 |
Brigitte Bardot |
 |
 |
John Coltrane |
 |
 |
Chet Baker |
 |
L'altra
faccia della medaglia del borgataro è costituita da
quei teenagers che, oltre a non avere preoccupazioni
economiche di sorta, possono anche permettersi di
ostentare la propria "diversità": insomma, il
figlio di papà è un pò snob e ci tiene a che gli
altri lo sappiano. Infatti, se a cavallo tra gli anni
cinquanta e sessanta il mito di ogni teenager che si
considera tale è l'America, lui, il figlio di papà,
preferisce l'aristocratica Francia. E ad un universo
giovanile costellato di Marylin, James Dean ed Elvis
Presley, contrappone nuovi idoli più decadenti e
imbronciati, come Alain Delon, Brigitte Bardot, Annette
Stroyberg e Pascale Petit.
Le
ragazze puntano a mantenere intatta la propria purezza:
affermano a voce alta che mai e poi mai cadrebbero preda
delle tentazioni prima del matrimonio, anche se poi,
fuori da occhi indiscreti, sono proprio le adolescenti
di buona famiglia a essere le protagoniste di episodi di
cronaca tutt'altro che impeccabili. Per loro, in ogni
caso, è obbligatorio l'abito elegante, spesso un bel
tailleur scuro, tanto per non dare nell'occhio, e
qualche gioiellino d'oro; assolutamente indispensabile
un atteggiamento altezzoso verso tutto il mondo
circostante, eccetto pochissimi fortunati.
Per
i maschi sono di rigore i capelli ordinati, i vestiti di
classe, e poche idee ma chiare sul proprio futuro. In
alcuni casi i figli di papà portano addirittura i
calzoni fino al ginocchio (alla "Carlo
d'Inghilterra"), fanno il baciamano e la riverenza
alle signore, studiano pianoforte in privato; e,
soprattutto, vengono esibiti con orgoglio da mamma e papà
a parenti ed amici in visita. Per loro, la parola
d'ordine è ribellarsi poco: al massimo, agli occhi più
attenti, traspare un aristocratico "mal de
vivre", ma siamo ben lontani dall'inquietudine
evidente del modello-James Dean. D'altro canto, non
hanno alcun motivo per contestare un mondo in cui si
trovano a perfetto agio; tanto più che si tratta di un
mondo in tutto e per tutto diverso da quello in cui
vivono i loro coetanei comuni mortali. Fatto di feste di
alto bordo, di ricevimenti, di contessini e contessine.
Di scuole, private e altamente esclusive. Ma soprattutto
di frequenti e sontuose vacanze in località "à la page" che rispondono ai nomi di Forte dei Marmi, Saint
Tropez, Portorotondo, le località della Versilia. Sono
in queste ultime, in particolare, che i "figli di
papà" più all'avanguardia si appassionano
all'ascolto di ottima musica jazz: agli albori degli
anni sessanta, si ritrovano al "Bussolotto",
un piccolo ritrovo ricavato da una sala del locale
"La Bussola" di Focette. E' qui che suonano:
il trombettista Nini Rosso; un complesso di studenti che
ricalcano le orme del Modern Jazz Quartet e si fanno
chiamare "I Cinque di Lucca"; e, dulcis in
fundo, il grande Chet Baker, che suona la tromba e canta
ogni sera facendosi accompagnare al pianoforte da Romano
Mussolini. "E'
splendido" - dicono le "figlie di papà"
sdraiate sulle sedie a tela di ragno, che sono una
caratteristica del locale - "quando
suona, Chet Baker sembra un angelo".
Alla
fine dell'estate questi teenager tornano in città e
convincono molti loro simili ad abbracciare una
filosofia di vita decadente, un pò beatnik e un pò
esistenzialista, fatta di Charlie Parker e John Coltrane
come anche di Juliette Greco ed Edith Piaf. Si ritrovano
a parlare di arte e di musica, di Salvador Dalì e di
T.S. Eliot, sempre con un'immancabile sigaretta Gauloise
tra le dita e la consueta puzza sotto al naso. Ogni
tanto, però, le vecchie abitudini riprendono il
sopravvento: e allora, i discorsi si spostano sugli
ultimi eventi relativi alle cosiddette "teste
coronate": "Don Juan di Spagna sposerà Sofia
di Grecia?" "E'
meglio Paola di Liegi o Grace di Monaco?"
|