Alcune constatazioni recenti, insieme alle osservazioni di un autore fra
i più attenti e consapevoli nelluso della rete, mi hanno portato
in questi giorni a riproporre in Il
tempo e il modo di leggere online (perché tanti siti funzionano
male) concetti fondamentali e troppo spesso ignorati.
Ma cè qualcosa che mi sembra opportuno aggiungere.
Mi scuso per una autocitazione, ma credo che solo
pochi lettori particolarmente attenti conoscano (o ricordino) ciò
che avevo scritto più di dieci anni fa e pubblicato in diversi
libri per esempio in Come
funziona un ipertesto (capitolo 19 di
Lumanità dellinternet).
Ripropongo quelle osservazioni, con alcuni aggiornamenti che non ne cambiano
la sostanza oggi, più che mai, di attualità.
Dieci anni fa cerano 70 milioni di host internet. Erano già
tanti, ma oggi sono 700 milioni (e il numero continua a crescere). Nel 2001 cerano 24
milioni di siti web. Oggi sono 240 milioni (ma solo il 30 % risulta attivo
e questo complica la situazione). La crescita continua con notevole velocità
e non cè alcun motivo di prevedere un rallentamento. (Per unanalisi
dello sviluppo vedi dati internazionali).
Gran parte del gergo o linguaggio approssimativo che
circonda la rete serve solo a confonderci le idee (vedi
il capitolo 16 di
Lumanità dellinternet). Ma ci sono alcuni
neologismi che hanno un significato preciso e
importante. Uno di questi è la parola ipertesto (che
suona un po comica ma descrive una cosa seria).
Questo concetto esiste indipendentemente dallinternet.
Intrinsecamente lipertesto non è una tecnologia, ma
un modo di organizzare linformazione. Il termine
hypertext è stato definito nel 1965, quando
stavano cominciando i primi studi che hanno portato alla
nascita dellinternet. Ma ha trovato nuove applicazioni
e una più ampia diffusione a partire dal 1990, con la
tecnologia su cui si basa il sistema world wide web.
Sembra che molti pensino a una struttura
ipertestuale come a un modo per associare testo,
immagini, suoni e film. Infatti può fare anche
queste cose. Ma è unaltra la sua qualità
più importante: lorganizzazione delle informazioni.
Prima della nascita di questi sistemi, linformazione
poteva essere organizzata solo in modo lineare. Indici e cataloghi
analitici permettevano, in parte, di proporre percorsi trasversali
allorganizzazione dei contenuti in un libro, nelle annate
di un periodico o in unintera biblioteca; ma con più
difficoltà e con unefficienza molto inferiore
a quella che ci permette oggi il sistema di connessioni
fra tutte le informazioni che sono archiviate
in forma elettronica. Questo è uno dei migliori esempi
di come una tecnologia, se usata bene, può essere molto
utile e adatta alle esigenze umane.
Osserva Gerry McGovern: «Lipertesto riflette
meglio il nostro modo di pensare e il modo in cui funziona il
nostro cervello. Perciò è un modo più
naturale e umano di raccogliere ed esplorare le
informazioni».
Lipertesto è uno strumento importante anche
quando funziona in un sistema chiuso: come le informazioni
raccolte in un computer (o in una rete allinterno di una
singola organizzazione) o su un supporto fisico, come un
cd-rom. Ma assume una potenza straordinariamente superiore quando
è applicato allinternet, perché non solo
può organizzare i contenuti allinterno di un sito
online, ma può anche collegare documenti che si
trovano in qualsiasi altra parte della rete.
Oggi il termine ipertesto sembra scomparso
dal vocabolario. Se si trattasse solo di terminologia,
sarebbe irrilevante. Ma il problema è che si dimentica
il concetto. Si dà per noto che un
sistema di connessioni funzioni in rete senza badare a
che cosa sia e a quale sia il modo migliore di usarlo.
Il problema non è tecnico, è funzionale.
Non riguarda i meccanismi, ma le persone che li usano.
Qual è il punto fondamentale? È la
struttura dellinformazione: quella che è
corretto chiamare larchitettura di un sito online.
Una struttura ipertestuale permette
unampiezza potenzialmente infinita di
informazione e documentazione, che deve risultare
raggiungibile dal lettore in modo semplice e diretto. Inoltre
i link permettono di collegare trasversalmente i
contenuti, passando da un settore allaltro dove ci sono
nessi o analogie rilevanti.
Un sito in rete, come ogni sistema ipertestuale,
è tanto più utile quanto più è complesso
al suo interno (cioè ricco di informazioni a vari livelli
di approfondimento) e quanto meno lo è allesterno,
cioè quanto più si presenta facile e gestibile al lettore.
Questo criterio è concettualmente semplice, ma applicarlo bene
richiede una cura attenta, molta attenzione e continua sperimentazione.
Inoltre... su un supporto statico i percorsi sono
limitati a ciò che quelloggetto contiene; la
complessità dellarchitettura è più o
meno limitata e determinata da criteri specifici a quella
particolare base dati. In rete, le connessioni
possono andare direttamente a qualsiasi cosa che sia
contenuta in una di tante risorse disponibili.
Ci sono miliardi di pagine nellinternet. Un servizio al
lettore è offrirgli un accesso diretto e immediato a quelle
più rilevanti per completare, estendere o approfondire un argomento
specifico. Trovare il giusto equilibrio e le direzioni più
utili non è facile, ma è tanto più ragionevole
e funzionale quanto più si sa ascoltare e sperimentare,
per capire che cosa davvero serve al lettore e qual è
il modo più utile per offrirlo.
Il problema della congestione
informativa esisteva anche prima dellinternet
ma la rete la rende più immediatamente tangibile. Lo spazio di
esplorazione tende allinfinito e si allarga ogni
giorno (uno dei problemi, infatti, è laggiornamento).
La magia di un sistema ipertestuale ben organizzato è
proprio quella di offrire un filo di Arianna nellinfinita
complessità del labirinto. Non è un singolo
filo, ma una rete di connessioni che offre
una molteplicità di percorsi, con la segnaletica
necessaria perché ognuno possa scegliere la strada che
preferisce e soprattutto arrivare, con la minima fatica
possibile, alla destinazione che sceglie.
Con un po di esperienza nella rete impariamo presto a
distinguere le risorse che hanno una struttura
ipertestuale ben fatta da quelle (purtroppo la
maggioranza) che sono organizzate in modo farraginoso e non
ci aiutano a trovare ciò che cerchiamo. O (peggio
ancora) cercano di depistarci dal nostro
obiettivo e portarci altrove, secondo le logiche interne delle
tecnologie o le intenzioni commerciali di chi organizza il sito.
Conciliare le due esigenze (ricchezza di contenuto e
facilità di accesso) è tuttaltro che facile.
Ma se chi imposta il progetto ipertestuale fa
bene il suo lavoro ciò che troviamo è un
sistema coerente, chiaro, accessibile che ci semplifica la
ricerca e lesplorazione.
Il criterio fondamentale è quello che governa
tutti i buoni sistemi di comunicazione: non solo la
qualità dei contenuti, ma anche il modo in cui sono
organizzati e proposti deve essere pensato, realizzato e
organizzato dal punto di vista di chi legge.