Offline Riflessioni a modem spento



  Giancarlo Livraghi

    luglio 2010

Disponibile anche in pdf
(migliore come testo stampabile)


Il computer da 25 euro
(anche senza manovella)


Di un “computer a manovella” si parla, in queste pagine, dal 1997 (quando avevo ripreso il tema della leggerezza, già proposto nel 1996). Era evidente anche vent’anni prima che, con lo sviluppo delle tecnologie, era possibile produrre computer solidi, affidabili ed efficienti a costi (e prezzi) molto più accessibili di quelli, ancora oggi, diffusi. Ero ritornato sull’argomento nel 2005, quando sembrava che si stesse sviluppando un progetto di quel genere.

In realtà è accaduto, finora, molto meno di quanto potrebbe – e dovrebbe. Continua a prevalere l’assurda tendenza a produrre e vendere macchine inutilmente complesse (e perciò fragili e soggette a guasti e malfunzionamenti) con software sovrabbondanti, ingombranti, vulnerabili ed esageratamente costosi.

Si dice (da molti anni) che computer più affidabili, e a prezzi molto più bassi, sono necessari per i “paesi in via di sviluppo” (e per i “meno abbienti” dovunque). In realtà macchine più solide e più semplici – e meno costose – converrebbero a tutti. Ma i fatti sono ancora molto scarsi.

Si conferma dubbio, confuso e inadeguato il progetto che era stato proposto in pompa magna dal Media Lab del MIT nel 2005. È stato respinto dall’India, con l’orgogliosa affermazione “siamo capaci di fare meglio”. Cosa, ovviamente, vera. Ma finora rimane un’idea non realizzata.

Un articolo pubblicato il 23 luglio 2010 dal giornale indiano The Economic Times “rivela” un progetto per un computer “destinato agli studenti”. Si dice che sarà in vendita a 1500 rupie (circa 25 euro). Si dovrebbe realizzare nel 2011. È sostenuto dal governo indiano, che dichiara l’intenzione di far scendere il prezzo a 470 rupie (un po’ meno di 8 euro).

La notizia si è velocemente diffusa in mezzo mondo. Con molti applausi – ma anche qualche ragionevole dubbio sulla credibilità o realizzabilità. È giustamente diffusa l’opinione che, se fosse vero, sarebbe utile anche nel resto del mondo – e non solo per gli studenti.

Non ha una manovella (e ovviamente non è questa la cosa importante). Per poter essere usato anche dove manca l’elettricità, si prevede che abbia la possibilità di ricaricarsi con energia solare.

Non è un computer come siamo abituati a vederlo (né un laptop come in altri progetti). È definito tablet (cioè ha un aspetto simile a un i-pad). Le dimensioni dovrebbero essere 23 x 18 centimetri. Lo spessore, probabilmente, maggiore di quello delle tablet sottili. Alcuni dicono che il peso sarà 900 grammi, altri un chilo e mezzo.

tablet

Che sia questa o un’altra la forma che potrà assumere, promette di avere le funzioni di un personal computer. Il sistema operativo è, ovviamente, basato su Linux. Vari aspetti tecnici e strutturali sono ancora da decidere.

Come sarà davvero, se e quando sarà realizzato, resta da vedere. Ma il fatto è che l’idea sta circolando – e sembra avere un certo vigore. Se anche altri (che ne dichiarano l’intenzione) si mettessero seriamente al lavoro, con un po’ di energica concorrenza potremmo finalmente avere sviluppi interessanti.



Sulla possibilità di un cambiamento della tendenza generale vedi
Si comincia finalmente a capire l’importanza della semplicità?



Post scriptum – maggio 2011

Sono passati dieci mesi. Di quel progetto si è persa ogni traccia (né se ne vedono in sviluppo altri di quel genere). Sembra svanito nel limbo in cui, troppo spesso, si perdono le buone idee. (Vedi “Pluf”).



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