La
sistematica implantologica si e’ definitivamente affermata
con il concetto di osteointegrazione grazie
al quale un elemento in titanio puo’
essere accettato dal nostro organismo senza subire rigetto
e puo’ essere caricato di un lavoro quale quello proprio
della masticazione.
La differenza con un dente normale rimane nella aderenza all’osso
alveolare : mentre una radice naturale ha un legamento
che funziona come un ammortizzatore nei processi di compressione
e stiramento, l’impianto non puo’ godere di alcuna
struttura elastica di sostegno e quindi tutto il carico della
masticazione viene scaricato sulla trabecolatura
ossea con possibili eventi, se pur lenti, di riassorbimento
alveolare.
A questo limite si puo’ porre parzialmente rimedio utilizzando
sopra al titanio un materiale meno duro e quindi in grado
di assorbire parte della energia prodotta dalle forze di masticazione,
ma sta di fatto che rimane comunque un elemento estraneo al
nostro organismo ed e’ quindi piu’ bisognoso di
altri di una buona manutenzione.
La possibilita’ di poter eseguire degli
impianti e’ legata alle caratteristiche anatomiche del
sito, anche se oggi e’ molto aumentata grazie alle migliorate
tecniche chirurgiche che consentono di poter inserire impianti
in sedi dove solo pochi anni fa sarebbe stato impensabile.
Dove l’impianto e’ veramente insuperabile e’
nelle situazioni di supporto o addirittura di sostituzione
delle protesi mobili: il paziente che sostituisce la sua protesi
mobile con una su impianti ritrova un comfort ed un benessere
che vanno ben al di la’ della semplice funzione: e’
dimostrato, e facilmente intuibile, un recupero psicologico
nella vita sociale e di relazione.