UNA SANTA ROMANA


BREVE APOSTOLICO DI BEATIFICAZIONE

"Ognuno domandi grazia al Signore che gli dia un affetto materno verso il prossimo, acciò possiamo servirli con ogni carità così nell' anima come nel corpo, perchè desideriamo con la grazia di Dio servir a tutti gli infermi con quell' affetto che suol un' amorevole madre il suo unico figliolo infermo".(S.Camillo de Lellis).

Giuseppina Vannini, vergine a Dio consacrata, accolse nel suo cuore la parola del Padre Camillo ed è divenuta madre dei sofferenti, ai quali ha donato tutta se stessa; li ha amati, li ha serviti, li ha consolati ed accuditi proprio con quell' affetto che suol "un' amorevole madre", vedendo in loro Gesù stesso che ha detto:"Ero infermo e mi avete visitato".

Nacque a Roma il 7 luglio 1859 da Angelo Vannini ed Annunziata Papi, e il giorno seguente venne battezzata nella chiesa di S. Andrea delle Fratte. Rimasta presto orfana di entrambi i genitori, all' età di 7 anni venne accolta nel conservatorio di Torlonia, diretto dalle Figlie della Carità di S. Vincenzo de' Paoli, in Roma dove rimase dal 1866 al 1883. Il 3 marzo del medesimo anno entrò come postulante tra le stesse Figlie della Carità, a Siena, ma dovette uscirne per motivi di salute. Visse sofferta solitudine, decisa sempre ad abbracciare la vita consacrata. Nel dicembre 1891, durante un corso di Esercizi Spirituali conobbe Il Servo di Dio Padre Luigi Tezza, camilliano, e confidò a lui il sofferto travaglio della propria vocazione. Il servo di Dio che da anni pensava alla istituzione di un gruppo di donne consacrate, che si dedicassero all' assistenza dei malati, secondo lo spirito dell' antesignano della Croce Rossa, S. Camillo de Lellis, presentò alla giovane la proposta di essere lei l' ispiratrice della nuova compagine religiosa femminile: ed aderì alla proposta. Sorse così il primo nucleo della Congregazione delle figlie di S. Camillo: religiose votate al servizio degli infermi, portatrici della carità evangelica ai sofferenti, secondo l' insegnamento e l' esempio dell' Apostolo della carità, S. Camillo, con la professione un quarto voto: l' assistenza agli ammalati anche con il pericolo della propria vita. Da quel momento iniziava per la Venerabile Serva di Dio la seconda parte della sua vita. L'8 dicembre 1895 emise la Professione perpetua e fu eletta Superiora Generale. Di debole costituzione fisica, ma forte nella fede e nello zelo apostolico, cosa non seppe fare in questa nuova forma di servizio caritatevole nella Chiesa di Roma con l' assitenza diurna e notturna dei malati indigenti e soli nelle loro case. Anche i giornali ne divulgarono la presenza e l' apostolato. Le Figlie di S. Camillo divennero gli angeli buoni che, in tempi particolarmente difficili, concorsero alla fioritura della Chiesa di Roma in una società ormai in gran parte secolarizzata.

Come spesso avviene per le opere di Dio, non mancarono le spine e le sofferenze; anche per la lontananza del Padre Tezza, inviato dall' obbedienza in America. Ma la Madre Giusepppina, temprata dal dolore fin dai primi anni della sua vita e saldamente radicata nell' obbedienza assoluta alla volontà di Dio, seppe andare avanti con incredibile coraggio, e guidare la comunità con soprannaturale prudenza, materna sollecitudine e profonda umiltà. Maestra di vita spirituale e dotata di una indiscussa abilità professionale nell' attuazione del proprio carisma nell' assistere gli infermi, impartì alle Figlie un insegnamento di altissimo valore additando loro come modello unico, Gesù Cristo, il quale bene omnia fecit; per questo esigeva la massima fedeltà alla propria consacrazione e la completa dedizione alla missione di servizio verso le membra sofferenti del Signore.

Fiduciosa dell' aiuto divino, in appena 19 anni di lavoro, riuscì a diffondere il provvidenziale Istituto in Italia, in Francia, in Belgio e nel Sudamerica. Oggi le Figlie di S.Camillo operano in quattro continenti: Europa, Asia, Africa, America. Ricca di meriti e circondata di grande fama di santità, la Venerabile Serva di Dio entrò nella vita eterna il 23 febbraio 1911. La causa di canonizzazione fu avviata presso il tribunale del Vicariato di Roma nel 1955. Adempiuto quanto stabilito dalle Leggi Canoniche, Noi stessi abbiamo dichiarato il 7 marzo 1992 che la Venerabile Giuseppina Vannini esercitò in grado eroico le virtù teologali, cardinali ed annesse. Precedentemente era stata avviata una inchiesta canonica presso la Curia di Buenos Aires, riguardante una presunta guarigione miracolosa attribuita al' intercessione della Serva di Dio. Sottoposto il caso ai consueti esami medici e teologici, il 23 dicembre 1993, in Nostra presenza venne promulgato il Decreto super miro (sul miracolo). Giungemmo quindi a stabilire che il rito della Beatificazione avesse luogo a Roma, il 16 ottobre 1994, durante il Sinodo dei Vescovi in Vaticano che avrebbe trattato il tema della vita consacrata e la sua missione nella Chiesa e nel mondo.

Oggi dunque, a Roma, sul Sagrato della Basilica di S.Pietro, nel corso della solenne celebrazione liturgica abbiamo pronunciato la seguente Formula di Beatificazione: Noi acogliendo il desiderio dei fratelli Jean Balland, Arcivescovo di Reims, Carlos Oviedo Cavada, Arcivescovo di Santiago del Chile, Elias Yanes Alvarez, Arcivescovo di Saragoza, Ricardo Maria Carles Gordò, Arcivescovo di Barcellona e Camillo Cardinal Ruini, nostro Vicario Generale della Diocesi di Roma di molti Fratelli dell' Episcopato e di molti fedeli, dopo aver avuto il parere della Congregazione delle cause dei Santi, con la Nostra Autorità Apostolica concediamo che i Venerabili Servi di Dio, Nicola Roland, Alberto Hurtado Crichaga, Maria Rafols, Petra de S.Josè, Pèrez Florido e Giuseppina Vannini d' ora in poi siano chiamati Beati e che si possa celebrare la loro festa nei luoghi e secondo le regole stabilite dal diritto, ogni anno: il 27 aprile per Nicola Roland; il 18 agosto per Alberto Hurtado Crichaga; il 5 novembre per Maria Rafls; il 16 agosto per Petra de San José Perez Florido e il 16 ottobre per Giuseppina Vannini. Nel nome del Padre del Figlio e dello Spirito Santo.

Tenuta quindi la consueta Omelia durante la quale abbiamo rievocato la vita, le virtù e la religiosa operosità dei nuovi Beati testè solennemente proclamati Noi stessi per primi li abbiamo devotamente venerati e piamente invocati, esortando tutti i fedeli a tributare ai medesimi Beati gli stessi atti di devota pietà. Tutto ciò abbiamo stabilito con la presente Lettera, vogliamo che sia stabile ora e nel futuro, nonostante qualunque cosa in contrario.

Dato a Roma, presso San Pietro, e sigillato con l' anello del Pescatore. Il 16 ottobre 1994, anno decimo settimo del Nostro Pontificato.

Angelo Cardinale Sodano. Segretario di Stato


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