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I nodi della rete
4 – ottobre 2000


di Giancarlo Livraghi – gian@gandalf.it



Non tutto è web


 

Qualcuno pensa che l’era web sia finita e che nel giro di due o tre anni l’interfaccia più diffusa per l’accesso all’internet debba essere sostituita da un’altra tecnologia. Non so quanto sia credibile questa ipotesi e non credo che la cosa più importante sia la prossima scelta tecnica che prevarrà – e che potrà durare per altri dieci anni o forse meno. Ma dietro questi ragionamenti ci sono due considerazioni importanti. La prima è che le tecnologie vanno e vengono, le relazioni umane durano. La seconda è che la world wide web non è l’internet – e questo non è un “dettaglio tecnico” ma un fatto fondamentale.

La “data di nascita” dell’internet può essere definita in parecchi modi diversi, e quindi collocarsi in uno di tanti possibili momenti fra il 1964 (quando fu definito il concetto di networking) e il 1982 (quando il protocollo TCP/IP divenne lo standard internazionale di riferimento). Non è importante se abbia venti o trent’anni; ciò che conta è che ha radici abbastanza profonde nel tempo ed è tutt’altro che un evento improvviso o “estemporaneo”. Prima che si parlasse di “internet” c’erano già parecchi sistemi di rete che sentivano la necessità di connettersi fra loro. Era inevitabile che, in un modo o nell’altro, si sviluppasse un sistema “inter rete” su scala mondiale.

La tecnologia “web” è molto più recente. Nacque nel 1990 come struttura di servizio per la comunità universitaria (in particolare per la fisica). Non è la rete, ma un sistema pratico ed efficiente per accedere ai sistemi internet che esistevano e continuano a esistere. Alcuni anni più tardi ebbe un’imprevista estensione e diede un contributo importante alla diffusione “di massa” della rete; a tal punto che oggi molti sembrano pensare che fra web e internet non ci sia alcuna differenza.

Questa percezione è sbagliata. Per esempio il protocollo FTP, con cui facciamo il trasferimento di file, esiste dal 1974 e funziona indipendentemente dall’accesso web che spesso usiamo per attivarlo. La posta elettronica, nella versione attuale, esiste dal 1972 (in altre forme funzionava alcuni anni prima) ed è totalmente indipendente dalla tecnologia web. E così molte altre cose.

Il problema non è la tecnologia web, che è fondamentalmente solida ed efficiente (o meglio... lo sarebbe se non fosse stata in parte rovinata da evoluzioni successive, che l’hanno resa molto meno funzionale e compatibile... ma quello è un altro discorso). Il problema è la percezione sbagliata che se ne ha, e che purtroppo è dominante. Concepire la rete come “sito centrica” e basata su “portali” vuol dire ridurla al modello dei mezzi tradizionali “a senso unico” e perdere di vista i suoi reali valori.

Il fatto fondamentale è che la vera evoluzione della rete non è così veloce come una diffusa cultura dell’effimero vuol farci credere. Non c’è alcuna verità, per esempio, nel diffuso luogo comune che “un anno web” equivalga a tre mesi dell’abituale calendario. La fretta, spesso immotivata e inconcludente, è dovuta a errori di prospettiva o a orientamenti speculativi che hanno le loro radici molto più nella cosiddetta “vecchia economia” che nelle vere possibilità offerte dai nuovi sistemi di comunicazione. Relazioni, comunità, sistemi di scambio possono allargarsi rapidamente ma devono essere gestiti con pazienza e continuità. Un rapporto di reciproca fiducia e comprensione non si costruisce in un giorno, né in un mese (ma si può distruggere rapidamente – e questo è uno dei motivi per cui non è bene lasciarsi travolgere dalla fretta).

Se un fulmine a ciel sereno riducesse in cenere tutti i “siti web” del mondo, l’internet continuerebbe a esistere. E se quel fulmine immaginario distruggesse anche tutta l’internet sarebbe necessario sostituirla con qualcos’altro per riprendere il filo delle infinite relazioni umane (economiche e non) che si sono consolidate nel frattempo.

Temo che, purtroppo, non bastino due o tre anni per togliere di mezzo un’infinità di “siti web” di cui non sentiremmo la mancanza. Forse non basteranno neppure per spegnere la tendenza, oggi dominante, a moltiplicare proposte cariche di cosmetica e prive di contenuti. Ma è venuto il momento di capire che l’internet esiste davvero, che non è fatta di apparenze e di trucchetti ma di relazioni umane. Che si tratta di un percorso di lungo periodo, con radici tutt’altro che nuove e con possibilità di sviluppo di cui finora abbiamo visto solo l’inizio.


 

 
 


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