I NOSTRI SANTI PATRONI

 

 

I Santi Fabiano e Venanzio, ai quali la nostra Parrocchia è intitolata, furono accomunati nella dedicazione perché entrambi testimoniarono la loro fede con il martirio sotto l'imperatore Decio.

 

S. Fabiano, forse discendente dalla nobile famiglia dei Fabi, fu acclamato Papa nel 239 quando, nel corso della elezione dei nuovo pontefice, una colomba gli si pose sul capo. S. Fabiano, come Papa, si impegnò a rafforzare gli ordinamenti della Chiesa e a continuare la raccolta degli Atti dei Martiri iniziata dal suo predecessore. Mori nel 1253, durante la settima persecuzione scatenata da Decio, dopo 13 anni di pontificato. Il suo corpo è sepolto nelle catacombe di S. Callisto.

 

S. Venanzio nacque a Camerino nel 235. I genitori, per salvarlo dalle feroci persecuzioni contro i cristiani dell'imperatore Massimino, lo affidarono ancora piccolo ad alcuni eremiti nascosti tra le montagne. Venanzio così crebbe forte nella fede ed appena adolescente volle dedicarsi all'apostolato ed alle opere di carità noncurante della minaccia incombente delle ricorrenti persecuzioni. Arrestato, subì il martirio a soli 15 anni, nel 250. Patrono di Camerino, S. Venanzio è invocato quale protettore delle cadute perchè, come narra la leggenda, gettato per tre volte dalle mura di Camerino, rimase illeso.

 

Mentre con la dedicazione a S. Fabiano nasceva ex novo in Roma una Parrocchia, per quanto riguarda S. Venanzio, si trattò di raccogliere un'eredità antica di storia e di fede. Storia e fede, che affondano le loro radici nel passato e che meritano di essere conosciuti da chi è stato chiamato ad esserne l'erede morale.

 

Nel cuore della vecchia Roma, ai piedi della scalinata dell'Ara Coeli e del Campidoglio, esisteva una volta la pittoresca piazza Aracoeli testimone, nei secoli, dei cortei civili e religiosi che ascendevano al Colle. Michelangelo, nella sistemazione dei Campidoglio, utilizzò la piazza sottostante come sfondo naturale al suo progetto. Piazza Aracoeli era limitata da antichi palazzi nobiliari costruiti, nel corso della storia di Roma, dai Santacroce, dai Fabi, dai Muti Bussi, dai Colonna. La piazza, nel versante opposto al colle capitolino, terminava con la chiesa di S. Giovanni in Mercatello, così detta perchè davanti ad essa si svolgeva un pittoresco mercato.

 

E proprio su questa chiesa dobbiamo concentrare la nostra attenzione, perchè la nostra Parrocchia trae da essa le sue lontane origini. Le prime notizie risalgono al 1264. Filiale della Basilica di S. Marco, S. Giovanni in Mercatello fu anche Parrocchia e tale rimase sino al 1824. S. Bernardino da Siena, giunto a Roma nel maggio dei 1442, predicò a diecimila romani convenuti davanti a S. Giovanni in Mercatello.

 

Nel 1542, con la fondazione dell'istituto di S. Ignazio per la conversione degli infedeli, la chiesa fu concessa da Paolo III al Nobile Collegio dei Catecumeni ed affidata alla Confraternita dei sacerdoti di S. Giuseppe dei Catecumeni. Questi rimasero a S. Giovanni in Mercatello fino al trasferimento della loro sede alla Madonna dei Monti.

 

La chiesa appartenne poi, dal 1634, ai monaci Basiliani di Grottaferrata che la trasferirono nel 1654 al Pio sodalizio dei Piceni. Quando i Piceni passarono a S. Salvatore in Lauro, il Papa Clemente X, che era stato Vescovo di Camerino, nel 1675 concesse S. Giovanni in Mercatello alla Confraternita dei Camerinesi residenti in Roma.

 

In questa occasione il popolo di Camerino volle cambiare l'intitolazione della chiesa dedicandola ai suoi patroni, i SS. Venanzio ed Ansuino. La chiesa, grazie alla generosità della Marchesa Girolama Ruspoli, venne completamente restaurata e riconsacrata, nel 1728, da Benedetto XIII.

 

Pio IX, cessata di esistere la Confraternita, concesse nel 1857 la chiesa di S. Venanzio alla Pia unione dei Sacro Cuore di Maria. Nel 1896, infine, fu ceduta ai Padri Agostiniani dell'Assunzione. All'inizio di questo secolo S. Venanzio, nel suo interno, si presentava così: sopra l'altare maggiore era raffigurato il "Padre Eterno che riceve il Divino Figlio portato dagli Angeli” con in basso i SS. Venanzio e Ansuino e la veduta di Camerino. Al lati dell'altare "S. Venanzio in carcere guarito da un angelo" e "S. Venanzio che fa scaturire una fonte". Lungo la parete destra della chiesa si erigevano le cappelle di S. Giuda Apostolo, della Madonna con bambino, della Madonna di Lourdes. Sulla sinistra, quella del crocifisso di S. Anna, di S. Filippo Neri.

 

Ma dal 1884, con i lavori per la costruzione dei monumento al re Vittorio Emanuele II, l'intero quartiere esistente alle pendici dei Campidoglio venne stravolto.

 

S. Venanzio resistette sino al 1928, quando fu demolita insieme a tutti gli edifici di quel lato di piazza Aracoeli. AI suo posto oggi sorgono i giardini fiancheggianti la destra dell'Altare della Patria. Chi volesse individuare l'antica collocazione della chiesa dovrà porsi con le spalle al portone dei palazzo Muti Bussi e guardare davanti a , oltre la strada. “… E la fontana del Della Porta che zampillava gioiosa davanti a S. Venanzio risulta un po’ sola e spaesata in mezzo al traffico ed in uno spazio per lei troppo vasto ...” .

 

Non volendo disperdere un patrimonio di fede e di arte, il Vicariato di Roma, pochi anni dopo, nel dedicare a S. Fabiano la nuova Parrocchia a Villa Fiorelli, vi aggiunse la cappella di S. Venanzio facendoci diventare così eredi e testimoni di un pezzo di Roma sparita.

 

Dell'antica S. Venanzio sono conservati nella nostra Parrocchia: le balaustre di marmo poste davanti agli altari laterali; il tabernacolo e lo splendido altare settecentesco posti nella cappella di S.Venanzio, antichi reliquiari e paramenti; e sopratutto, salvata dalla demolizione della seconda cappella laterale destra, l'immagine miracolosa della Madonna con Bambino venerata da secoli con il titolo di "Madonna della Misericordia".