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Diritti

Il libro
Architettura e barriere

L'integrazione non è affatto un elemento scontato della nostra società. Al contrario, è il risultato di una crescita civile.

Storia e fatti delle barriere architettoniche in Italia e all'estero.
Antonio Ornati
Franco Angeli, 2000
pp.445, lire 30.000
La copertina del libro 'Architettura e barriere'

Prima. Un tempo i portatori di handicap erano delle persone marginalizzate, i "diversi", gli "esclusi". Antonio Ornati racconta la situazione in Italia prima che si sviluppasse la consapevolezza dei diritti dei portatori di handicap. Carrozzine enormi, ridicole e umilianti, persone che giravano per strada visibilmente distinte da un invisibile, ma non per questo meno solido, confine.

La presa di coscienza. Il libro ci racconta della progressiva presa di coscienza, nella progettazione architettonica, della realtà rappresentata dai portatori di handicap. La battaglia per l'eliminazione delle barriere achitettoniche fu anche una battaglia per eliminare quell'invisibile barriera che separava, nella percezione di sé e nei diritti, i "diversi" dai "normali". Come sempre avviene, il cambiamento espresso dalla città, nell'architettura e dalla progettistica, riflette e produce dei cambiamenti nella coscienza collettiva. Il libro racconta questa storia, la storia di progressivo abbattersi delle barriere che relegavano i portatori di handicap in un non luogo.

I film americani. Ebbero una loro parte in questo processo di affrancamento. L'attore Lionel Barrymore, protagonista di molte pellicole di Frank Capra, al termine della sua carriera e ormai invalido, recitava seduto sulla carrozzina. "In questa situazione 'naturale', scrive Ornati, inserita liberamente in una complessità cinematografica si evidenzia lo spirito libertario della democrazia americana", che filtrò lentamente anche da noi.

Stati Uniti. Da non dimenticare, che proprio in un momento assai critico della storia americana, quello che va dalla crisi del 1929 alla seconda guerra mondiale, venne eletto come presidente degli Stati Uniti Franklin Delano Roosevelt, che era un invalido e utilizzava una carrozzina. In Italia sarebbe stato impensabile. E non solo perché in quello stesso periodo da noi si celebrava il culto del Duce e della forza fisica. In Italia la situazione era profondamente diversa. "Bastava leggere i giornali per capire che persino le rivendicazioni degli invalidi di guerra erano riportate quasi come stranezze". E così avveniva che "se durante le elezioni anziani o ammalati erano accompagnati o portati ai seggi elettorali in barella, se ne occupavano i cinegiornali, la radio, la televisione, come di un fatto straordinario e non di un normale diritto".

Una crescita civile. Il cambiamento è oggi evidente. Ma un giovane potrebbe non capire che l'integrazione non è affatto un elemento scontato della nostra società. È, invece, il risultato di una crescita civile, di una vittoria del nostro paese, di cui il libro restituisce i momenti, i dibattiti, prevalentemente osservando il problema nell'architettura, ma sempre nel contesto di un mutamento di coscienza collettiva.

(14 marzo 2001)


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