In questa sezione trovate una serie di domande (e risposte) ricorrenti su TE e TA.
Il termine Modem ISDN tecnicamente non ha senso dato che non esiste nessun processo di modulazione o demodulazione.
Ovvero non esiste nulla che possa essere chiamato modem ISDN.
ISDN e' una linea digitale, significa che i segnali sul cavo sono digitali.
Modem ISDN e' una dizione spesso usata da chi vende apparati ISDN per non spaventare il cliente con termini nuovi come TA.
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Spesso si ha la necessita' di usare un determinato numero telefonico per la connessione ad un provider.
Per motivi amministrativi (es. flat) o di registrazione bisogna che il proprio TA si presenti in rete con un determinato numero telefonico.
Come fare per verificare che il numero usato sia proprio quello che vogliamo e che sia corretto ?
La prima cosa da fare e' verificare di avere sottoscritto l'MSN (Multiple Subscriber Number), ovvero di avere uno o piu' numeri oltre al numero principale.
Quindi verificare di avere impostato nel TA il numero voluto (fare riferimento al manuale del TA).
Se il TA e' visto come un modem e si utilizza Windows sara' possibile anche avere il log delle chiamate dalla sezione di Accesso Remoto, che dovrebbe contenere il corretto numero telefonico usato dal TA.
Ma per essere sicuri che il numero usato sia corretto bisogna usare il log del canale D, supponendo che il TA supporti tale funzione.
Sfruttando il fatto che una linea ISDN ha due canali e' possibile effettuare una chiamata a se stessi, ignorando il fatto che la connessione poi comunque non sara' possibile (a meno di usare un protocollo dati sul canale B come la V.120 o V.110).
Con il log attivo sara' cosi' possibile vedere sia la chiamata uscente (che conterra' il numero chiamante oltre al numero chiamato) che la chiamata entrante.
In particolare la chiamata entrante (messaggio Setup) dovra' contenere l'informazione sul chiamante, in un campo chiamato Calling Party Number (ETSI ETS 300 102-1).
Questo campo contiene il numero telefonico da cui e' stata originata la chiamata e anche un'indicazione della validita' della stessa.
Ovvero, questo campo segnala non solo il numero chiamante ma anche se questo numero e' stato riportato di ufficio dalla centrale o se e' l'utente ad averlo impostato.
Infatti se il numero impostato e' amministrativamente corretto (ovvero la centrale lo riconosce) nell'Information Element Calling Party Number ci sara' un'indicazione di Numero assegnato dall'utente, verificato.
Se invece l'utente non ha indicato il numero o se il numero impostato e' errato o non riconosciuto dalla centrale, questa lo sostituira' con il numero principale dell'abbonamento, indicandolo come Numero assegnato dalla centrale.
Ovviamente non compariranno queste scritte, dipende dal log del TA.
Indicativamente si usano le diciture a normativa per la decodifica dei messaggi di log, quindi potremo aspettarci un :
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Nell'Info Element Calling Party Number, inserito nel messaggio di SETUP che un TE invia quando vuole iniziare una chiamata, oltre al numero vi sono altri campi.
Due di questi si chiamano Type of Number e Numbering Plan.
Vi sono varie codifiche possibili ma 2 vengono usate in particolare:
Entrambe le codifiche possono essere usate e devono essere supportate.
La codifica Unknown/Unknown probabilmente verrā usata per default in futuro con l'ultima fase del rinnovamento del piano di numerazione nazionale.
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Le sequenze keypad (esempio la *67#) vengono processate internamente dal TA a/b della NT1+ ed in rete non esce nessuna cifra ma un messaggio SETUP codificato in modo opportuno.
E' in pratica un'interfaccia tra utente e apparato nato per interagire con la centrale ai tempi delle centrali analogiche.
Il TE č un apparato ISDN e dunque per accedere a determinati servizi (es. nascondere il numero) deve arrangiarsi da solo e compilare opportunamente il messaggio di SETUP, usando l'interfaccia utente-apparato che il costruttore ha previsto.
TE diversi possono avere procedure diverse.
E' imperativo leggere il manuale dello specifico TE (o TA) per sapere quali servizi sono supportati e come fare per accedere ad essi.
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Vedi sezione dizionario.
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Vedi sezione dizionario.
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La risposta dipende ovviamente da quale TA si sta parlando.
TA classici in genere no, sono direttamente controllati dal PC (sia attivi che passivi) per cui se il PC e' spento e/o non ci sono applicazioni che utilizzano una connessione, non c'e' modo che questi (il TA) prenda iniziative.
Esistono pero' TA come i router ISDN che in genere sono autonomi e se programmati erroneamente possono attivare connessioni o evitare di disconnettersi.
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In genere no.
Un router e' un apparato che si connette via ISDN ad una WAN se la LAN cui e' connesso richiede una connessione esterna.
A meno che la LAN richieda costantemente una connessione esterna, il router dovrebbe abbattere la chiamata quando non e' necessaria.
Tipicamente connessioni permanenti con router ISDN sono dovute ad una programmazione errata da parte dell'utente, ovvero il router e' stato programmato erroneamente per cui mantiene sempre attiva la connessione.
E' un problema alquanto comune che esula dal contesto di problemi con ISDN.
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Con la sigla TE si identifica normalmente un apparato nativo ISDN.
Quindi tipicamente sotto questa sigla vengono indicati i telefoni ISDN e fax G4.
Tipicamente un TE non necessita di alimentazione locale ma viene alimentato dalla NT (ovviamente non i fax G4 !).
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No.
E' possibile ovviamente chiamare un TE da un altro TE posto sullo stesso Bus S ma la chiamata passa per la centrale telefonica e quindi puo' essere soggetta a tariffazione.
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Si.
E' possibile trasferire una chiamata da un TE ad un altro TE utilizzando gli STS.
Fondamentalmente ci sono 6 modi per trasferire le chiamate in ISDN tra TE.
Abbiamo il gruppo delle Diversion Supplementary Services (ETS 300
207) tra cui :
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Si.
E' possibile trasferire una chiamata da un TE ad un altro TE sullo stesso Bus S utilizzando gli STS.
E' possibile farlo in due modi :
Il primo metodo (portabilita' del terminale) permette di passare una chiamata tra due TE senza attivare meccanismi di tariffazione.
Dal TE impegnato in una connessione si attiva la funzione di portabilita' del terminale (fare riferimento al manuale specifico del TE per le modalita' di attivazione e gestione).
Viene inviato al TE dalla centrale un codice di riattivazione (visualizzato sul display del TE) e la chiamata viene sospesa (si puo' cioe' riattaccare o anche staccare il TE e connetterlo ad un'altra presa).
Si hanno due o tre minuti per riprenderla da un altro TE impostando il codice di riattivazione ricevuto sul TE originante.
Il secondo metodo invece implica l'uso di un servizio supplementare chiamato ECT (Explicit Call Transfer).
Tramite il servizio supplementare Hold si pone la chiamata corrente in attesa (Hold appunto) e si chiama il terminale desiderato (che puo' essere anche non sullo stesso Bus S a differenza del metodo precedente).
Avuta la connessione con il nuovo terminale usando l'ECT sara' possibile trasferire la chiamata al nuovo terminale.
Importante ricordare che per poter sfruttare l'ECT e' indispensabile avere sottoscritto tale servizio e che il TE deve poterlo gestire.
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Fondamentalmente i principali vantaggi di usare un telefono ISDN al posto di uno analogico (connesso ad un TA a/b ovviamente) sono una migliore qualita' della connessione e una maggiore flessibilita' e facilita' di utilizzo.
Migliore qualita' audio, maggiore velocita' di composizione numero (evidentemente nei redial o chiamate da rubrica), funzionalita' standard presenti di solito solo in telefoni analogici costosi, display per visualizzazione informazioni, gestione estesa dei Servizi Supplementari, possibilita' di avere funzioni tipo centralino senza averne uno e cosi' via.
Queste le prime cose che mi vengono in mente.
Ma direi che la cosa migliore e' provare.
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Dipende dal telefono ISDN.
Normalmente un TE prende l'alimentazione dal Bus S, fornita dalla NT.
L'alimentazione viene fornita sugli stessi pins usati per i segnali, ovvero i 4 centrali (riferiti ad una RJ45).
Questo tipo di alimentazione prende il nome di phantom e ha anche la caratteristica di indicare ai TE connessi sul Bus S se l'impianto e' alimentato correttamente oppure in modo di emergenza.
Infatti in caso di alimentazione di emergenza attiva (cioe' la NT non e' alimentata localmente) la polarita' dell'alimentazione phantom cambiera', permettendo solo ad un TE opportunamente predisposto di poterla utilizzare.
Molti telefoni ISDN pero' sono predisposti ad accettare in ingresso anche l'alimentazione opzionale che deve essere presente sui pin 7 ed 8 (sempre riferiti ad una presa RJ45).
E' quindi possibile acquistare un alimentatore separato da inserire tra il Bus S e il TE per poter alimentare autonomamente quest ultimo.
Ecco ad esempio un alimentatore per TE della Tele-Infonet-System :
Ecco alcune caratteristiche di questo alimentatore (nello specifico questo e' per il mercato USA) :
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In genere no.
Di solito un TE e' progettato in modo da non creare problemi alla linea in caso di guasto o operazioni errate da perte dell'utente.
Se si scollega la cornetta e non si compone nessun numero, il TE dopo un po' di tempo (da qualche decina di secondi a qualche minuto, dipende dal produttore) si disattiva, isolandosi dall'impianto, che quindi ritorna pienamente operativo.
Ovvero altri TE sulla stessa linea opereranno normalmente.
Ecco qualche nota piu' tecnica.
A livello di normativa (ETS 300 102) si ha che se un TE o TA invia un Setup, in overlap, e questo non viene completato entro un tempo determinato (T302 da 10 a 15 secondi), la centrale rilascia la chiamata (e relativo canale B) con la causa numero incompleto o inesistente.
A questo punto il TE o TA deve in qualche modo notificare all'utente la situazione, pero' la linea deve essere rilasciata.
A questo punto dipende da chi ha progettato il TA il decidere cosa fare.
Tipicamente, come gia' detto, il TE si disabilita fino a quando la cornetta viene riagganciata (off-hook).
Oppure potrebbe inviare un altro Setup e ricominciare la sequenza.
Personalmente preferisco la prima soluzione dato che non e' dato da sapere le intenzioni dell'utente.
Inviare Setup in continuazione non lo vedo molto utile.
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NO.
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Venderlo.
Oppure altre alternative possibili :
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Con la sigla TA si identifica normalmente un apparato che adatta al mondo ISDN apparati nati per altre realta'.
Tipico il TA a/b che adatta al mondo ISDN apparati analogici (telefoni, fax, modem).
Un TA per definizione deve essere autoalimentato, ovvero un TA normalmente non prende l'alimentazione dalla NT.
Generalmente un TA dati NON prendera' mai alimentazione dalla NT per il semplice motivo che il TA da solo non lavora.
Ovvero, e' implicito che un TA dati sia connesso ad un DTE, se manca alimentazione il DTE e' fermo e quindi anche se il TA lavorasse non servirebbe a nulla.
Ecco perche' nei TA dati di solito non viene nemmeno inserita la circuiteria di alimentazione dalla linea.
Inoltre SE un TA (o TE) prevede di essere alimentato da NT i test per l'omologa sono cosi' severi che non ci si puo' permettere ampie tolleranze, ovvero l'alimentazione di emergenza e' razionata a livelli molto bassi, cosi' bassi che generalmente solo un telefono ISDN (non cordless) puo' lavorare.
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Premetto subito che la risposta a questa domanda e' particolarmente tecnica.
Ho cercato di semplificare ma piu' di tanto non e' possibile senza scendere nel ridicolo :-).
Ecco uno schemino di massima che descrive la composizione tipica di un TA.
Non vuole certo essere LA descrizione di un TA ... lo si puo' realizzare in molti modi e dipende dall'applicazione, pero' bene o male i blocchi rappresentati sono abbastanza comuni.
Vediamo in dettaglio qualche blocco partendo dall'alto.
Questo molto spannometricamente e' un sommario e non dettagliato elenco di "cose" connesse dietro un RJ45 di un TA.
Il resto e' "software" :-)
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Un TA attivo e' un TA al cui interno esiste un microprocessore dedicato alla gestione del firmware.
Un TA passivo utilizzera' la CPU del Pc ospite per la gestione dei layer ISO/OSI da 1 a 3.
Vediamo ad esempio un TA classico esterno, che cioe' riceve dati dalla seriale, deve gestire l'interfaccia con il Pc (la seriale) e tre flussi dati, cioe' il canale D e i due canali B (assumendo si stia parlando di una BRI).
Per ogni flusso sono interessati piu' protocolli e il software e' suddiviso a layer (schema ISO/OSI).
Ogni layer puo' essere composto da piu' di un protocollo e stati.
Insomma ... di norma un TA ha un sistema operativo multitask e il lavoro che il processore deve fare non e' indifferente.
E' normale usare nei TA un 68000 a 20 Mhz e il codice tipico (eseguibile) si aggira sui 700-800 K.
Lo standard ormai per i TA si attesta su Risc (PowerPc in testa) e si usano sistemi operativi degni di tale nome (Edx, PSos, vxWorks, ecc.)
Quindi un TA attivo ha al suo interno un processore che svolge un lavoro non indifferente per gestire tutti questi protocolli.
Un TA passivo invece utilizza il processore del computer per svolgere tutto questo lavoro.
Ovviamente incidendo sulle risorse del computer ospite.
Tecnicamente si parla di TA attivo se il TA gestisce in proprio (con un processore dedicato) i layer ISO/OSI dall'uno al tre.
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Ci sono vari modi per identificare un TA attivo da uno passivo.
Prima di tutto (e piu' importante) bisogna leggere attentamente la documentazione/manualistica in dotazione al TA.
Di solito i produttori specificano il tipo di TA.
Un altro modo per determinare (anche se non univocamente) la tipologia del TA e' di vedere l'interfaccia con il Pc.
TA esterni seriali sono sicuramente attivi, TA interni (ISA e PCI) potrebbero essere attivi ma e' piu' probabile siano passivi.
Caso a parte i TA USB che andrebbero considerati attivi ma vista la particolarita' dell'interfaccia con il PC si possono considerare passivi.
Un altro metodo e' di analizzare l'hardware a bordo del TA.
Se si riconosce almeno un processore o se ci sono altri chip grandi oltre i chip di interfacciamento linea, il TA e' sicuramente attivo.
Ovvio che questo metodo richiede una conoscenza dettagliata dell'hardware per cui lo menziono giusto per completezza, non come un vero e proprio suggerimento.
Riassumendo il tutto in una tabella dove viene indicata la percentuale di probabilita' che il TA appartenga ad una specifica categoria a seconda dell'indizio :
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Ovviamente i TE vanno sempre considerati attivi.
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Iniziamo dal nome : CAPI sta per Common-Isdn Application Program Interface.
Ovvero e' un software di interfacciamento di periferiche ISDN verso il sistema operativo Windows (nelle sue varie patologie).
Prima di descrivere cosa sono brevemente bisogna cercare di capire come e' strutturato un programma sotto Windows.
Come si puo' immaginare e' una cosa non strettamente legata ad ISDN per cui rimando ad altre fonti legate alla programmazione sotto Windows per approfondimenti (per i piu' curiosi).
Spannometricamente il software che gira su un Pc usando Windows e' strutturato in layer, in strati o piani.
Immaginiamo un palazzo a piu' piani.
Il palazzo e' (dal punto di vista software) il nostro computer e i nostri programmi.
In particolare i programmi che usiamo (es. Word, Excel, il browser, ecc.) si trovano tutti all'ultimo piano e noi li vediamo dal tetto (che e' trasparente) e da li' interagiamo con essi.
I programmi (gli applicativi) vedono solo due cose.
L'utente che li guarda amorevolmente dal tetto e il piano sottostante.
In questo piano si trovano altri programmi che sono nascosti all'utente ma che sono usati dai programmi del piano superiore e cosi' via.
Questi programmi si occupano di fare da galoppini per le richieste e degli applicativi e dai programmi che si trovano sotto di loro.
Quando ad esempio Netscape (o IE) richiedono qualcosa si limitano a chiamare un galoppino il quale prende la richiesta e la porta al piano sottostante ad un altro galoppino e cosi' via .. fino ad arrivare al piano dove c'e' qualcuno che sa come fare l'operazione richiesta.
CAPI e' quindi un galoppino per le applicazioni che devono usare ISDN.
Un'applicazione CAPI compatibile (cioe' scritta per utilizzare CAPI) non ha la piu' pallida idea di cosa sia ISDN e di come (ad esempio) fare una connessione.
Si limita a chiamare per queste operazioni dei galoppini che eseguono i comandi.
Ora vediamo le CAPI dal punto di vista di un TA.
Il TA nell'esempio che abbiamo visto si trova nella cantina del palazzo.
Non sa che ci sono applicazioni colorate e belle in cima al palazzo .. anzi .. non sa nemmeno che c'e' il palazzo.
Lui sa solo che riceve ordini da alcuni galoppini che gli dicono cosa fare e che deve consegnare ad altri galoppini quello che arriva dalla rete ISDN (segnalazione o dati).
E sa solo che sopra di lui c'e' un altro piano (layer ISO/OSI) con il quale colloquia (tramite i galoppini).
Perche' un TA possa usare le CAPI deve essere progettato in modo da poterlo fare ... questo significa che chi progetta un TA CAPI compatibile si scrive le CAPI per quel particolare TA che ha sicuramente un'archiettura diversa da un altro TA.
Le CAPI suggeriscono e standardizzano determinate modalita' di scambio tra le applicazioni e il TA .
Ecco perche' e' necessario usare le CAPI scritte per QUEL particolare TA e non e' possibile avere delle CAPI generiche.
O meglio ... le CAPI come modo di funzionare sono identiche (non sarebbe uno standard altrimenti) ma ogni TA ha le sue CAPI che generalmente non sono utilizzabili con altri TA.
Inoltre non e' detto che un TA supporti TUTTE le possibili varianti e possibilita' previste delle CAPI.
Quindi la prima nota dolente e' che pur essendo CAPI uno standard non esiste un driver comune a tutti i possibili TA.
Ed altrettanto ovviamente questo spiega perche' esistano tanti driver CAPI con problemi di ogni genere.
Di positivo c'e' che in teoria qualsiasi applicativo scritto per supportare CAPI puo' funzionare con qualsiasi TA.
Perche' in teoria ?
Perche' molti costruttori e per mancanza di tempo/fondi/conoscenze/ecc. o per precisa volonta' commerciale fanno in modo che il proprio TA funzioni solo con determinati applicativi ..
vanificando cosi' lo spirito delle CAPI.
A questo aggiungiamo la psicopatologia di Windows.
Win 95 si comporta in modo diverso da Win 98 il quale e' diverso da Win Nt il quale ha delle differenze da Win ME o Win 2000 e via di questo passo.
Cosa significa per chi "sta dall'altra parte della barricata" (cioe' che progetta TA e applicativi) questo ?
Significa che per ogni s.o. in uso capita di dover scrivere delle CAPI adatte, provarle.
Aggiungiamo a questo (gia' di per se' un incubo) il fatto che lo stesso Sw (s.o. + driver + applicativi) su macchine diverse puo' comportarsi diversamente e generare problemi diversi ed ecco che si spiega il perche' molta gente ha problemi mentre altri, pur avendo lo stesso TA, non ne hanno.
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Leggendo il manuale del proprio TA.
Ogni TA ha una sua modalita' (decisa dal produttore) per l'assegnazione dei parametri tra cui il numero telefonico con cui presentarsi in rete.
Per cui nel caso del multinumero non e' possibile dare in questa sede un suggerimento generico su come fare ad impostare correttamente il numero per ogni possibile tipo di TA disponibile.
L'unico consiglio generico che e' possibile dare e' di fare delle prove, nel caso il TA si presenti sempre con il numero principale, eliminando lo zero dal prefisso.
Se la centrale si vede arrivare un numero errato lo sostituisce con il numero principale, ottenendo come risultato finale di non poter presentarsi con il numero secondario.
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Il call bumping e' una funzione locale al TA (cioe' non viene coinvolta la centrale) per poter liberare un canale B impegnato in una connessione dati a 128 K nel caso si riceva una chiamata voce.
In altre parole il call bumping libera un canale B all'arrivo di una chiamata voce (o alla generazione di una chiamata voce da un telefono connesso alle porte POTS del TA), SE :
E' importante ricordare i seguenti punti riguardo al call bumping :
Vedi anche la Faq del gruppo it.tlc.telefonia.isdn, Sezione Hardware - TA Faq e la domanda successiva Call bumping : come funziona ?.
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Innanzi tutto bisogna ricordarsi che il Call Bumping e' una funzione locale al TA.
Questo significa che non e' coinvolto nessuno scambio con la centrale e che quindi solo il TA e' coinvolto in questa funzionalita'.
Se :
... allora quando :
...il TA rilascera' un canale B (passando la connessione a 64K) per la chiamata voce usando le funzioni BOD (Bandwith On Demand).
Il Call Bumping si basa sul fatto che comunque tutte le chiamate entranti sono presentate a tutti i TE connessi sul Bus S.
Normalmente solo il TE interessato alla chiamata reagisce (tipicamente rispondendo).
I TE non coinvolti dalla chiamata semplicemente ignorano il messaggio.
Un TA con il Call Bumping invece va ad analizzare ogni chiamata entrante SE sta occupando entrambi i canali per una connessione dati.
In questo caso infatti (ovviamente se la funzione di Call Bumping e' stata attivata) il TA verifica se la chiamata entrante e' una chiamata voce, ovvero viene analizzato il messaggio di Setup proveniente dalla centrale per vedere se e' una chiamata Speech o Audio 3.1Khz.
Se questa cosa e' verificata allora il TA rilascia un canale.
Ovviamente perche' la centrale invii il Setup entrante quando entrambi i canali sono occupati e' necessario si abbia sottoscritto il servizio di Avviso di chiamata.
Se questo servizio non e' stato sottoscritto la centrale non presentera' mai una chiamata ad un'utenza se questa ha entrambi i canali occupati.
E' interessante inoltre notare che il primo Setup entrante in regime di Avviso di chiamata viene perso e che la connessione puo' avvenire solo quando il Setup e' ripresentato alla linea.
Ovvero di solito la centrale invia lo stesso Setup piu' volte (un massimo di due o tre volte) se nessuno risponde.
E' proprio grazie a questo meccanismo che il TA con il call bumping puo' rispondere.
Al primo Setup il TA, se riscontra i parametri corretti, abbatte la linea.
Al secondo Setup in arrivo prende la chiamata.
Gli altri TE sul Bus non prendono comunque la chiamata entrante perche' presentata sempre a regime di Avviso di chiamata.
Ovvero la seconda chiamata e' ripetuta cosi' come e', cioe' ancora indica nessun canale B libero anche se in realta' un canale B e' stato liberato.
Ma solo il TA che ha liberato il canale B lo sa.
Per quanto riguarda le chiamate uscenti il TA non ha modo di vedere il traffico generato localmente sul Bus S da altri TE.
Quindi l'unica cosa che puo' fare il TA e' quella di rilasciare un canale se si sta provando ad effettuare la chiamata da uno dei telefoni connessi alle uscite POTS del TA con il Call Bumping.
In questo caso quando si impegna una porta POTS del TA, questi liberera' un canale e poi presentera' il Setup alla centrale.
E' lecito dedurre quindi che il call bumping in uscita, funziona anche senza la presenza dell'avviso di chiamata.
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Essendo questa opzione non a standard, ogni costruttore puo' scegliere modalita' differenti per gestire il call bumping.
Questa e' la prima cosa da ricordarsi quando si tenta di capire perche' il Call Bumping non funziona sul TA.
Ecco una tabella di cose da fare per verificare che il TA e altri componenti l'impianto siano correttamente programmati.
(Suggerisco di stampare la tabella come promemoria. Il campo Check puo' essere usato per segnare se l'operazione e' stata completata).
Cose da fare | Check |
Verificare che il TA supporti il Call Bumping e che questo sia correttamente attivato E' importante verificare il manuale del TA per assicurarsi che lo stesso supporti determinati servizi. Spesso i costruttori differenziano prodotti apparentemente simili, rendendo accessibili all'utente particolari servizi, come il Call Bumping. |
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Verificare che le porte POTS (o equivalenti) del TA abbiano assegnati i numeri telefonici voluti. Un TA che supporta il Call Bumping normalmente ha una o due porte POTS o equivalenti, ad esempio la possibilita' di connettere direttamente un headset (cornetta telefonica). Anche alcuni TA che non hanno specifico hardware possono supportare il Call Bumping, sempre pero' che abbiano una qualche interfaccia fonica (ad esempio via CAPI). |
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Verificare che l'Avviso di chiamata sia attivato correttamente (chiedere in Telecom). Normalmente l'avviso di chiamata e' sempre attivato ma una verifica in centrale e' sempre doverosa. Spesso per distrazione o mala gestione la centrale non ha abilitato questo servizio anche se l'utente ha diritto ad averlo. Per cui chiedere sempre. |
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Verificare che gli altri TE/TA presenti nell'impianto siano programmati correttamente. Perche' il Call Bumping funzioni, assumendo non ci siano altri impedimenti, e' fondamentale che nessun altro apparato presente sul Bus S, risponda alle chiamate entranti se entrambi i canali B sono occupati. Normalmente i TE (telefoni ISDN) non presentano particolari problemi, dato che se ricevono una chiamata in regime di Avviso di chiamata, si limitano ad avvisare l'utente acusticamente (ring) o visivamente (display) od entrambi. Nessuna altra azione viene intrapresa dai TE, a meno ovviamente che l'utente alzi la cornetta. Altri TA invece, specie il malefico TA a/b interno alla NT1+, potrebbero intraprendere azioni autonomamente, ad esempio "rispondendo" al messaggio in arrivo. Se questo accade, ovevro se qualche TA risponde al messaggio entrante, la centrale non reinviera' piu' il messaggio di Setup, impedendo cosi' al TA che supporta il Call Bumping di rispondere. |
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Disabilitare le porte POTS della NT1+. Perche' il call bumping funzioni, e' importante che nessun altro terminale attestato alla linea, possa rispondere alle chiamate entranti quando queste sono in modalita' avviso di chiamata. Alcune NT1+, probabilmente per un problema di progettazione, rispondono alle chiamate entranti anche quando queste sono in modalita' di avviso di chiamata, impedendo cosi' il corretto funzionamento del call bumping gestito dal TA. Questo perche' la sequenza corretta di attivazione del call bumping, e' basata sulla ricezione di almeno DUE messaggi di Setup. Il primo permette l'abbattimento di una delle due chiamate attive dal TA, il secondo per effettuare la risposta alla chiamata entrante. Se per qualsiasi motivo, un altro terminale risponde alla centrale al primo messaggio di Setup, questa non emettera' piu' il secondo messaggio di Setup, inficiando cosi' il compimento dell'operazione di risposta del TA. In questi casi l'unica soluzione e' disabilitare le porte POTS della NT1+. |   |
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Quando parliamo di ISDN parliamo di vari protocolli che operano a vari livelli, non certo solo di conversione dati tra Pc e ISDN.
La potenza di calcolo necessaria per il TA non e' certo per la conversione visto oltretutto che tale "conversione" e fatta via hardware dal chip di linea.
La conversione e' il primo livello di un sistema ISDN.
Un apparato ISDN si basa su vari strati di software (layer ISO/OSI), ognuno dei quali ha determinati compiti.
Abbiamo il layer 1 (fisico) che effettivamente si preoccupa di convertire i dati che arrivano da/per i layer superiori e come detto principalmente questa operazione e' fatta da uno o piu' chip programmati dal processore.
(Questo e' l'unico livello in comune tra TA attivi e TA passivi)
Poi abbiamo il layer 2 o data link.
Il layer 2 e' un protocollo che imbusta i dati da passare al layer 1 ed effettua una serie di operazioni per gestire la linea (es. gestione TEI, verifica integrita' dati, spezzettamento e ricomposizione di trame, ecc.) ed e' basato principalmente sul protocollo HDLC.
Fisicamente e' gestito da SCC (chip per la gestione di flussi seriali sincroni) e dal software.
Sopra il layer 2 abbiamo ... il layer 3, che e' il layer di segnalazione, instradamento.
Quando si parla di segnalazione ISDN questo e' il layer per eccellenza.
Qui sono gestite tutte le operazioni di chiamata, risposta, Servizi Supplementari, ecc.
Dal layer 4 in poi si inizia a parlare di applicativi e quindi per ora lasciamoli stare.
Quando si parla di protocolli ISDN generalmente ci si riferisce ai primi tre layer ISO/OSI.
Ora, facciamo un passo indietro.
La gestione di ogni layer comporta una o piu' task (macchine a stati, gestione protocolli, ecc.) ed ovviamente per ogni canale in uso piu' entita' delle stesse task sono coinvolte, piu' una gestione di passaggio messaggi inter-task e tra le task.
L'unico layer comune a tutti i canali e' il layer 1, per tutti gli altri per ogni canale in uso bisogna allocare risorse (layer 2, layer 3, interfacciamenti, ecc.) e ancora, a seconda del protocollo in uso sul canale B differenti risorse devono essere allocate.
Gestire PPP non e' la stessa cosa di gestire la V.110 o la V.120 o altri protocolli.
Gestire la segnalazione base non e' la stessa cosa che gestire la segnalazione base piu' i Servizi Supplementari e via dicendo.
In un TA attivo avremo un processore e risorse dedicate e mirate a questa attivita'.
In un TA passivo tutto quanto non e' layer 1 e' gestito dal Pc che comunque NON ha periferiche specifiche e dedicate per la gestione di questi flussi dati.
C'e' quindi maggior lavoro da fare per supplire a questa mancanza.
Piu' lavoro da fare significa sottrarre risorse al sistema e dipendere dal software anche per funzioni normalmente espletate da periferiche progettate appositamente e quindi incrementare i possibili problemi di sincronizzazione dei vari flussi dati.
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Spesso nelle FAQ e sul gruppo di discussione si suggerisce di attivare (se il TA lo supporta) i log sul canale D per poter meglio analizzare quello che accade, tipicamente perche' c'e' qualche problema.
Puo' diventare pero' un problema interpretare il log.
Non e' possibile dare indicazioni specifiche su come interpretare ogni possibile log, dato che puo' cambiare da TA a TA, pero' qualche indicazione generica che puo' aiutare ad interpretare meglio il log la si puo' dare.
Chi vuole capire il log (sia esso di un TA che di un analizzatore di protocollo) deve almeno avere un'infarinatura di protocolli dati e specificamente deve avere le specifiche per i protocolli sotto analisi.
In ambito ISDN come minimo bisogna sapere interpretare, cioe' avere le specifiche e saperle leggere, del protocollo di livello 2 (ETSI ETS 300 125 - ITU Q.921) e di livello 3 (ETSI ETS 300 102 - ITU Q.931).
Ecco un esempio di log di un TA.
Si tratta di un TA AsuscomTA-280 USB
Ovviamente non riporto per intero un log ma usando spezzoni di questo provero' a dare indicazioni su come interpretarlo, cosi' come do' per scontato che chi legge questo esempio abbia sottomano le specifiche per il livello 2 e livello 3.
Iniziamo.
Molti log iniziano riportando informazioni riguardo l'hardware e l'ambiente in cui tale hardware si trova ad operare.
In blu i mei commenti al log.
---------------------------------------------------------------------------- OS : Windows 98 Version : 3.5.3 ISDNLink-00 0 CAPI Controller No : 1 Interface : S/T Bus : USB Power Mapping : 1, 1, 3, 3, 3, 4, 4 Type : EXTERNAL, PASSIVE Switch : EURO ISDN POTS Port : 0Nella prima parte del log vengono indicati alcuni parametri generali.
#01-15:36:26.799 ------------ Info 4 received: P8 ------------ #01-15:36:26.799 ************ LAYER-1 ACTIVATION ************Questa e' un'indicazione di livello 1, fisico.
#01-15:36:26.814 Net R SAPI=0 TEI=103 UA F=1 #01-15:36:26.829 Net R SAPI=0 TEI=104 UA F=1 #01-15:36:26.844 Usr C SAPI=0 TEI=107 SABME P=1 #01-15:36:26.859 Net R SAPI=0 TEI=107 UA F=1Informazione di layer 2
#01-15:36:26.909 Usr C SAPI=0 TEI=107 INFO P=0 NR=0 NS=0 Orig PD=Q.931 CR=0X01 SETUP 1 10100001 INFORMATION ELEMENT : Sending complete 1 00000100 INFORMATION ELEMENT : Bearer capability 2 00000010 IE Length : 2 Octets 3 1------- Extension Bit : Not Continued -00----- Coding Standard : CCITT ---01000 Info. trans. cap. : Unrestricted digital information 4 1------- Extension Bit : Not Continued -00----- Transfer Mode : Circuit mode ---10000 Info. transfer rate : 64 kbit/s 1 00011000 INFORMATION ELEMENT : Channel identification 2 00000001 IE Length : 1 Octets 3 1------- Extension Bit : Not Continued -0------ Interface Ident. : Implicitly identified --0----- Interface Type : Basic interface ---0---- Spare : ----0--- Preferred/Exclusive : Preferred -----0-- D-channel Indicator : Not D-channel ------11 Info. Channel Sel. : Any channel 1 01110000 INFORMATION ELEMENT : Called party number 2 00001011 IE Length : 11 Octets 3 1------- Extension Bit : Not Continued -000---- Type of Number : Unknown ----0001 Numbering Plan Id. : ISDN/Telephony numbering plan 4 ******** Number Digits : 0302445006Qui il log riporta informazioni di layer 2 (la prima riga) e informazioni di layer 3.
#01-15:36:27.004 Net C SAPI=0 TEI=107 INFO P=0 NR=1 NS=0 Dest PD=Q.931 CR=0X01 CALL PROCeeding 1 00011000 INFORMATION ELEMENT : Channel identification 2 00000001 IE Length : 1 Octets 3 1------- Extension Bit : Not Continued -0------ Interface Ident. : Implicitly identified --0----- Interface Type : Basic interface ---0---- Spare : ----1--- Preferred/Exclusive : Exclusive -----0-- D-channel Indicator : Not D-channel ------01 Info. Channel Sel. : B1 channelQuesto messaggio e' la risposta dalla rete al SETUP inviato dal TA.
E cosi' via.
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Se per connettere direttamente tra loro due TA si intende prendere un cavo per collegarli allora la cosa non e' assolutamente fattibile.
E' necessario che esista sempre la centrale e due NT o un simulatore di linea ISDN oppure un TA modificato in grado di simulare la parte di rete, ovvero :
oppure
oppure
Per quest'ultima possibilita' bisogna precisare che :
Se invece per connettere direttamente tra loro due TA si intende fare una connessione con un TA di un amico (senza passare per internet) oppure connettere due Pc tra di loro con un programma come LapLink o PcAnywhere, la cosa, come con i normali modem, e' possibile.
Bisognera' per prima cosa scegliere un protocollo di comunicazione in comune ad entrambi i TA.
Di solito per questo tipo di connessioni il protocollo usato e' il V.120 ma e' possibile usare anche il V.110.
Stabilito il protocollo da usare e impostatolo su entrambi i TA bastera' che uno dei due TA chiami l'altro per avere una connessione.
Volendo si puo' usare anche il protocollo PPP (o ML-PPP) ma in questo caso e' importante ricordare che anche uno dei due Pc dovra' essere configurato come Server e l'altro come Client.
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V.110 - protocollo dati ITU per ISDN
E' il protocollo dati piu' vecchio (cioe' e' il primo ad essere stato sviluppato) ed e' anche il piu' standard, ovvero TA di marche diverse dovrebbero connettersi senza alcun problema o impostazione parametri usando questo protocollo.
Permette di avere connessioni molto lente (max. 19200 a standard, 38400 o piu' ma fuori standard) ma ha alcune caratteristiche molto particolari che per determinate applicazioni sono fondamentali.
Ad esempio su un solo canale B e' possibile avere piu' di un flusso dati in V.110.
Ovvero piu' entita' possono sfruttare lo stesso canale B con la V.110.
Un TA potrebbe venire progettato per gestire piu' flussi dati (piu' porte seriali, il numero massimo dipende dalla velocita' scelta per la connessione V.110) sfruttando un solo canale.
Tipica applicazione (non certo hobbistica) gestione POS o ATM, ovvero connettere piu' POS (bancomat) alla banca sfruttando un solo canale B.
Vantaggi | Svantaggi |
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V.120 - protocollo dati ITU per ISDN
Il protocollo V.120 e' nato per permettere maggiore flessibilita' ad una connessione dati in ISDN e per sfruttare appieno la disponibilita' del canale.
A differenza del V.110 infatti, questo protocollo ha la velocita' del canale dati, ovvero 64K.
Come per il V.110 e' nato per trasferire flussi dati seriali asincroni tra DTE ma sfruttando molto di piu' la duttilita' di ISDN.
Infatti il V.120 permette il bonding di piu' canali B ed in effetti molte delle caratteristiche dell'ML-PPP derivano da questo protocollo.
Ha pero' molti punti deboli.
Non essendo mai stato ratificato in Europa (a differenza del V.110) e' sempre stato considerato come protocollo proprietario.
Ovvero pur esistendo delle linee guida specifiche (non parleremmo di protocollo standard e nemmeno potremmo identificarlo con un nome) i TA che lo supportano potrebbero avere gestioni dello stesso diverse che in alcuni casi possono condurre ad una mancata connessione.
Vantaggi | Svantaggi |
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PPP (Point To Point Protocol) - ML-PPP (Multi Link - Point to Point Protocol)
E' il protocollo per eccellenza per connettersi ad internet.
Praticamente ogni TA lo supporta.
Per dettagli su questo protocollo e interazione con ISDN :
Vantaggi | Svantaggi |
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X.25 - Protocollo dati ITU con trasmissione a pacchetto.
Vantaggi | Svantaggi |
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Leggendo il manuale in dotazione al TA.
Se il manuale del TA non riporta esplicitamente l'esistenza di resistenze di terminazione e/o di come fare per disabilitarle, bisogna assumere queste non ci siano.
Purtroppo non e' possibile verificare la loro presenza o meno con un tester misurando ai capi del RJ45 del TA come molti fanno.
Come si puo' vedere dallo schema a blocchi di un TA, c'e' tutta una circuiteria oltre alle resistenze, tra cui il trasformatore di linea, per cui misurando la resistenza questa
(resistenze di terminazione o meno) non sara' mai di 100 Ohm.
Anche un'ispezione visiva e' inutile in quanto non e' detto che il circuito stampato riporti lo scopo di determinati componenti, cosi' come non e' detto che tali resistenze si trovino dove uno se le aspetta e come non e' detto che siano facilmente identificabili se non si ha una discreta esperienza nel settore.
Per cui l'unico ragionevole modo di sapere se un TA ha o meno le resistenze di terminazione e' leggere il mauale del TA cercando eventuali conferme della loro presenza.
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Fare una lista di tutti i TA che hanno le terminazioni e' un'impresa ma ci si prova.
Al momento (data di aggiornamento della FAQ) e' accertato che i seguenti TA dispongono delle resistenze di terminazione :
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Si'.
Connettere un TA terminato ad un Bus S realizzato a normativa (che cioe' prevede le resistenze di terminazione sull'ultima presa) equivale a connetterlo ad un Bus S fuori norma.
In questo caso le resistenze di terminazione del TA vanno rimosse o disabilitate.
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In ISDN non esiste compressione dati.
Ovvero i protocolli dati per ISDN non supportano la compressione.
Alcune marche di TA pero' hanno inserito dei moduli (es. V42bis) che comprimono i dati prima di essere passati ai protocolli.
Questo significa in parole povere che e' possibile avere la compressione dei
dati ma non c'e' modo che questa venga riconosciuta presente in modo
standard.
Oppure la si puo' vedere in questo modo.
Lo standard ISDN mette a disposizione un tubo in cui far passare
i dati.
Quello che ci si mette nel tubo e' di solito non interessa, anche se lo standard prevede la possibilita' di inviare alcuni liquidi specifici (es. vino, acqua, brodo :-) ).
Questo significa che dall'altra parte chi riceve sa a priori di aspettarsi acqua, vino o brodo.
Se tu ci metti aceto (dati compressi) dall'altra parte non sapranno
mai che liquido e' quello che sta arrivando a meno che tu sappia
preventivamente che dall'altra parte sanno riconoscere anche l'aceto.
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In ISDN la velocita' di upload e download e' la stessa, ovvero ISDN garantisce un pieno full duplex.
Questo significa che ISDN garantisce la possibilita' di inviare e ricevere dati a 64kbps contemporaneamente, senza nessun rallentamento.
Generalmente parlando pero' quando si parla di download e upload ci si riferisce ad internet.
In questo caso abbiamo a che fare con piu' entita' che concorrono nel trasferimento e che possono generare rallentamenti.
Abbiamo ad esempio il PC, con la suite TCP/IP, abbiamo un sistema operativo che specie nel caso di TA passivi incide e non poco sulle prestazioni del TA, abbiamo poi l'ISP (provider internet) con i suoi PC, suite TCP/IP, connessioni alla rete e cosi' via.
In altre parole rallentamenti possono accadere per migliaia di ragioni, anche per TA grezzi ed ipereconomici (specie quelli passivi) ma NON per ISDN.
Al solito chi decide di spendere pochissimo non puo' poi pretendere di sfruttare al 100% quello che ISDN offre.
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Per prima cosa e' importante ricordare che i Fax si dividono in vari gruppi, che ne denotano le caratteristiche.
Dal gruppo 1 al gruppo 3 si parla di Fax analogici, ovvero che
utilizzano modulazioni analogiche, come ad esempio la V27ter.
Solo il gruppo 4 e' un tipo di Fax che puo' funzionare su ISDN, ovvero
e' la modalita' di invio Fax in ISDN.
In questo caso pero' la domanda verte sulla gestione (invio/ricezione) di Fax gruppo 1 ... 3 usando un TA.
Innanzi tutto i Fax di questi gruppi (1, 2 e 3) sono di tipo
analogico, ovvero progettati per funzionare su linee PSTN.
Questo significa che ISDN li potra' gestire solo come connessioni voce, speech o meglio audio 3.1 Khz.
In altre parole un TA perche' possa gestire Fax deve essere in grado di gestire chiamate vocali .. ovvero il TA dovra' essere un TA a/b.
Ed in effetti e' proprio quello che agli inizi si faceva per gestire Fax con ISDN.
I TA in grado di gestire i Fax erano niente altro che dei TA a/b con a bordo un chipset modem/fax con la possibilita' di essere connesso ad
un canale B.
Quando si voleva fare una connessione Fax (ovviamente verso un Fax attestato su un'utenza analogica) si faceva una chiamata in speech (o audio 3.1 khz) verso tale utenza e poi, avvenuta la connessione, si connetteva il chipset modem/Fax e si demandava a tale chipset la gestione del protocollo Fax.
Idem per la ricezione ... se la chiamata entrante era speech o audio 3.1 khz si connetteva il chipset modem/fax e si demandava a questo di gestire l'eventuale connessione Fax.
Questo nel passato ... o anche oggi nei prodotti di fascia alta.
Inutile dire che con questo sistema non si sono MAI avuti problemi, di nessun genere.
A tutti gli effetti inviare e ricevere fax avveniva come con le linee analogiche, anzi meglio.
Ma con l'avvento sempre piu' massiccio dei TA passivi (per ragioni di costo) l'hardware si e' andato via via a ridimensionare, sostituito dal software, grazie soprattutto alla potenzialita' di calcolo che gli odierni Pc permettono.
Cosa significa quindi oggi gestire un Fax via TA su ISDN ?
Spesso significa avere una scheda passiva (TA passivo o TA USB) con
solo il minimo indispensabile per avere una connessione ISDN.
Tutto il resto e' simulato da qualche software, sul Pc.
Tra tutto il resto sono sempre piu' spesso compresi i protocolli
analogici, tra cui quello del Fax.
Il flusso dati in arrivo dalla scheda ISDN (che nel caso del Fax e' sempre una chiamata speech o audio 3.1khz) anziche' essere elaborato da un apposito chipset come avveniva una volta, viene processato da un simulatore di protocollo, gestito ovviamente dal processore del Pc.
Abbiamo quindi il Pc che gestisce la connessione ISDN (i vari layer
ISO/OSI), simula i protocolli analogici, gestisce gli applicativi (che cioe' elaborano i dati trasportati da tali protocolli) e magari fa altre attivita' in background.
Spesso (diciamo il 95%) usando un sistema operativo dai mille e uno
problemi quale Windows.
Quale puo' essere il risultato finale di questo insieme di cose ?
Esatto. Casino totale.
Abbiamo che il piu' delle volte si hanno problemi ad inviare e
ricevere Fax e quando ci si riesce spesso capitano problemi strani.
Purtroppo IMHO la cosa e' normale.
Molte operazioni che dovrebbero essere gestire in locale, da un
processore apposta, ora sono gestite da del software che gira su un
sistema operativo sicuramente NON progettato per il real time.
Cioe' un sistema operativo non progettato per gestire senza problemi
flussi di dati continui.
Un sistema operativo inoltre con problemi di ogni tipo, a partire
dalla compatibilita' dei driver con l'hardware alla compatibilita' di
applicazioni e la quasi impossibilita' di avere due sistemi uguali tra
loro o le mille peripezie con USB, su hardware (motherboard) dalle
mille e una caratteristiche diverse .. tanto per rincarare la dose
riguardo la compatibilita'.
Il 99% dei problemi che si hanno a gestire Fax con ISDN ovviamente NON
sono da imputare a ISDN, ma all'accoppiata TA-PC-os.
Perdita di dati, caduta della connessione, confusione nei dati
ricevuti o spediti ... la causa primaria e' il fatto che protocolli
nati per essere gestiti da macchine dedicate sono (per motivi di
costo) gestiti dal Pc che e' si' molto piu' potente, ma semplicemente
NON progettato/nato e pensato per questo tipo di utilizzo, specie se
deve svolgere altri lavori contemporaneamente.
Di solito, con un attento dosaggio di applicativi e risorse a
disposizione e' possibile riuscire ad utilizzare questi TA per gestire
Fax ma ovviamente non esiste una sola ricetta valida per tutti.
Ogni PC e' una storia a se'.
La soluzione per uno non e' detto che funzioni per qualcun altro ..
anzi, quasi mai.
Proprio per la natura del problema che non e' in nessun modo legata ad
ISDN, ma bensi' legata alle patologie di ogni singolo sistema.
Oltre che suggerire di conoscere molto bene e nel dettaglio la propria macchina (cosa ovviamente non alla portata di tutti) si puo' solo dare suggerimenti alquanto generici.
Ad esempio verificare che non ci siano conflitti di Irq tra le varie
schede, su alcune mother board bisogna spostare l'Irq di default
dell'interfaccia USB e cose di questo tipo.
Ma appunto la natura stessa di questi suggerimenti e' cosi' limitata e
limitante che e' impossibile IMHO dare suggerimenti a meno di avere lo
stesso identico problema e piu' o meno la stessa configurazione Hw/Sw.
Addirittura lo stesso Hw con differente Sw (ad esempio Win 98 vs Win
Xp) ha comportamenti,diagnosi e soluzioni (se possibile) differenti.
Personalmente se qualcuno ha davvero la necessita' di gestire Fax
(indipendentemente dal tipo di linea) io suggerisco di usare un vero
Fax.
Nel caso di ISDN un fax di gruppo 4 e' il top (permette ovviamente di
dialogare con Fax di gruppi inferiori).
Altrimenti un modem/fax connesso ad una porta a/b di un TA a/b e'
sicuramente la soluzione migliore piuttosto che usare un TA passivo in emulazione Fax.
Se proprio si vuole usare un TA passivo (PCI/ISA/USB) bisogna
rassegnarsi a spendere molto tempo cercando di capire gli eventuali
problemi.
Io non userei MAI comunque un TA passivo in ambito professionale.
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Un TA non potra' mai andare a velocita' diverse di 64k per canale.
Ovvero un TA potra' andare SOLO a 64k o 128k, questa e' la velocita' di linea di un TA.
Quando Windows (o altri sistemi operativi o applicativi) riportano velocita' diverse si tratta sicuramente di un problema di comunicazione tra ... produttore del TA e consumatore.
Fermo restando che la velocita' di linea di un TA e' FISSA e non dinamica e che puo' solo assumere valori di 64k o 128k (come detto precedentemente), un TA ha varie interfacce, ovvero puo' simulare altre tipologie di servizio cui magari i driver fanno riferimento.
Ad esempio se un TA puo' simulare un modem e' possibile che i driver del TA permettano di selezionare varie modulazioni da usare, ovvero velocita' diverse.
In questo caso (come anche nel caso di simulazione fax) e' possibilissimo che un TA vada a 9600 .. in realta' la connessione sara' sempre a 64k ma la simulazione modem o fax sara' limitata a 9600 bps.
Insomma, piu' che impostare la velocita' di linea molti driver impostano velocita' di interfaccia o simulazione e quella riportano all'utente, facendo credere a quest ultimo che il TA vada a solo 9600 bps.
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Se il TA ha apposito hardware o software di emulazione di modulazioni analogiche la risposta e' si'.
Perche' un TA si possa connettere ad un modem di solito implica che il TA abbia un modem (reale o emulato) che possa essere connesso ad un canale B.
Per chiamare un modem, il TA effettuera' una chiamata in speech o audio 3.1 khz verso l'utenza analogica.
Alla connessione verra' attivato il modem a bordo del TA e connesso al canale B in modo che inizi l'handshake.
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Un PABX e' un centralino in grado di essere connesso ad una linea ISDN e capace di supportare automaticamente (ovvero senza l'ausilio di un operatore) terminali, ISDN o PSTN o entrambi.
E' importante notare come in ISDN un PABX sia considerato come una rete privata, in contrapposizione con la rete pubblica.
Ovvero concettualmente un PABX non e' semplicemente un terminale (anche se si comporta come tale dal punto di vista della rete pubblica) ma una rete privata, con i suoi terminali.
Un PABX permette infatti ai terminali ad esso connessi di interagire autonomamente tra di loro oltre che interagire con la rete pubblica.
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No.
Dipende dal tipo di PABX.
Molti PABX supportano solo il punto-punto, altri PABX supportano sia il punto-punto che il punto-multipunto.
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Un router ISDN e' un apparato che ha lo scopo di connettersi ad una rete locale (ad esempio TCP/IP) da un lato e alla rete ISDN dall'altro.
Ogni volta che un apparato connesso alla rete locale effettua una richiesta verso l'esterno della rete, ovvero verso un apparato che non e' connesso alla rete locale, il router si connette via ISDN ad un'altra rete locale per cercare di soddisfare la richiesta di connessione.
Andando un pochino piu' sul pratico, tipicamente oggi come oggi i router si utilizzano per connettere una rete locale ad internet.
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