La maggior parte delle persone (comprese molte che dissertano sullargomento) non vede alcuna differenza fra internet e web. La cosa, in pratica, è sensata. Perché la rete è un insieme in cui convivono tecnologie diverse. E (per fortuna) si possono usare varie risorse senza neppure accorgersi della loro esistenza. Ma quando si tratta di descrivere ciò che sta accadendo, e cercare di capirlo, occorre essere un po meno superficiali.
Che significato ha il servizio di copertina in
Wired del 17 agosto 2010?
Limmagine che apre il dibattito è ancora più aggressiva.
Ma il titolo dellarticolo è un po diverso.
Che cosa vuol dire? Che si augura lunga vita allinternet (infatti continua a crescere). E invece è morta, o sta morendo, una cosa chiamata web. Non è una novità. Si erano dette cose del genere dieci anni fa. Prevedendo che il sistema web sarebbe stato sostituito da qualche, non bene identificata, altra tecnologia. I fatti hanno dimostrato che quellipotesi era infondata allora. Così come non ha alcun credibile significato oggi.
Un fatto curioso è che questa funebre visione si va a scontrare con unaltra, non meno assurda, che per anni ha disquisito su un immaginario web 2. Se si trattasse di quello, la risposta sarebbe facile. Non può morire, perché non è mai esistito.
Naturalmente tutto è possibile, forse un giorno i sistemi cambieranno, ma nulla di ciò che possiamo osservare indica che la tesi di Wired sia sostenibile. Ovviamente ha suscitato dissensi e polemiche. Ma tutto quel dibattito sarebbe da dimenticare, come una delle tante chiacchiere insulse, se da un po di approfondimento non si potessero ricavare alcune osservazioni interessanti.
Mi annoia ritornare, per lennesima volta, sul tema delle bufale e bizzarrie che infestano tutta la cosiddetta informazione in particolare quella che riguarda linternet. E spero di non annoiare troppo i miei lettori.
Pochi giorni fa, qualche voce di buon senso mi ha permesso di dire che finalmente si sta cominciando (anche se non abbastanza) a capire quali siano i percorsi più ragionevoli nello sviluppo dei sistemi di informazione e comunicazione. Ma londa delle scempiaggini e delle distorsioni è ancora molto alta.
Si può dividere la rete in due settori, basati su due tecnologie, di cui una si chiama internet e laltra web? Decisamente no. In pratica è un sistema che non è totalmente intercomunicante, ma per fortuna offre abitualmente una buona gestibilità anche quando sono coinvolte diverse teconologie, protocolli e sistemi.
Ci sono funzioni, largamente usate, che tecnicamente non sono né internet né web. Per esempio FTP (file transfer protocol) che esiste dal 1974 (cioè quattro anni prima di internet e diciassette prima di web). Quasi nessuno sa che cè, quasi tutti lo usano abitualmente e, visto che funziona, va bene così.
Anche le-mail, posta elettronica, che oggi si basa sul protocollo internet, era nata prima (1974) e anche quella continua a funzionare, con alcuni pasticci e inconvenienti dovuti non alla tecnologia in sé, ma ai sistemi che la gestiscono (o alle persone e organizzazioni che la usano male).
Lelenco delle tecnologie e dei sistemi che convivono nella rete potrebbe essere parecchio più lungo, ma sarebbe inutilmente noioso. Il punto è che prima di celebrare il funerale di qualcosa sarebbe opportuno avere unidea meno confusa di che cosè.
La tesi di Chris Anderson e Michael Wolff, gli autori dellarticolo The Web Is Dead, si basa su questo bizzarro grafico. Un tipico esempio di quei pasticci che sono ben descritti in Mentire con le statistiche di Darrell Huff.