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Storia di Spigno Monferrato
Sintesi cronologica comparata
della storia di Spigno Monferrato
Riportiamo qui, date e fatti presi da vari testi. Al lettore lasciamo il compito di interpretare le informazioni spesso discordanti.

In colore blu le informazioni attinte dai dattiloscritti trovati in parrocchia.
In colore rosso date e fatti ripresi dal testo La “Charta” di fondazione e donazione dell'abbazia di San Quintino di Spigno - 4 Maggio 991 di B. Bosio
In verde le informazioni riprese da Pareto - Roccaforte sull'Appennino di G.Parola
In azzurro abbiamo riportato notizie da Le streghe di Spigno di Leonello Oliveri, 1996

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Dopo la distruzione dell'abbazia di  San Salvatore di Giusvalla da parte dei Saraceni (prima metà del secolo X) il luogo di Spigno passa all'Arcivescovado di Milano, che lo permuta in cambio di altre terre coi marchesi Anselmo e Oddone, figli di Aleramo, da cui proviene Ugone capostipite dei Marchesi di Ponzone.   (B. Bosio, pag. 206)

Nel secolo X anno 967 la signoria del luogo fu concessa dall'imperatore Ottone II ai discendenti di Aleramo del Carretto.

Nel 976 Spigno passa sotto gli Aleramici, un ramo dei quali, i marchesi del Carretto, ebbero il feudo di Spigno, mentre un'altra diramazione aleramica - i marchesi del Bosco - dominavano la zona di Pareto. (G.Parola pag. 286) ***

Nel 991 Anselmo figlio di Aleramo con atto 4 marzo stipulato nel castello di Visone fonda l'abbazia di S. Quintino.

Enrichetto e Manfredino di Ponzone il 25 giugno 1232 ne vendono la terza parte a Giacomo del Carretto.
Il 22 novembre 1290 i ponzonesi Tomaso, Enrichetto e Manfredino si sottomettono al Comune di Genova e il 3 febbraio 1300 vendono Spigno ad Alberto del Carretto, signore di Vesime. Ma, secondo il Casalis e il Rossi, i possessori di Spigno sontinuano a rivere da Genova le invcestiture sino al 1419, anno in cui la Repubblica di S. Giorgio cede al Marchese di Monferrato tutti i diritti e le suo ragioni al di qua del Giovo.
Il 25 settembre 1333 passa in parte per nozze a Pagano Guasco di Alessandria e il 13 gennaio 1532 Albertino del Carretto lo vende, in parte, a Francesco Spinola. (B. Bosio, pag. 206)


I del Carretto furono signori di Spigno direttamente, come Aleramici, fino al 1355; poi con investitura concessa dalla Spagna tramite il suo Vicario imperiale, che era il duca di Milano.  (G.Parola pag. 286)

La concessione da parte degli Imperatori fu confermata fino al 1335 allorché sorsero le contese tra i vari stati di Europa compreso il Monferrato e che terminarono solo con il trattato di pace di Utrecht 1419 (o 1429).

L’Imperatore Carlo IV nel 1427 richiamati i suoi diritti di alto dominio del Monferrato creò suo vicario il Duca di Milano e costrinse i feudatari di Spigno a ricevere dal medesimo l’investitura.

Nel 1579 per la morte del feudatario Tommaso del Carretto senza prole, venne dal Duca di Milano investito dei Feudo di Spigno, Filippo Il re di Spagna, che a sua volta ne investì Luigi degli Asinari, figlio di una del Carretto.

L'11 agosto 1579 la metà del paese passa a Luigi Asinari, figlio di Caterina del Carretto e signore di S.Marzano.
Il 1° maggio 1614 gli succede il figlio Marco Antonio. Il re Filippo III di Spagna, duca di Milano, erige in marchesato il feudo di Spigno. A Marc'Antonio succede poi il figlio Federico che, per eccessi e violenze, viene proscritto e i suoi feudi sono devoluti alla Camera ducale di Milano. Ma dopo la sua morte, l'11 luglio 1668 ne è investito "Lelio Federico Asinari del Carretto, altrove Invrea, cognato e figlio adottivo", secondo le ricerche nell'Archivio Segreto di Genova. (B.Bosio pag. 206)


A Luigi succede il figlio Marcantonio che riceve l'investitura dalla Camera di Milano 1612.

Filippo III re di Spagna il 10 marzo 1614 erige il feudo in Marchesato e nel 1615 riconferma in tale senso il feudo al Marcantonio.

Gli succede il figlio Federico che il 13 novembre 1626  é in Ratisbona investito del feudo dall'Imperatore Ferdinando Il.

Gli succede nel 1626 il figlio Federico, uomo subdolo, violento ed indegno di comandare. Il sign. Ugo Gavotti di Malvicino, eletto consigliere a Spigno, invita il Consiglio Comunale alla rivolta; ma il marchese Federico lo uccide con le sue proprie mani e minaccia di incendiare Spigno; la popolazione si rivolta, ammazza i suoi masnadieri e chiede aiuto al Governatore di Milano che manda un reparto di 220 soldati spagnoli. (G.Parola pag. 286)

(1630,  la peste colpisce Spigno.  Processo alle streghe di Spigno: anno 1631)

Non sappiamo se la morte in carcere delle "streghe" abbia creato dei problemi al marchese Marc'Antonio Asinari, che del resto morì di lì a poco. A lui successe il figlio Federico cui l'imperatore Ferdinando II nel 1636 concede ampia conferma del feudo di Spigno, salvo poi proscriverlo "per eccessi e violenze" mentre i suoi feudi saranno "devoluti alla Camera ducale di Milano":  se al siluramento del marchese abbia contribuito la storia del processo non ci è noto. (L.Oliveri pag.574)

Interviene nel 1637 Vittorio Amedeo I duca di Savoia che distrugge il castello. Federico riesce a riprendere il potere e fa costruire nel 1640 il suo palazzo presso l'oratorio, con esose contribuzioni degli spignesi in tasse e in mano d'opera non retribuita. La popolazione reagisce e caccia l'odiato marchese Federico con quattro giorni di combattimento ricordati come la "rivolta dei Farabutti", dal 20 al 23 gennaio 1659.  (G.Parola pag. 286)

Le violenze e le intemperanze di Federico costrinsero il Duca di Savoia Vittorie Amedeo I ad invadere colle sue truppe il Marchesato ed a distruggere il Castello di Spigno, ciò che avvenne nel 1637.

Federico però pretendeva dagli Spignesi la riedificazione del Castello, a tal fine imponeva gravi contribuzioni, al che gli abitanti si ribellarono. (Vedere narrazione particolareggiata Episodio dei Farabutti ivi allegata).

L'episodio dei Farabutti si svolse bei giorni 20-21-22-23 gennaio 1659, a memoria di fatto ricorrendo il 23 gennaio la festa di S. Emerenziana fu intitolata a detta Santa una via del paese presso la piazza vecchia e per molti anni la vigilia della festa si accendevano grandi falò e tutt’ora il giorno della festa si canta Messa Solennis e Te Deum .

Con la cacciata del Marchese Federico il Feudo restò devoluto alla Camera di Milano, la quale ne investe il di lui figlio adottivo Lelio Invrea, nobile genovese, cui egli aveva già fatto donazione del Marchesato nel 1665.

Al Lelio Invrea succedè nel 1691 il fratello Ippolito ed a questi il figlio Giov. Battista. Nel 1724 l'imperatore Carlo VI vende il Marchesato di Spigno a Vittorio Amedeo II Re di Sardegna per 350.000 fiorini con diritto di transito delle suo truppe.

Vittorio Amedeo lo concede nel 1730 alla moglie morganatica che aveva sposato il 12 agosto di quell'anno, Anna Teresa Canalis di Cumiana, vedova del Conte Ignacio Novarrina di S. Sebastiano, famosa nella storia sotto il titolo di Marchesa di Spigno, la quale rimasta vedova nel 1732 si ritirò nel monastero della Visitazione in Pinerolo, ove morì nel 1769 addì 12 aprile.

(Ad essa la magnifica comunità di Spigno prestò giuramento di fedeltà come da atto 29 marzo 1731 rogito notaio Giovanni Viazzo).

Spigno passa così sotto la dominazione diretta dei Savoia, che già lo possedevano di fatto, nel 1735, quando i feudi imperiali delle Langhe - tra i quali Spigno si trovava - passarono tutti ai Savoia.

Sotto la dominazione Francese Spigno aveva una giurisdizione molto vasta: si legge infatti sul Bollettino degli atti del Governo francese

Con la formazione del Regno d’ltalia, 1861, un altro comune fu denominato Spigno in terra di lavoro, presso Napoli, detto Spigno Saturnia. Il nostro fu dopo molte discussioni denominato Spigno Monferrato (l'avvocato Santini aveva proposto Spigno Franco; altri Spigno Langhe).

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*** I fatti citati da G. Parola sono ripresi dal Bollettino parrocchiale di Spigno-Pareto redatto dal 1952 al 1958 da don Paolo Lesina e dall'insegnante Lucia Robbiano.

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Introduzione
Notizie varie del paese tratte da un manoscritto della signora Ghiglione
Episodio dei farabutti
     
     
     
     
 
 
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