuso una concezione darwiniana del progresso tecnologico che però contraddiceva gli obiettivi di business e ha bruciato energie più di quante ne poteva produrre: e di questa trappola sono le prime vittime.

(1) le idee confuse delle telecom
(3) le scelte strategiche sono fatte

nicola zotti n.zotti@angon.it


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Non ha giovato alle telecom la politica degli annunci a sensazione che ha innescato una dannosa competizione tra tecnologie.


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link:

intervista di Nicholas Negroponte a Repubblica.it

un'opinione di Ed Sutherland su Newmedia.com



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