3. Chi era Sir Thomas Malory?

Nel capitolo che segue cercherò di presentare in breve le linee di ricerca adottate per giungere all'identificazione del Thomas Malory autore di Le Morte Darthur e la notevole quantità di materiale biografico e interpretazioni dello stesso a cui si è pervenuti. Ho voluto riportare il dibattito ancora irrisolto sull'identità dell'autore perché ritengo che, per quanto si tratti di una questione puramente accademica, esso conferisca un contorno ancora più suggestivo ad un'opera già di per sé affascinate.

Identificare l'autore di Le Morte Darthur costituisce, infatti, un'operazione quanto mai difficile e congetturale, vista la mancanza quasi assoluta di notizie certe sull'identità dell'autore stesso. Anche se il titolo di cavaliere ha fornito al nome dell'autore un'importanza sociale, legale, finanziaria tale da farlo apparire in varie registrazioni dell'epoca, dei vari cittadini inglesi chiamati Thomas Malory, vivi nel periodo in cui la Le Morte Darthur veniva completata, nessuno presenta tutti i requisiti necessari perché si pervenga all'identificazione esatta dell'autore.

Gli unici indizi certi sui quali basare la ricerca per arrivare all'autore di Le Morte Darthur sono quelli che emergono dal testo stesso della lunga narrazione in prosa. Particolarmente illuminanti in proposito sono le chiuse poste alla fine di ognuno degli otto romanzi in prosa che compongono il Manoscritto di Winchester, in cui l'autore, in prima persona, si rivolge direttamente ai lettori con un tono di sofferta sincerità che non lascia dubbi sul fatto che quanto scritto sia assolutamente reale. I messaggi contenuti nelle chiuse sono, si può dire, riassunti nella chiusa dell'ultimo romanzo, Death of King Arthur, che Caxton ha riportato nella sua edizione utilizzandolo come explicit dell'intera opera (53). Da questa chiusa apprendiamo: il nome dell'autore; il suo titolo di cavaliere; il suo attuale status di prigioniero che, a giudicare dai ripetuti appelli ad una good deliverance, spera in una prossima liberazione; che l'opera da lui composta è stata completata nel nono anno del regno di Edoardo IV, cioè tra il 4 Marzo 1969 e il 3 Marzo 1970.

Il punto di partenza per tutti gli studi effettuati è stato perciò la ricerca di un knight - prisoner, come si definisce l'autore stesso nella chiusa posta alla fine di The Tale of King Arthur (54), ancora in carcere nel nono anno del regno di Edoardo IV. Il Thomas Malory individuato seguendo questi criteri è stato per svariati anni da tutti accettato come l'uomo che si stava cercando. In seguito, dopo il ritrovamento del Manoscritto di Winchester, che portando alla luce molti elementi originali del testo scritto da Malory ha ispirato nuovi spunti di ricerca, anche la varietà di inglese nord orientale in cui risulta scritta Le Morte Darthur è stata presa come indizio da utilizzare nella ricerca dell'identità dell'autore. I nuovi criteri di ricerca adottati hanno portato all'individuazione di altri candidati al titolo di autore della lunga narrazione in prosa.

Allo stadio attuale degli studi, tre diversi Thomas Malory vissuti in quel periodo sembrano possedere, oltre alle basilari coincidenze di date di nascita e morte, molti dei requisiti che individuano l'autore de Le Morte Darthur. Tuttavia, per nessuno di loro si può affermare con certezza assoluta che si tratti del knight-prisoner in questione.

Il candidato proposto per primo da Kittredge (55), Sir Thomas Malory di Newbold Revell, Warwickshire, è stato, e per molti è ancora, il più accreditato come scrittore di Le Morte Darthur, in quanto è finora l'unico a presentare entrambi i requisiti di cavaliere - prigioniero. Il nome di Sir Thomas Malory di Newbold Revell, nato probabilmente nei primi quindici anni del 1400, compare nell'elenco dei cavalieri in forze alle truppe di Richard Beauchamp conte di Warwick partecipanti all'assedio di Calais del 1436, nonché nell'elenco degli eletti al Parlamento del 1444 come rappresentante della contea di Warwick. Dal 1450 al 1460 circa, il suo nome appare spesso in documenti che ne attestano l'imprigionamento o la partecipazione in atti criminali. Nel 1462, in piena Guerra delle due Rose, Thomas Malory di Newbold Revell compare di nuovo nell'elenco dei cavalieri al seguito del conte di Warwck in una spedizione nel Northumberland. Sembra che Warwick fosse, in quel periodo, un sostenitore degli York; probabilmente quando più tardi il conte si unì ai Lancaster anche Malory lo avrà seguito, dal momento che il suo nome compare di nuovo nell'elenco degli esclusi dall'amnistia concessa da Edoardo Quarto ai sostenitori dei Lancaster nel 1468 e nel 1470. Thomas Malory di Newbold Revell risulta essere morto il 14 Marzo 1471, ed il fatto che sia stato seppellito nella cimitero della chiesa di Grey Friars, antistante la prigione di Newgate, fa pensare che sia morto proprio in prigione.

Dai cenni biografici sopra riportati tutti gli elementi sembrano convergere verso un'identificazione esatta, tranne forse la mancanza di documenti che confermino, date alla mano, che il nostro uomo si trovasse in prigione nel nono anno del regno di Edoardo Quarto: gli archivi della prigione riportano come ultima data relativa all'ingresso a Newgate di Thomas Malory di Newbold Revell il 1460. Tuttavia, il fatto che egli risulti escluso dall'amnistia concessa ai sostenitori dei Lancaster, viene di solito preso come indizio del suo stato di prigioniero a quel tempo, anzi, per alcuni, proprio questa esclusione avrebbe causato i ripetuti appelli per una good deliverance soon and hastly (56).

Più di uno studioso ha tratto da questi cenni biografici gli elementi a conferma della validità della candidatura di Thomas Malory di Newbold Revell. La data di morte, ad esempio, circa un anno dopo la data indicata dall'autore per la fine della sua opera, occorrenza molto plausibile viste le condizioni di vita delle prigioni dell'epoca, la sua partecipazione all'assedio di Calais, che lo avrebbe portato a contatto con la lingua francese, rendendolo in tal modo in grado di tradurre il French book fonte della materia arturiana; il fatto che il Malory in questione fosse rinchiuso nella prigione di Newgate: Vinaver (57) sostiene in proposito che questo gli avrebbe dato la possibilità di accedere ai libri della biblioteca del monastero di Grey Friars, antistante la prigione, da cui più di un prigioniero pare aver preso in prestito dei libri, a detta di Vinaver. L'ipotesi che Malory abbia avuto accesso attraverso una biblioteca ai manoscritti della materia arturiana francese, verosimilmente non molto diffusi e semplici da reperire all'epoca, appare, in effetti, piuttosto plausibile.

Dal momento che Sir Thomas Malory di Newbold Revell sembrava possedere tutti i requisiti adatti, la tesi della sua authorsip venne data quasi per scontata. Poi, man mano che proseguivano le ricerche nel tentativo di delinearne una biografia il più possibile dettagliata, i nuovi particolari aggiunti sul suo conto aggiungevano a loro volta nuovi dubbi sull'effettiva possibilità che fosse proprio lui lo scrittore che si stava cercando. Molte obiezioni sono giunte da chi non crede possibile che un'opera di materia tanto elevata possa essere stata scritta da un uomo dal curriculum così poco lusinghiero: gli atti della prigione, esaminati con pazienza certosina da Hicks e riportati da Vinaver, (58) mostrano come Thomas Malory fosse stato accusato di svariati crimini tra cui rapina, abigeato, estorsione, violenza carnale e del tentato omicidio del duca di Buckingham. Delle riserve più fondate sono invece state avanzate alla luce degli studi sul Manoscritto di Winchester che hanno evidenziato come il lessico di base dell'opera fosse costituito da una varietà di inglese del nord est dell'Inghilterra.

Prendendo come prova la varietà dialettale, William Matthews (59) ha confutato la tesi di un candidato proveniente dal Warwichshire, nel centro dell'Inghilterra, proponendone uno di origini nordiche: si tratta di Sir Thomas Malory di Studley e Hutton, Yorkshire, la cui parabola esistenziale sembra essersi compiuta entro il periodo giusto. Purtroppo i soli elementi della teoria di Matthews che possono essere considerati come prove e non semplicemente ipotesi a sostegno della candidatura da lui proposta sono quelli linguistici, riportati peraltro in modo effettivamente completo ed esaustivo nel suo libro. La vita di Thomas Malory di Studley e Hutton è stata ricostruita da Matthews sulla base di alcune genealogie e documenti di famiglia come i testamenti. Per giustificare il fatto che il suo nome non compaia mai accompagnato dal titolo di cavaliere viene ipotizzato che Thomas sia stato diseredato ad un certo punto della vita, oppure viene tirata in ballo la probabile incompletezza ed imprecisione di documenti così datati. Tuttavia un illustre sostenitore del candidato di Newbold Revell, Field, confuta decisamente la teoria di Matthews (60), rilevando come negli stessi documenti, l'appellativo Knight venga chiaramente specificato per il primogenito John, così come vengono precisamente riportati Genlemen e Squire, i titoli minori degli altri fratelli. Non ci sarebbero pertanto ragioni per far risalire alla mancanza di precisione la mancata attribuzione del titolo di cavaliere nei confronti di Thomas. Quanto all'ipotesi della diseredazione, Field nota (61) come il nome di Thomas, di nuovo senza altro titolo, compaia ancora nell'ultimo testamento del padre Sir William. Non essendo quindi accertato, né accertabile probabilmente, che Sir Thomas Malory di Studley e Hutton fosse cavaliere, e neppure una sua permanenza in prigione in un qualche periodo della vita, con ogni probabilità non siamo in presenza dell'autore di Le Morte Darthur.

Il metodo di ricerca che tiene anche conto della varietà di inglese in cui è scritta Le Morte Darthur, ha permesso di individuare un terzo candidato come autore dell'opera. Si tratta di Sir Thomas Malory di Papworth St Agnes, nel Cambridgeshire. Questo Thomas Malory appartiene ad una famiglia con possedimenti nell'area del Lincolnshire e in quella del Northamptonshire. Della sua vita sappiamo che ha ricoperto per due volte delle cariche minoritarie per il governo locale e che probabilmente commerciava in tessili, visti i contatti con la Mercers' Company di Londra. Abbiamo anche testimonianza di atti di fellonia da lui compiuti come l'aver rapito, armato di armi varie, il parroco della pieve locale minacciandolo di morte finché non avesse consegnato nelle mani del suo rapitore l'intera chiesa (62). Tuttavia, a parte la testimonianza delle sue malefatte, non ci sono documenti comprovanti la sua permanenza in prigione né il suo nome compare mai unito al titolo di cavaliere, anche se Thomas Malory di Papworth St Agnes quasi certamente apparteneva alla classe nobiliare, dal momento che tutti i suoi antenati per almeno sei generazioni risultano essere stati cavalieri. I sostenitori di questa candidatura (63) danno molta importanza ai legami della famiglia Malory di Papworth St. Agnes sia con l'area del Lincolnshire che con quella del Northamptonshire, a giustificare la varietà di inglese nordico usata nel testo, scelta, si congettura, perché giudicata una varietà più adatta ad un'opera letteraria. Tuttavia, dei due requisiti fondamentali che contraddistinguono l'autore de Le Morte Darthur, Sir Thomas Malory di Papworth St. Agnes non ne presenta neanche uno, rendendo in tal modo poco probabile che ci si trovi di fronte al knight - prisoner in questione.

Per completezza vorrei aggiungere che anche altre candidature (otto in tutto) sono state proposte (64); le tre che ho presentato sono quelle comprovate con argomentazioni più solide e consistenti, quindi tenute in considerazione dalla maggior parte della critica.

Mi rendo conto che l'intera tematica sarebbe stata probabilmente abbandonata da tempo senza l'alone quasi di scandalo che circonda l'uomo del Warwickshire e che ha suscitato molte perplessità. Sono consapevole che le informazioni raccolte nulla aggiungono alla godibilità di Le Morte Darthur, né i documenti possono richiamare alla vita un uomo vissuto cinquecento anni fa, ma ritengo che la questione conferisca ulteriore fascino e grandezza all'opera. Con ogni probabilità, se il suo primo editore fosse ancora nella sua bottega adiacente l'abbazia di Westminster, intento a curare l'edizione di Le Morte Darthur, non ometterebbe certo di impiegare anche la questione del dibattito intorno all'identità dell'autore per suscitare ulteriormente la curiosità dei suoi lettori.

continua

Note

(53) Cfr nota 12 cap. 1.2, p. 22
(54) Come riportato da Vinaver, op. cit. p. XXXVI
(55) G. L. Kittredge, Who was Sir Thomas Malory? Boston 1897
(56) Chiusa di The Tale of Gareth, come riportato da Vinaver, op. cit. p. XXXVII
(57) Op. cit. p. XXVI
(58) Op. cit. p. XXII
(59) William Matthews, The ill-framed knight : a skeptical inquiry into the identity of Sir Thomas Malory, Berkely, U. of California P. , 1966.
(60) P. J. C. Field, The life and times of Sir Thomas Malory, Cambridge, D.S. Brewer, 1993.
(61) P. J. C. Field Op. cit. p. 17
(62) P. J. C. Field Op. cit. p. 9
(63) In particolare R.M Lumiansky, Sir Thomas Malory's Le Morte Darthur, 1947-1987: Author, Title, Text in Speculum 62, 1987 p. 878-97
(64) Per una visione completa cfr P. J. C. Field, Op. cit p. 4-24