I nodi
della rete |
La sindrome
cinese
ovvero
censure e divieti in Italia
I siti web internazionali di casinò, lotterie e scommesse sono stati resi inaccessibili dallItalia. La notizia, in sé, non sembra particolarmente interessante né preoccupante. Ma mette in moto un meccanismo repressivo che può avere conseguenze molto gravi.
Si dice che molti cinesi (quando hanno i soldi e la possibilità di farlo) amino il gioco dazzardo. E anche parecchi italiani... ma non si tratta di questo. La somiglianza di ciò che accade in Italia con la situazione in Cina riguarda un altro, e molto più importante, problema: la libertà di informazione e di comunicazione.
Prima di arrivare al nodo centrale della questione, vediamo in sintesi che cosa è accaduto.
- Una legge italiana stabilisce che le lotterie, le scommesse e i giochi dazzardo possono essere gestiti solo da enti di stato o da chi ha unautorizzazione governativa. Questa norma contiene una sostanziale ambiguità: se si tratti di ordine pubblico (o protezione dei cittadini) oppure di garantire allamministrazione statale le entrate che derivano dalla gestione o tassazione di quelle attività.
- Nel 2003 una sentenza della corte di giustizia europea aveva cercato di risolvere una disputa fra gli stati membri (in particolare lItalia) e le imprese (prevalentemente britanniche) che gestiscono legalmente scommesse e altre forme di gioco dazzardo. Aveva stabilito che se un servizio è legale in un paese dellUnione europea non può essere vietato in un altro, se non nel caso che si tratti di problemi di ordine pubblico.
- Nel 2004 una sentenza della corte di cassazione italiana ha stabilito che si tratta di un problema di ordine pubblico e che perciò i servizi di scommesse (anche se largamente gestiti in un altro paese) sono vietati se non autorizzati dal governo italiano.
- Poco dopo vari tribunali italiani, in prima istanza e in appello, hanno smentito quella decisione della cassazione, e perciò assolto gli internet service provider e internet point che consentono laccesso ai siti (legali) inglesi, affermando che non si tratta di ordine pubblico ma di una scusa per mantenere il monopolio di stato.
- Lamministrazione finanziaria ha chiesto e ottenuto dal parlamento italiano una legge del dicembre 2005 che impone il blackout, cioè obbliga i provider a impedire laccesso ai siti compresi in una lista nera (che non distingue fra siti legali o non nel paese dorigine). La concentrazione strutturale della rete italiana rende facile limmediata applicazione, praticamente erga omnes, di un provvedimento di quel genere.
- Ci sono già le prime sentenze di tribunali italiani che dichiarano illegale anche questa disposizione, mentre ovviamente continua la disputa nellUnione Europea fra le autorità italiane e gli operatori inglesi di gambling.
- Intanto, naturalmente, continuano in Italia le scommesse clandestine (abitualmente gestite dalla criminalità organizzata). E continua, praticamente indisturbata, lattività online dei truffatori che promettono false vincite, o diffondono altre trappole, cambiando continuamente indirizzo (come è abituale per chi fa spam e, anche fuori dalla rete, per i truffatori che cambiano spesso sede e identità).
Fin qui... si tratta di una delle tante questioni settoriali fra norme o divieti nei singoli paesi e libertà di mercato su scala internazionale. E di un argomento poco interessante per chi come me (e credo molti dei miei lettori) non è appassionato di lotto, lotterie, tombole, scommesse e giochi dazzardo. Se tanti italiani hanno il vizio dei gioco, possiamo anche dirci che non è male se ciò contribuisce un po a sostenere le nostre disastrate finanze pubbliche. Così come possiamo convincerci che, se vogliamo libertà di scambio e di commercio, non possiamo negarla ai legittimi operatori di altri paesi. Tutta la questione, comunque, è un dettaglio, rispetto ad altre e più rilevanti necessità di trovare un accordo fra interessi nazionali e rapporti europei.
Ma è in gioco un problema molto più serio. Siamo scandalizzati perché in Cina (e in altri paesi dove non cè libertà di informazione e di opinione) ci sono blocchi di accessi allinternet (realizzati anche con la vergognosa collaborazione o connivenza di imprese americane di tecnologia o di servizi online). Ma non badiamo al fatto che la stessa cosa sta succedendo in Italia.
Le forme di repressione e censura continuano a crescere e moltiplicarsi. A questo proposito cè un comunicato di ALCEI del 28 febbraio 2006. Preceduto da un altro della stessa associazione, che spiega come ci sia un ulteriore appesantimento degli strumenti di divieto e censura anche per altre ragioni fra cui, come sempre, il terrorismo e la presunta protezione dei minori. (Vedi anche un recente articolo sulla prevenzione e repressione delle violenze).
Qualunque sia il motivo o il pretesto, con questo e altri provvedimenti si è stabilito un precedente molto grave. Un intervento del parlamento o del governo può provocare limmediato blocco dellaccesso, per tutti gli italiani, a un sito web o a unaltra risorsa online. (Può bastare un decreto-legge magari, come è accaduto in altri casi, di immaginaria urgenza o una delle infinite leggine o norme spesso occultate nei dettagli di altre disposizioni).
Continuando su questa strada si può arrivare a una situazione in cui lo stesso risultato si può ottenere con quella perversa e inammissibile facilità con cui si sono già verificati molti altri abusi, dalle intercettazioni della corrispondenza privata agli insensati sequestri di computer o di server.
È clamoroso (quanto ambiguo) il silenzio degli organi di garanzia italiani (come dei grandi mezzi di informazione e del mondo politico) su questa violazione dei diritti e della libertà dei cittadini nel nostro paese.
In parole semplici si tratta di una indiscriminata e incontrollata possibilità di censura. Che può essere, per chi ha i mezzi e le risorse, contrastata con lunghi e complessi ricorsi legali... ma intanto il blocco rimane. Fin che si tratta di qualche lotto o lotteria, o di poker o roulette, o di scommesse sul calcio o sui cavalli, possiamo anche pensare che sia un dettaglio. Ma si è stabilito un principio, con un metodo duro e violento di applicazione, che con ogni sorta di pretesti può immediatamente oscurare, cioè rendere inaccessibile, qualsiasi informazione od opinione sgradita.
È giusto continuare a preoccuparsi delle violazioni dei diritti civili e della libertà in Cina e in molti altri paesi. Ma non ignorare il fatto che queste cose accadono in Italia.
Post scriptum
giugno 2006Come era facilmente prevedibile, non solo continuano le scommesse clandestine e vari imbrogli in Italia, ma anche in rete prosegue (praticamente indisturbato) lo spamming dei truffatori di mezzo mondo.
Intanto recenti scandali e indagini giudiziarie di varia specie (vedi Scandali e sequestri), con la tardiva scoperta di manovre e maneggi esistenti da molti anni, mettono in evidenza quanto poco corrette e trasparenti siano le situazioni nel gioco autorizzato.
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libertà e censura