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I nodi della rete
9 – maggio 2001


di Giancarlo Livraghi – gian@gandalf.it



Alcuni miti da sfatare


 

Ormai dovrebbe essere finita la fase in cui l’internet era una cosa un po’ strana, circondata di favole e leggende. Ma ci sono errori di prospettiva che continuano a sopravvivere. Mi pare che valga la pena di esaminare brevemente alcuni di quei miti, in cui molti ancora sembrano credere – benché le dure lezioni della realtà abbiano dimostrato quanto siano infondati e pericolosi.


“Nuova economia”: un concetto da dimenticare

Un anno fa, nel primo articolo di questa rubrica, si parlava di che cosa non è la “nuova economia”. Probabilmente sarebbe meglio se quel termine fosse abolito del tutto – perché in realtà l’economia è una sola. Le migliori soluzioni scavalcano gli immaginari confini fra “vecchio” e “nuovo”. Le possibilità offerte dai nuovi sistemi rendono ancora più importanti quei criteri di buon senso e di coerenza strategica che da sempre governano ogni efficace soluzione d’impresa e di comunicazione.


Non esiste un “tempo internet”

È ampiamente smentita dai fatti la leggenda secondo cui “un mese in rete equivale a un anno”. La fretta è il fattore determinante di molti insuccessi. Un investimento efficiente nell’internet richiede gradualità, flessibilità e continuità nel medio-lungo periodo. È meglio non spendere troppo all’inizio e avere riserve adeguate (di denaro e di risorse umane) per la continuità nel tempo.


Evoluzione, non “rivoluzione”

Che la rete sia una struttura biologica può sembrare un concetto filosofico interessante solo per gli studiosi della cultura. Ma è un fatto – e ha precise conseguenze pratiche. Non si tratta di cambiamenti bruschi e improvvisi ma di un’evoluzione graduale – che può essere più veloce in alcune fasi o circostanze, più lenta in altre. Visto in questa prospettiva il fenomeno è molto più facilmente comprensibile e interpretabile.


I “grandi numeri” non sono importanti

Le concezioni basate su modelli “televisivi” sono una delle cause dei fallimenti in rete. Non è necessario raggiungere un grande numero di persone. Nella maggior parte dei casi un afflusso indifferenziato non è un vantaggio, è un problema. Soprattutto all’inizio è meglio entrare in dialogo con poche persone, con cui verificare la funzionalità della comunicazione e dei servizi offerti – per correggere gli inevitabili errori, e affinare le relazioni, prima di sviluppare l’attività su scala più ampia.


Essere “i primi” non è una priorità

Avere l’iniziativa può essere un vantaggio. Ma le soluzioni dettate dalla fretta producono più problemi di quanti ne risolvono. Si può imparare molto dagli errori altrui. Più che essere “i primi” è meglio essere “i migliori”, in termini di qualità e servizio.


Un sito online non è un “portale”

Come ho detto molte volte... “avere un sito web” non è indispensabile. Ed è un punto di arrivo di una strategia di comunicazione, non il punto di partenza. Ma se e quando si ha un sito... nella maggior parte dei casi non ha alcun senso che tenti di essere un “portale”. Quanto più specifico e ristretto è l’obiettivo, tanto più efficace è la funzione di un sito e più gestibile è la sua attività. Nei (rari) casi in cui è sensato cercare di essere un punto di riferimento più esteso l’impegno è molto più complesso, oneroso e rischioso.


“Lo spazio è tiranno” e devo fermarmi qui. Ma al di là di questi pochi esempi credo che valga un criterio generale. Uno dei segreti del successo è diffidare di tutte le mitologie e non accettare mai alcuna ipotesi che non si possa verificare concretamente nei fatti prima di sviluppare un’attività su scala più estesa.


 

 
 


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