Spesso le relazioni degli architetti abbondano di notizie a proposito del sito e della destinazione d'uso, ma ciò non serve a togliere alla progettazione quel carattere paradossale di arbitrarietà che è la sua vera ricchezza. Esso apparenta profondamente architettura e teatro, nella teoria come nel metodo, ed ha una radice profonda nell'unità dell' intenzione originaria comune alle due arti: né il teatro, né l'architettura, dispongono di un "linguaggio" definibile, a differenza della pittura, della musica o della scultura. Il teatrante si rivolge al suo microcosmo separato - ma forse per questo più pregnante- con un' attitudine simile a quella con cui l' architetto affronta il macrocosmo. All' uno e all' altro sono più utili l' esperienza e la saggezza dell'erudizione. La definizione, di Ferdinando Taviani, degli artigiani teatrali "specializzati a non essere specializzati" è imparentata profondamente con il giudizio che Leonardo Benevolo da dell'architettura, come disciplina caratterizzata strutturalmente da una inclinazione al dilettantismo. Con il riconoscimento di questa affinità fondamentale cade un primo velo sul funzionamento più intimo del rapporto fra le due discipline.
In questa stessa zona di Venezia c'erano nel Sei e nel Settecento le
famose "stanze per commedie", dove già i dorati miraggi
della decadenza lagunare e passatempi non sempre onesti attiravano i ricchi
forestieri, come ricordano le cronache, delle quali notiamo qui l'uso del
termine "stanza", cioè ambiente di dimensioni ridotte.
Lo sviluppo della riproducibilità tecnica ha reso ormai obsolete
le grandi dimensioni. Il televisore è uno oggetto fatto per l'intimità
familiare. L' edificio del teatro delle Fondamenta Nuove è di origine
seicentesca, molto rimaneggiato e a due piani. I solai interni sono stati
soppressi per adibirli a deposito di legname. A Venezia, questa tripla altezza
(senza necessita' di demolizioni) è una opportunità irripetibile,
che i promotori del nuovo teatro hanno saputo cogliere al volo. La committenza
richiedeva uno spazio adatto alla danza contemporanea, un genere che ha
la particolarità di richiedere uno spazio di lavoro di dimensioni
adeguate dotato di un pagimento elastico, oltre a tutte le consuete caratteristiche
di un buon teatro (acustica, accessibilità, sicurezza ecc.).