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La rivista italiana di geopolitica Limes ha pubblicato, nel mese di ottobre del 2007, un quaderno speciale dedicato al Giappone, intitolato “Mistero Giappone – Un mondo a parte: se Tokyo dice no tra USA e Cina”.
Nel quaderno è presente un articolo dedicato alla situazione di Okinawa, a firma di Mataichi Seiji, segretario generale del Partito Socialdemocratico giapponese.
L’articolo si intitola “Okinawa rivuole la sua terra” e ne riporto di seguito un sunto.
Okinawa costituisce appena lo 0,6% dell’intero territorio giapponese, ma nell’isola si concentra il 75% delle basi americane in Giappone. La presenza militare USA, a detta dell’autore, è sempre più incompatibile con l’equilibrio economico, sociale ed ambientale dell’isola.
Per favorire l’accettazione delle basi americane, il governo giapponese stanzia ingenti somme a beneficio degli enti locali. Si crea pertanto un meccanismo per il quale gli enti locali, grazie alle somme incassate, sono in grado di esentare i terreni (il 34% dei quali sono in mano a privati) dalle imposte fondiare ed il personale delle basi dalle imposte comunali. Inoltre, per correggere la disparità creatasi con il resto del paese per via della prolungata presenza americana, il governo giapponese ha definito un piano di sviluppo per la promozione di Okinawa e ha realizzato enormi investimenti in opere pubbliche.
Buone cose, almeno in apparenza.
Ma nel 2006 il tasso di offerta del lavoro era al 46° posto tra le 47 prefetture del Giappone, il tasso di disoccupazione è del 7,7% (quasi il doppio rispetto alla media nazionale) ed il reddito pro capite è al 47° posto per livello nazionale e tasso di risparmio.
Il numero dei reati commessi dai militari americani, dal 1972 (anno della restituzione dell’isola al Giappone) al 2006 è 5451, ma la giustizia giapponese non può intervenire, perché deve rispettare il principio di extraterritorialità, secondo il quale i soldati americani possono essere processati soltanto da soldati americani (ed anche in Italia ne sappiamo qualcosa, il cavo della funivia tranciato da jet americani, il caso Calipari,…).
Okinawa si trova in una zona climatica sub-tropicale umida e temperata, con un sole meraviglioso ed un cielo azzurro, circondata da un mare trasparente ed un’incantevole barriera corallina. Sono in molti a pensare che, più che le basi militari, sarebbe meglio proteggere l’ambiente ed incrementare il turismo. Purtroppo, benchè l’articolo 9 della costituzione giapponese ripudi la guerra (anzi, vieta anche la detenzione di armamenti), il governo giapponese tollera le basi e ne rafforza le misure di sostegno, tramite le Forze di autodifesa (utilizzate anche nelle operazioni di peacekeeping delle Nazioni Unite).
Un detto locale dice: “La vita è un tesoro”: la rimozione delle basi, la prosperità economica (sviluppando l’industria turistica, della pesca e manifatturiera) e la ferma opposizione ad una modifica in peggio dell’articolo 9 (previsto in occasione del prossimo rispiegamento dell’esercito statunitense) rappresentano pertanto una priorità.