Mugello

Sono entrato in pista ormai diverse volte. Le sensazioni però sono sempre le stesse: un misto di timore, esaltazione e fatica fisica, condito da tanto, tanto divertimento "puro".

Di seguito troverete una descrizione del circuito, un giro di pista, la mia prima volta in assoluto (22 Settembre 1997), col TDM, corredata da alcune foto, il breve racconto con la prima volta di Kermit, e un lungo report della giornata organizzata da SuperWheels per i soci del SWTC=SuperWheels Team Club, a cui ho partecipato con Kermit (la seconda visita con questa moto del circuito).

Ho aggiunto una visita "guidata" con sorpresa finale . Buona lettura!


L'Autodromo del Mugello (simboli, foto, disegni e dati tecnici sono ricavati dal sito ufficiale)

Clicca per visitare il sito ufficiale dell'Autodromo

L'Autodromo del Mugello si trova nella campagna toscana, circondato da boschi e montagne, immerso in uno splendido scenario. Il paese più vicino è Scarperia, località sita sulla strada che collega Firenze a Imola (SS503). È raggiungibile con facilità sia via autostrada (uscita Barberino del Mugello dell'A1, poi seguire le indicazioni per Scarperia e, successivamente, per l'Autodromo) sia via strada statale (consigliata la Futa, SS65, e la stessa SS503 - per le indicazioni, vedere sopra).

È probabilmente uno dei circuiti più belli del mondo, sia come posizione che come infrastrutture, asfalto e difficoltà tecnica. È uno dei pochi circuiti italiani accessibile con relativa facilità anche ai privati (un turno di mezzora costava, nel 1998, tra le 70 e le 85 mila lire, e durante l'anno, da Marzo a Novembre inoltrato, è difficilissimo trovarlo vuoto di sabato, domenica e, spesso, anche durante la settimana), e l'unico in assoluto in cui si tiene anche una prova del campionato del mondo di motociclismo (Monza, ad esempio, ospita la SBK, ma non è abitualmente aperto al pubblico). Ha un solo difetto: a causa della sua posizione, piuttosto "amena", non è facilmente accessibile. Le strade che lo raggiungono sono tutte piuttosto strette e tortuose e raggiungerlo (ma soprattutto lasciarlo ...) quando c'è una manifestazione di una certa importanza, è piuttosto noioso, lungo e irritante. Non possiede inoltre parcheggi esterni degni di tale nome, il che provoca lunghissimi serpentoni di auto e camper parcheggiati ovunque, complicando ulteriormente l'accesso. Sono in corso alcuni lavori esterni, che, apparentemente, hanno come scopo l'allargamento della strada davanti all'ingresso principale e, forse, anche un parcheggio.

L'Autodromo è di proprietà della Ferrari, che lo utilizza per i test della F1 e delle auto di produzione. È anche la sede preferita per i test di molti team del motomondiale (uno per tutti: l'Aprilia), sia prima della stagione che durante. Inoltre, viene spesso utilizzato da collaudatori di riviste e/o case produttrici.

Caratteristiche tecniche

Lunghezza totale 5.245 m
Larghezza max. 14 m
Larghezza min. 9,60 m
Totale tratti rettilinei 2.699 m
Totale tratti curvi 2.546 m
   
Totale curve n. 15 di cui n° 9 a destra e 6 a sinistra  
Pendenza max. 9,5%
Dislivello totale 41,19 m
Lunghezza tratto max rettilineo 1.141 m
Altitudine s.l.m. 292 m

Di seguito riporto un "mio" giro di pista. Se vi interessa qualcosa di più tecnico, visitate il sito del circuito, che riporta tutti i "numeri" (lunghezza e raggio curve, altitudini, lunghezza dei vari rettilinei, ecc.), oltre a molte altre informazioni.

Un giro di pista

Si passa sotto al traguardo già in sesta, proseguendo in leggera salita fino al dosso che cela alla vista cosa c'è dopo. Sensazione tutt'altro che divertente, ma "tutto fa" :-) Con Kermit, arrivo alla staccatona a 255-260Km/h indicati. Esco dalla carena, resisto a malapena al vento che mi investe e mi attacco ai freni, "prudentemente" poco dopo il cartello dei 200 metri, scalando tre marce. So che si può staccare almeno trenta-quaranta metri dopo, ma la sensazione di vedersi arrivare incontro una curva a 250Km/h fa stringere davvero il sedere :-)

Ecco la "San Donato", la curva più lenta del circuito. Uno stretto tornante a destra, da percorrere cercando di non far scivolare la moto all'esterno. Infatti, la curva successiva, "Luco", è a sinistra, a cui fa seguito immediatamente la "Poggio Secco", di nuovo a destra. Questa prima "S" va percorsa ovviamente privilegiando l'uscita dalla Poggio Secco, per cui anche qui è importante mantenersi molto interni in uscita dalla Luco, garantendo la traettoria ideale nella percorrenza della Poggio Secco.

Segue un corto rettilineo, che permette comunque di riguadagnare il lato destro della carreggiata per impostare la prima curva della successiva "S", la "Materassi/Borgo San Lorenzo", più aperta e quindi leggermente più veloce della precedente. Anche qui, stesso discorso visto sopra. Questa prima parte del tracciato è un "crescendo" progressivo, che privilegia pulizia di entrata in curva e ritmo.

Una staccata abbastanza decisa ci porta alla "Casanova", curvona a destra in discesa che dá il via alla parte più veloce del tracciato. Ancora una volta, traettoria il più possibile interna in modo da percorrere la successiva "Savelli" - a sinistra, molto larga ed in leggera contropendenza - con la massima velocità possibile.

Ed eccoci alla prima delle due "Arrabbiate", considerate da molti piloti due delle curve più difficili di tutto il motomondiale. Entrambe molto veloci, presentano nel corto rettilineo che le unisce un piccolo avvallamento in piena traettoria, che viene percorso con la moto ancora piegata. La prima è relativamente facile, anche se non vi consiglio di guardare il contakm mentre la percorrete :-), mentre la seconda ... beh, è tutta un'altra storia. Si tratta di una curva in salita, in contropendenza, di raggio variabile, con l'apice posto su un leggero dosso. In sostanza, non se ne vede la fine fino a che non ci si trova a curva già impostata, che, alla velocità in cui si dovrebbe percorrere, è tuttaltro che "confortante". Le sensazioni che si provano al suo approssimarsi sono indescrivibili, e non scemano col susseguirsi dei giri.

Finita questa scarica di adrenalina, si passa alla terza "S" del circuito, la "Scarperia / Palagio", una destra / sinistra piuttosto simile alla Luco / Poggio Secco. Staccata abbastanza decisa, giù una marcia, e via dentro, col solito sistema (prima curva stretti, per poi allargare in uscita dalla seconda). Un leggero allungo ci porta ad un altra curva piuttosto lenta (ma meno della San Donato): il "Correntaio", un tornante a destra che sembra quasi volersi ripiegare su se stesso. Va percorso tutto "sul cordolo", uscita compresa, in modo da poter aprire immediatamente il gas e fiondarsi dentro le due "Biondetti" - praticamente una chicane - alla massima velocità possibile. Sono due curve identiche, a specchio, una a sinistra e l'altra a destra. Molto veloci, andrebbero percorse entrambe in pieno. Io non ci riesco, e parzializzo sempre fino a metà della prima, per poi spalancare deciso. In questo modo, esco comunque dalla seconda Biondetti intorno ai 160-170km/h, sparandomi verso l'ultima curva. Staccata decisa vicino al cartello dei 100 metri, dentro la terza, e giù in quella che è probabilmente la curva più libidinosa (ma relativamente tranquilla) di tutto il circuito: la "Bucine", un infinito tornantone a sinistra, da percorrere in costante accelerazione, cercando di sfruttare ogni centimetro di pista per uscire il più velocemente possibile.

Ecco finalmente il drittone dei box. Mi accuccio dietro il cupolino, e sparo tutti i giri e tutte le marce che ho. È il momento più "rilassante", che dura i due/tre secondi che ci separano dal traguardo, punto in cui si inizia a pensare a cosa ci sarà dopo quel dosso che si avvicina a velocità "warp" ...

FINE :-)


22 Settembre 1997

Ci siamo, sveglia alle 8.15, chiamo Marco Benedetti che ha dormito da me (poco, siamo andati a letto alle 2.30), facciamo colazione con le paste comprate stanotte, iniziamo il rito della vestizione, inforchiamo i mezzi e via!

Arriviamo al circuito alle 10, appena in tempo per vedere il primo gruppo che esce dal turno delle 9,30. Particolarmente "interessante" Antonio "Flash-sciupafemmine" Calamati: salta come uno stambecco e, urlando frasi sconnesse, ci mostra orgogliosamente la saponetta sinistra con qualche graffietto, probabilmente provocato dalla pedanina di uno che lo ha passato all'interno al tornante prima del drittone. Mancano ancora i "bolognesi" (Ghed e Davoli con gentili consorti), non manca naturalmente il "perfetto" (per la Laura) Franz e tutti gli altri. Qualche minuto e arriva l'"infiltrato" RAG (all'anagrafe Anton Giulio Rogai), proveniente dal "pianomapieni", e anche i bolognesi. Siamo un bel gruppo, tutti in tuta (salvo le "donzelle" e il Davoli), carichi come molle.

Il tempo passa veloce, tra un caffé, una sosta fisiologica e una (due ... x) sigarette. Ci aggiriamo tra i box, assordati da 2 tempi sparati a 14000 giri e 4 tempi stubate, sparando bischerate per arginare la tensione. Io, Marco e RAG riusciamo ad ottenere tre ingressi per le 11,30. Nel frattempo una ragazza si avvicina al gruppo: è l'addetta di uno studio fotografico. Ci offre foto a 12000 lire prese dalla pista. Accetto con entusiasmo, altri mi seguiranno (Franz cerca anche di lasciarle il numero di telefono, ma Laura è nei pressi e riesce a bloccare l'avance).

Arriva l'ora fatidica. Tutti in fila, ci siamo. Ecco, entro. Passo dal sole al buio del passaggio sotto le tribune, poi di nuovo al sole che illumina la corsia box e ... la pista ! Via, si va. Accidenti quanto è larga. Scaldo un po' le gomme, iniziano a passarmi accanto delle belve Clicca per ingrandirescatenate. La San Donato: imposto a destra, asfalto modello carta moschicida. In rapida successione un sinistra destra, poi ancora sinistra destra, piccolo rettilineo, ancora destra sinistra in discesa, inizio a seguire un po' quello che fanno quelli davanti. Due curve a destra, la prima facile, la seconda più chiusa e in salita ("ma dove finisce? oddio! ... ah, ecco, ho capito ...") ... e via cosí, fino all'ultimo tornante a sinistra, lunghissimo, prima del rettilineo. Il primo giro è fatto, mi sembra di esserci nato in pista :-) (già ... nato una sega! :-) ).

Inizio subito a tirare. Al terzo giro comincio a prendere confidenza col "meccanismo" (verrò cronometrato proprio al terzo passaggio intorno a 2 minuti e 40). Sorpasso Marco e il Ghed, che, visto il luogo, aguzzavano anche lo sguardo per vedere di individuare qualche fungo ai bordi della pista :-)

Nelle curve inizio a star dietro a gente con mezzi notevoli e mi tolgo qualche soddisfazione (un Suzuki due tempi tenta di passarmi prima del Correntaio, ma non ci riesce :-) un altro con quello che sembra un Thundercat mi passa sul piccolo dritto nella parte alta per vedersi ripassare alla staccata successiva). Comincio a fresare le pedanine. Al quinto giro tocco le pedane in TUTTE le curve, entro con la moto bene in coppia e spalanco gas appena vedo laClicca per ingrandire fine della curva. Penso di aver abbassato quel 2:40 del terzo giro di almeno 5-6 secondi. Via sempre più veloce, mi viene un coccolone solo una volta: arrivo in pieno (ho il contakm rotto, ma ero intorno agli 8000 giri in quinta, che sono piu' o meno 220 di tachimetro) in fondo al drittone, subito dietro la coda di un mezzo non identificato: passo il cartello dei 200, quello dei 100, finalmente lui frena ... e io pure. Mi attacco ai freni con tutta la forza che ho, la moto inizia a scodinzolare ... non ce la faccio! NON CE LA FACCIO!!! ... ce la faccio .... imposto la curva appena un po' troppo verso il centro, ma riesco a chiudere la traettoria.

La pista NON è poi cosí larga come sembrava all'inizio ...

Si continua. "Impossibile scivolare" penso. Apro gas sempre prima, entro in curva sempre più piegato. Nel frattempo al Correntaio si è acceso il semaforo lampeggiante. Dopo la curva, una bandiera gialla mi annuncia una caduta: sulla destra vedo un ragazzo accanto alla sua moto sul cavalletto. Cammina, tutto bene. Poi un altro volo, i segni sull'asfalto, la moto nella sabbia, il pilota accanto che rialza il mezzo. Anche lui sembra a posto.

Ottavo (o nono ... boh?) giro. Ecco, San Donato fatta, ora c'è il sinistra destra più lento ... scalo una marcia ... ecco ... bene cosí, GRANDE! ... metto la terza ... ora il sinistra destra più veloce ... sinistra ... buona, sono in traettoria ... destra ... ok, bella stretta, posso "dare" in anticipo... apro gas, prima piano, poi con decisione ...il posteriore inizia a scivolare ... "pelo" un po' il gas ...TROPPO TARDI! ... mi faccio una trentina di metri sul sedere con la moto che parte per la tangente, tocco il cordolo, inizio a rotolare (cielo, terra, cielo, terra, ... ), riscivolo un altro po' (OOH! ma non mi fermo?) ... ecco, finalmente il cielo e la terra sono tornati al loro posto.

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Mi rialzo, vedo la moto 10 metri dietro a me, metà nella sabbia e metà sul cordolo, la rialzo: pezzi di carena, una pedanina e uno specchietto giacciono lí intorno, beffardi. Non riesco a farla uscire dalla sabbia, la metto sul cavalletto e metto in moto: si, in moto ci va. Passa Franz che mi chiede "ok?" col dito. Faccio un cenno di assenso. Arriva un addetto, mi aiuta a uscire dalla buca ("Accidenti quanto pesa"), rientro ai box con le forche svirgolate, il manubrio torto, il morale a terra.

Il gruppo mi accoglie stralunato, nessuno aveva capito cosa era successo, credevano fossi arrivato lungo sulla sabbia. Spiego sommariamente il fatto, cerco di levarmi la tuta di dosso e mi accorgo di come l'ho conciata. Con i jeans, a quest'ora ero in ospedale. Mi rendo conto dei danni della moto: specchietto sinistro sfasciato (stranamente, sono cascato sulla destra), pedana passeggero destra rotta, pedana pilota piegata, manubrio piegato, forche svirgolate (parecchio), attacco della forca al parafango rotto, scarico destro graffiato e pieno di bozzi, naturalmente carena destra e cupolino graffiati e spezzati, piastre varie piegate. Mi tocco: il pollice della mano destra mi fá male, ma non ho altro. Guardo l'unica pedana integra: è limata per metà! Su strada l'avevo toccata un paio di volte, e mi era parso di essere al limite massimo. La gomma posteriore è consumata fino al bordo, ove si sono formati i famosi ricciolini provocati dal riscaldamento.

Insomma, che altro vi posso dire?

Ci credete che mi sono divertito? :-)

Gianfranco "Bulletta" Giachetti - G.Giachetti@mclink.it

La foto del mio sedere qui sopra è di Luca Ghedini (grazie Luca, e scusa per l'errato "copyright" :-) ), le altre sono state prese da fotografi professionisti. Anche la serie del volo è stata scattata da un fotografo professionista, rintracciato da Franz nei box ("grazie" Franz :-) ).

Considerazioni

Volevo anche spendere due parole sull'esperienza, se non altro per cercare di non far commettere lo stesso errore a qualcun altro. Scusate la retorica, ma sono proprio "cotto" :-)

Premessa #1: per me era LA PRIMA VOLTA IN PISTA, per cui tutto quello che dirò può, anzi, DEVE! essere corretto da chi ha più esperienza di me.

Premessa #2: come già detto, ho il contakm rotto. È estremamente importante in questo caso e si deve tenerne conto. Credo di essere cascato intorno ai 120 Km/h (qualcuno che ha il TDM potrebbe controllare la velocità a circa 6000 giri in terza?).

Premessa #3: considerate che io ho, appunto, un TDM. Che è si una moto performante, ma senz'altro non per la pista. 80 CV sono tanti o pochi, dipende da dove siamo. In pista sono pochi, talmente pochi che è (quasi sempre ;-)) possibile spalancare gas in curva molto prima di quello che fanno con moto da 100 e passa CV.

Fine premesse.

La pista, per le sue caratteristiche, annulla la sensazione di velocità. Arrivi in una curva, chessò, a 100 all'ora, e vedi nello specchietto uno che ti entra nella ruota posteriore. Sei sul drittone a 210 e ti passano accanto almeno a 260. Nel mio caso, la mancanza di contakm, sotto questo aspetto, è stata importante. Mi sembrava sempre di avere dei margini di miglioramento spaventosi, e non avendo il "deterrente" del tachimetro, non avevo proprio la possibilità di "spaventarmi".

La strada è larga, non ci sono ostacoli intorno, è tutta tua, l'asfalto ha un grip spaventoso e non ci sono buche o avvallamenti avvertibili. Inoltre, sei praticamente in una corazza: tuta con rinforzi, casco, guanti con rinforzi, "tartaruga" sulla schiena, stivali. Insomma, in sostanza, ti senti *invincibile* ( (c) Flash 1997). Pensi che è impossibile scivolare, senti le pedane che fregano in terra per tutta la durata della curva ma la moto sembra su un binario. Non ti poni nessuna domanda, vai, sempre più veloce.

Già, ma quei "pallini" sotto le pedane non ci sono per fare scena. Quando toccano terra significa che sei più o meno a 2 mm dal bordo esterno della gomma. Finché sono intatte, prima cioè di aver passato almeno 5 o 6 giri a "fresarle". Insomma, la spalla della gomma non è infinita: "io" ti avverto ma se insisti, allora te la sei cercata ...

In sostanza, l'insegnamento che ho ricevuto dall'esperienza (tralasciamo il fatto che mi sono finalmente convinto che sono matto :-) ) è molto semplice: sbagliando s'impara . Non sono Doohan, la troppa confidenza a questi livelli è pericolosa.

Gianfranco "Bulletta" Giachetti - G.Giachetti@mclink.it

PS: guidare una moto non è semplice, guidare un qualunque mezzo (e soprattutto una moto) in condizioni limite, necessita di conoscenze che nessuna esperienza di uso comune può insegnarti. Il tuo limite mentale non corrisponde a quello del mezzo su cui sei. Spesso è superiore quello del mezzo, ma è anche probabile il contrario. In quest'ultimo caso è molto più difficile regolarsi, dovresti essere in grado di "leggere" ciò che il mezzo ti dice.


1 Giugno 1998

Stamattina, ore 10, autodromo del Mugello.
Saluti, abbracci, nuove faccie, nuovi nomi da ricordare (e da abbinare alla faccie :-) ), scarichi aperti, rumore, caldo, eccitazione, paura, tensione, libidine!! :-), complimenti, sete, Clicca per ingrandirechiacchere.
Risate e chiacchere.
La LAURA!! DEVIL!! Altri saluti, abbraccie, faccie vecchie ma sempre simpatiche :-)
Attesa, ancora eccitazione, ancora attesa (mbe'? :-/) ... ooooh, era l'ora! ... tensione (paura no, finita), GASSSS!, traettorie, staccate, accelerazioni, scarichi che urlano, saponette che strusciano, bandiera gialla, scarica di adrenalina, attimi di tensione ... no, non lo conosco (ed e' li' che guarda la moto ... nessun danno fisico).
Clicca per ingrandireChiacchere e risate.
Rilassamento, sbracamento sul prato, chiacchere, cronometri in mano, "ma dove va quello col Guzzi?", 2:11.5!!! (R1), chiacchere e risate.
Fame.
Scambio di moto (ZX-6R per CBR900), mazza che coppia! ... pranzo, risate, ancora risate, sempre risate.
Abbiocco.
Telefonata del Flash ... risate.
TIME! Borda, ci risiamo! E riparti con: attesa, eccitazione, RIGASSS! (ma parecchio stavolta :-) ), GRANDE libidine!, staccate, accelerazioni, spostamenti del corpo, concentrazione ... fatica ... concentrazione ... troppa fatica! ... basta.
Chiacchere, discorsi, un po' di tecnica, complimenti, pacche sulle spalle ... risate, abbiocco allucinante (angiolona :-) ).
Saluti.
Malinconia.
Fine.
 
Gianfranco "Bulletta" Giachetti - G.Giachetti@mclink.it
 
PS: risate :-)) ... grazie a tutti!

Le foto sono di Marco "Devil" Davoli (grazie Marco).


3 Agosto 1998

I partecipanti: Franz, la Laura, RAG, Dony e il sottoscritto.

Alle 13 Franz&Laura sono tornati a casa (lavoro ...), e siamo rimasti io, RAG e Dony. Verso le 14:30 un'apparizione ... UDITE UDITE! PER LA PRIMA VOLTA AL MUGELLO DA SPETTATRICE DEL SOTTOSCRITTO: LA (pausa ad effetto) *LELLA*! :-) Che si e' divertita e non ha avuto paura :-) (ci credo, sulla moto c'ero io, non lei ... ;-) ).

Tralasciando i commenti sul caldo (allucinante) e sulle sensazioni che si provano in circuito (di cui abbiamo già parlato e che ritornano puntualmente a farsi sentire ogni volta ... almeno fino a che, inevitabilmente purtroppo, mi abituerò), una delle particolarietà della giornata odierna era l'organizzazione, "marcata" Super Wheels. Ottima, con Ghego (un po' "spento", sembra per colpa della "20 ore" di Misano) nelle vesti di segretario, ma orfana della pattuglia acrobatica per gran parte della giornata. S'è visto solo il Poli verso metà pomeriggio: simpatico, molto "alla mano", ENORME! e, naturalmente, veloce. Ma di questo parlo dopo :-). In ogni caso si girava benissimo, poco traffico, e chi entrava era abbastanza "avvezzo" alla pista (=rischi di trovare un "lentone" che non sa dove mettersi prossimi allo zero). C'erano alcuni "professionisti" (un tipo con un Suzuki giallo che corre la Supersport, cronometrato dal sottoscritto in 2:07 ... ma mi hanno detto che stava "rodando" la moto, visto che generalmente gira in 2:03 ... comunque simpatico e con una piacevole "scorta" al seguito :-) ), ma la fauna era comunque variegata: un paio di ragazze (non comuni in pista ... al seguito di piloti sí, ma in tuta di pelle se ne vedono davvero pochissime), alcune faccie note, molti curiosi, parenti e amici.

Quasi "magica" la sensazione provata all'ingresso: il cancello era chiuso ... mi sono avvicinato, e si è aperto come per magia. Mi sono sentito il "commenda" che viene a dare un'occhiata ai suoi "possedimenti". Certo, di commenda in tuta di pelle e con una moto verde ramarro se ne vedono pochini ... ma tant'è :-)

Le sorprese comunque non sono mancate. Prima di tutto, "qualcuno" ha purtroppo "battezzato" un'altra curva (la Casanova), senza nessuna conseguenza fisica e con leggerissimi problemi, solo estetici (qualche graffietto) al mezzo. Ma di questo parlerà il diretto interessato :-) se la consorte non l'ha ancora ucciso, naturalmente ...

Secondo di poi, la spesa è stata tutto sommato piuttosto interessante: per 150.000 Lit. ci hanno fatto girare quanto volevamo dalle 14 alle 18. Il primo turno l'abbiamo fatto alle 14:45, circa 40 minuti, al termine dei quali siamo "crollati" sul prato all'ombra sopra la Casanova/Savelli, e abbiamo ricominciato a connettere solo dopo un Gatorade e mezzo litro d'acqua. Poi siamo entrati altre due volte, 20 minuti circa la prima volta e un'altra mezzoretta, + o -, la seconda, con risultati decisamente migliori, cronometrici e fisici. La prima sessione non era cronometrata :-), la seconda e la terza si (grazie Dony :-) ). Eravamo già contenti del 2:24 "alto" della prima sessione (senza contare che RAG HA TOCCATO UNA DELLE DUE SAPONETTE! era felice come un bambino, mi ha ricordato Flash che saltava come un giullare dicendo "l'ho toccata! l'ho toccata!" ... la saponetta, s'intende :-) ), ma dopo la seconda, Dony e la Lella sono arrivate ai box (dove c'eravamo accampati chiaccherando con alcuni "personaggi" tipici) con un bel sorriso, dichiarando "noi non ti diciamo niente". RAG, che camminava con i ginocchi in fuori mostrando i segni dell'asfalto anche sull'altra saponetta, non è neanche riuscito a invidiarmi per l'ottimo (per me, s'intende :-) ) 2:21.6 fatto registrare al quarto passaggio, ottenuto probabilmente nel giro in cui ho preso particolarmente bene sia la Bucine che le due Arrabbiate e rischiando qualcosina in piu' alla staccata della San Donato (una manciata di metri dopo il cartello dei 200, arrivando però piuttosto veloce, visto che ero uscito bene dalla Bucine).

Già, ero proprio felice :-) Poi ho visto il Poli, e mi sono messo a scambiare due chiacchiere. Noto che girava anche lui con uno ZX-6R e gli chiedo "Con questa moto 2:20 è buono, vero?" - fa una smorfia eloquente, al che aggiungo "sai, mi hanno cronometrato in 21 ..." con un sorriso a seicento denti. Mi guarda e fa "Bisognerebbe girare in 13, io ho girato in 16 oggi .... comunque 21 non è male ...".

Non è male?!? NON E' MALE?!?

..... AAAAAAAAARRRRRGGGHHHHH !!!!!! ..... :-)

Vabbé, altri 5 secondi, anzi, 8 ... OTTO?!? .... seeee, una sega! E dove li trovo altri 8 secondi? Certo che anche 5 .... boh ... :-) In realtà mi sono divertito un sacco, mi è piaciuta l'atmosfera: sarà che finalmente sono riuscito a convincere la Lella a venire a vedermi, sarà che tutti erano tranquilli e si formavano continuamente capannelli di gente a chiacchierare ... non lo so, qualcosa sarà.

Non m'importa, son stato proprio bene.

Alla prossima :-)

Gianfranco "Bulletta" Giachetti - G.Giachetti@mclink.it


Ultimo aggiornamento: 20/07/1999