titolo

I vecchi, l’informazione
e la comunicazione



I vecchi e la comunicazione

Uno dei fattori di differenza sta nel fatto che i vecchi di oggi erano giovani in periodi molto diversi da quello attuale. Chi oggi è fra i 65 e i 90 anni ne aveva venti fra il 1935 e il 1960. Andava a scuola (se ci andava) fra il 1920 e il 1956 – in mezzo a tutti i problemi che hanno afflitto il mondo, e in particolare l’Italia, prima, durante e dopo la seconda guerra mondiale.

Secondo i dati Istat (2004) un quarto delle persone dai 65 anni in su ha un’età di 80 anni o superiore. Le persone fra i 65 e i 79 anni sono il 14 % della popolazione, quelle da 80 in su poco meno del 5 %. Ma tutte e due le fasce tendono a crescere. I dati non permettono di distinguere la condizione culturale sopra o sotto gli 80 anni, ma è intuitivamente evidente che il livello “medio” è tanto più basso quanto più elevata è l’età.

Il “grado di scolarità” è un indice un po’ grossolano per definire le differenze culturali, ma può aiutarci a inquadrare la situazione. Nel campione su cui si basa il quarto rapporto del Censis sulla comunicazione in Italia questo è il quadro per titolo di studio.


Livello scolastico in Italia
Percentuali per fasce di età

livello scolastico
Un livello universitario relativamente più basso fra i 18 e i 29 anni
è ovviamente dovuto alle persone che non hanno ancora completato gli studi.


I dati sono drammaticamente eloquenti. Nelle generazioni più anziane è molto più alta la percentuale di persone che hanno avuto un percorso scolastico più breve. Meno di un quarto degli italiani dai 65 anni in su ha un diploma di scuola media inferiore – e solo uno su dieci di scuola media superiore o universitario.

È difficile, ovviamente, valutare quanto la condizione culturale dei vecchi possa essere influenzata da un degrado senile. Ma è evidente che è determinata in larga misura dal livello di formazione che avevano da giovani.

Anche se il dato non è facilmente “quantificabile”, l’esperienza dimostra che i comportamenti nelle età più avanzate sono fortemente influenzati dal modo in cui le persone si erano formate quando erano più giovani. Perciò le soluzioni vanno cercate non solo nel miglioramento della condizione senile, ma anche nello sviluppo di qualità e atteggiamenti che permettano alle generazioni oggi più giovani di rimanere attive, partecipi e culturalmente impegnate anche quando invecchieranno. È importante valutare, in questa prospettiva, il ruolo dei sistemi di informazione e comunicazione.





A questo proposito vedi anche
Il paradosso dell’abbondanza
e un articolo del gennaio 2004 su
I “vecchi” e la comunicazione
con alcuni altri dati e commenti




precedente indietro                       indice                       avanti successivo




indice
indice della sezione dati


Homepage Gandalf
home