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Decennale della Scuola
Sensei Linda Merchant, 6. dan, ha tenuto, il 16 ed il 17 gennaio 2008, uno dei suoi consueti corsi riservati alle donne. Luisa Fumian, assistente di dojo, e Isabella Buscema hanno partecipato all'evento. Il report dell'evento di Isabella Buscema.

L’idea di andare a Londra a trovare Natalie, amica e compagna di allenamento nei tempi della sua permanenza a Roma e che varie volte aveva espresso il desiderio di rincontrarci, era un po’ che ronzava nella mia testa, ma era ferma lì in attesa di qualcosa che mi spronasse a concretizzarla, non che non ci fosse la voglia di farlo, più che altro era una pigrizia mentale che mi frenava. Verso metà gennaio mi arriva una mail di saluti di Natalie la quale mi faceva sapere che il 16 e 17 febbraio lì a Londra si sarebbe tenuto un corso per sole donne condotto da Sensei Linda Marchant il “Women's Course 2008” e che quindi sarebbe stata una bell’occasione per incontrarsi.

Era lo stimolo necessario per partire; chiamo Luisa (l’invito era esteso anche a lei e Mariangela) e siamo subito d’accordo sul partire e così, senza pensarci troppo ci iscriviamo al corso.

Partiamo giovedì 14 febbraio con il volo del pomeriggio e atterriamo a Heathrow fresche, riposate e contente. Ci guardiamo, il viaggio era stato buono ed era passato senza che ce ne accorgessimo, finalmente a Londra, ormai ci siamo! Ma mai dare nulla per scontato, dovevamo ancora arrivare all’appuntamento con Natalie. Seguendo le sue indicazioni cercavamo di arrivare alla fermata della metropolitana che ci aveva indicato come punto d’incontro per poi andare insieme, se fossimo arrivate a tempo utile, al Dojo di Sensei George e praticare con lui. Sarà stata la prospettiva della pratica e del svegliarsi l’indomani pieni di dolori muscolari contrapposta all’idea di una bella cenetta in qualche pub londinese, il risultato è stato quello di perderci sotto la metropolitana e per circa un’ora, diciamo abbondante, abbiamo girato quella parte di Londra che sì interessante, per certi versi, ma non certo la migliore, naturalmente con bagaglio al seguito.

Domenica mattina sveglia alle otto e inizio preparativi per affrontare la giornata di corso con Sensei Linda, che puntualmente ha avuto inizio alle dieci presso il Dojo di Sensei George Andrews.

Riguardo all’impatto con la zona circostante il Dojo e il tratto di strada ultimo per raggiungerlo, mai più adeguate e calzanti apparivano le parole di Natalie circa la descrizione della zona: una zona molto brutta e pericolosa, il Dojo difficile da trovare, con il rischio di imbattersi in personaggi non molto rassicuranti di pistola muniti. Pistole non ne abbiamo viste ma sottopassi, sporcizia abbandono e anche tipi poco raccomandabili si, e per fortuna che era mattina! Insomma il giudizio non era sicuramente positivo e il pensiero di dover raggiungere ogni volta quel posto per praticare non era molto invogliante.

Il mio giudizio si è completamente modificato una volta dentro; il Dojo era essenziale, gli spogliatoi rimediati, ma la sensazione che dava era di un vero luogo di pratica, isolato, quasi nascosto tra saracinesche e cemento. Quella atmosfera per un momento mi ha portato alla mente il tempo in cui ad Okinawa, durante l’invasione giapponese, si praticava in segreto senza che questa pratica fosse rivelata ad alcuno (probabilmente è un po’ eccessivo un paragone del genere, ma il pensiero mi ci ha portato per un istante).

Arrivate al Dojo, Sensei Linda ci ha accolto con calore, contenta della nostra partecipazione e noi abbiamo approfittato del momento per consegnarle dei doni, una maglietta realizzata in occasione del decennale della nostra scuola e il calendario 2008 che raffigurava momenti di pratica durante varie manifestazioni in Italia delle nostre scuole.

L’allenamento è iniziato da subito concentrato e molto veloce, eravamo circa una quindicina di ragazze di varia nazionalità (Germania, Francia, Italia, Polonia e naturalmente Britanniche), si è iniziato con il Junbi Undo e tecniche semplici, a seguire tecniche combinate, kakie con applicazioni di autodifesa, tecniche di autodifesa con lavoro individuale, con partner e di gruppo; breve pausa per bere e mangiare qualche cosa, e poi proseguire fino alle 14.

Il corso si è chiuso con un momento di riflessione dato dalla lettura di brani scelti e letti da Sensei Linda, alcuni dei quali tratti da suoi scritti.

Finito l’allenamento, si è svolto un pranzo informale al Dojo offerto da Sensei Linda, cui abbiamo partecipato, anche se un po’ di corsa poiché avevamo l’aereo per rientrare a Roma dopo poco, ed è stato un ulteriore momento di scambio con le altre ragazze.

Al di là dell’apprendimento di nuove tecniche e approfondimento, questo tipo di incontri (corsi, stage, Gasshuku…) danno la possibilità di “confrontare” modi diversi di insegnamento, e allo stesso tempo permettendo di praticare con karateka di altre scuole e Paesi accrescendo così quel bagaglio di esperienza e motivazione che è fondamentale per chi pratica.

"Non è il luogo ma è la motivazione che spinge all’azione"