Da sempre i corsi d’acqua
sono stati utilizzati come vie preferenziali per l’esplorazione di terre
sconosciute, gli spostamenti ed i commerci. La navigazione sui fiumi, così
come il percorrere strade parallele a questi, era un modo per spostarsi
più facile e veloce grazie alla mancanza di dislivelli e al costante
approvvigionamento idrico.
Giunti ormai nel terzo
millennio queste esigenze sono perlopiù un vago ricordo dei tempi
in cui le macchine non esistevano; ciononostante, coloro che decidono deliberatamente
di abbandonare le veloci superstrade scegliendo di viaggiare lentamente
in bicicletta, devono necessariamente costruirsi un itinerario appropriato,
che tenga conto dei dislivelli montuosi, delle condizioni del traffico
e dell’aspetto paesaggistico. I corsi d’acqua, perlopiù, soddisfano
queste esigenze: sono spesso costeggiati da stradine poco frequentate e
piste ciclabili, garantiscono un grande contatto con la natura e il loro
percorso crea valli senza grandi dislivelli.
Partendo da Roma, dunque,
ho risalito il Tevere fino agli Appennini, oltre i quali ho incontrato
il fiume Metauro che mi ha accompagnato sino al mar Adriatico; ho poi proseguito
lungo la costa sino a Trieste ai piedi delle Alpi. In Slovenia mi sono
immerso negli stupendi paesaggi e atmosfere del fiume Sava, mentre in Ungheria
sono stato catturato dagli sterminati panorami del Balaton, il più
esteso lago d’Europa. Da Budapest ho poi continuato sulle incantevoli piste
ciclabili che corrono sugli argini del Danubio sino ad arrivare a Bratislava,
Vienna e, infine, Passau in Germania dove il grande fiume incontra l’Ils
e l’Inn; percorrendo quest’ultimo ho concluso il mio lungo ed appassionante
viaggio a Monaco di Baviera.
La bicicletta è
un mezzo discreto e silenzioso che permette di gustare i paesi quasi di
nascosto “da dietro le quinte”; la sua lentezza permette di assaporare
appieno i paesaggi e il contatto con la natura è totale. La fatica
stessa del conquistarsi la strada km. dopo km. in condizioni spesso disagiate
trasmette la forte sensazione di possesso ed al contempo appartenenza ai
luoghi; si ha la consapevolezza che quel paese, ormai, è parte della
propria persona e l’accompagnerà per sempre con vivi ricordi. Purtroppo
se tale fatica viene sottovalutata e si progettano tappe troppo dure, tale
viaggio può diventare un tragico incubo di cui ci si pentirà
per tutta la vita. Risulta pertanto chiaro che, nel definire un percorso,
si devono attentamente valutare le proprie condizioni fisiche, la lunghezza
e i dislivelli delle tappe, le condizioni climatiche e meteorologiche,
il peso dei bagagli, il paesaggio, il traffico veicolare, etc. La somma
di tali fattori determinerà il più idoneo chilometraggio
giornaliero e totale, nonchè la scelta della via migliore da percorrere.
Io ho effettuato il
tragitto in 21 tappe da circa 130 km. (fino ad un massimo di 170 km.) cercando
di volta in volta un giusto equilibrio tra fatica, riposo e tempo per godermi
la natura, le città artistiche e i divertimenti; tale media è
comunque da considerarsi elevata e, avendo il tempo, è preferibile
ridurla a 100 km. giornalieri. Avendo discreto spirito d’avventura, adattabilità
e tenda non ho mai avuto problemi nel trovare alloggio; ho dormito in ostelli
della gioventù, ospite di amici o di gente conosciuta durante il
viaggio, in campeggi, in campi coltivati e persino su una torretta di avvistamento
per cacciatori….
Descriverò,
dunque, il viaggio suddividendolo secondo le tappe effettuate e cercando
di fornire informazioni su chilometraggio, grado di difficoltà,
topografia, altimetria, traffico automobilistico, paesaggi, impressioni
di viaggio ed emozioni; in pratica tutto ciò che può risultare
utile sapere a chi si accingesse a percorrere le stesse strade. Devo, infine,
precisare che il chilometraggio totale indicato all’inizio di ogni tappa
è quello effettivamente percorso durante la giornata, comprensivo
quindi di eventuali deviazioni o visite nelle città; pertanto risulta
spesso maggiore (del 10-15%) rispetto all’effettiva distanza tra punto
di partenza e quello d’arrivo.