Il
viaggio riprende di buon’ora perché oggi sarà una tappa di
pianura piuttosto lunga. All’uscita di Ravenna mi dirigo verso il mare
ma devo attraversare una zona industrializzata estremamente inquinata:
l’aria che entra nei polmoni è acre e maleodorante e, per alcuni
km., la pedalata è un tormento. Passato il porto il paesaggio comincia
gradatamente a cambiare: le ciminiere diventano più rade, l’aria
migliora e lo sguardo comincia a spaziare lungo i canali che, con le reti
da pesca sospese, preannunciano le Valli di Comacchio. La strada che costeggia
la riserva Pineta di San Vitale è piatta ed assolata, ma la brezza
porta l’odore del mare, rischiara la mente e non fa sentire la fatica;
la litoranea si restringe progressivamente sino a diventare una bellissima
stradina tra i campi coltivati. Dopo 23 km. torno sulla strada Romea (n.309)
che, essendo Domenica, non è troppo trafficata; percorro, quindi,
altri 11 km. per poi svoltare nuovamente sulla tranquilla litoranea che
attraversando campi e frazioni porta alla riserva Bosco della Mesola. Cerco
di pedalare lentamente per godermi i bellissimi paesaggi e mi fermo a pranzare
nei pressi di Volano su una torretta di osservazione per uccelli che, isolata
dalla civiltà, domina la palude. Riprendo la bellissima strada isolata
per altri 18 km. sino a Mésola; di qui, percorrendo l’arroventata
e trafficata statale, giungo nei pressi di Chioggia (31 km.). Il viaggio
potrebbe continuare in direzione Venezia prendendo il traghetto per il
Litorale di Pellestina, ma decido di far visita ad amici nei pressi di
Padova; continuo, dunque, lungo strade secondarie ammirando le ultime valli
illuminate dalla luce del tardo pomeriggio e arrivo all’imbrunire alla
meta, dove mi spetta un meritato giorno di riposo.
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