Questa sezione descrive come realizzare un Bus S ed e'
suddivisa in due parti.
La prima parte descrive come e perche' realizzare un Bus S e
le varie tipologie di bus che si possono fare.
La seconda parte e' una raccolta di immagini per capire
meglio sul piano pratico come procedere, realizzata con
l'aiuto di altri linker.
Vediamo come realizzare un Bus S.
Iniziamo a distinguere due tipologie per questo bus :
In questa configurazione abbiamo l'NT ed UN solo TE connessi tra
loro.
E' importante ricordare che una configurazione Punto-punto
necessita anche di un'impostazione particolare di alcuni
parametri sia nel TE che in centrale (vedi anche alcune domande nella sezione Domande ricorrenti
per ulteriori approfondimenti).
In particolare con una connessione Punto-punto il TEI (Terminal
Endpoint Identification) e' fisso mentre in una
connessione Punto-multipunto e' negoziabile il che significa
che la centrale deve essere programmata espressamente per questa
tipologia.
La lunghezza massima del cavo (considerata tra i due punti
x) puo' arrivare ad 1 km ma all'atto pratico come
creare un Bus S punto-punto ?
Considerando che tutti gli NT hanno le resistenze di terminazione interne (disinseribili) la
cosa migliore e' di recuperare quella che in gergo e'
detta biborchia.
Quindi si prepara un cavo a 8 poli crimpato da un lato con un connettore RJ45 e
dall'altro connesso alla presa RJ45.
Anche qui dipende dal tipo di presa per la connessione del
cavo.
Alcune (Italtel) hanno 3 prese RJ45, una d'ingresso e due di
uscita, sempre con la possibilita' di disinserire le resistenze di
terminazione.
Con questo tipo di presa e' sufficiente prendere un cavo UTP Cat.
5 della lunghezza voluta e dato che e' gia' crimpato non c'e' da
fare nullaltro se non inserire i connettori.
Uno schemino pratico potrebbe essere :
In questo schema abbiamo una resistenza di terminazione 'dentro'
l'NT e una dentro la presa RJ45.
ATTENZIONE ! Esistono dei TE che hanno la possibilita' di
inserire le resistenze di terminazione. tramite jumper o
switch.
In questo caso ovviamente la presa RJ45 NON viene usata o se
viene usata e' SENZA le resistenze di terminazione
inserite.
Io consiglio pero' di evitare di terminare il Bus S dentro un
TE. Un domani che si vuole modificare la tipologia di bus oppure
semplicemente cambiare il TE si possono creare problemi dato che
non e' detto ci si ricordi che la terminazione e' dentro
il TE e non nella presa.
(ETS 300 012-1 Annex A - A.2.2
Point-to-point)
Giusto una nota finale ... se si connettono due TE non si e'
piu' nella condizione punto-punto !!
Specifico questa cosa ovvia perche' alcuni vedendo la presa
RJ45
doppia (nel caso di una biborchia) potrebbero pensare che la cosa
sia fattibile.
La risposta e' NO. Se si connettono due TE si ricade nella
tipologia di Bus S Punto-multipunto ed ovviamente la distanza massima di
1 km non sara' ASSOLUTAMENTE piu' valida.
(vedi sezione Pratica del Bus
S per consigli su come realizzare il bus)
Il bus corto passivo viene utilizzato quando la massima distanza
tra l'NT e l'ultimo TE e' minore di 100 metri.
Il bus corto passivo a Y viene utilizzato quando l'NT viene a
trovarsi in mezzo ai TE.
Ogni ramo del bus puo' essere lungo 50 metri.
(Spesso su alcuni manuali si legge che la massima
lunghezza per ramo e' di 100 metri per un totale di 200 metri
di bus. Per ottenere queste distanze si dovrebbe utilizzare cavo
con impedenza diversa da 100 ohm,
cosa non sempre fattibile. Le distanze riportate in questa FAQ si
riferiscono SEMPRE a valori di impedenza pari a 100 ohm che si
trovano normalmente nei cavi UTP cat. 3-5)
Il bus passivo esteso viene usato quando la massima distanza tra l'NT e l'ultimo TE e' minore di 500 metri ma maggiore di 100 metri ed e' possibile raggruppare TUTTI i TE nella parte finale del Bus S (ultimi 25/30 metri).
I vari TE sono collegati in parallelo al Bus S, ovvero
tutti vedono gli stessi segnali.
Non ci sono limiti particolari alla distanza tra TE e TE anche se
e' consigliato usare almeno 10 metri di distanza uno
dall'altro, ma non e' critico.
All'atto pratico esistono vari modi di costruire un bus
Punto-multipunto.
Esistono in commercio degli hub ISDN
(quindi NON hub Ethernet !!!!!) per il Bus S che consentono di
gestire questo tipo di connessione oppure e' possibile usare
piu' biborchie dove una delle due uscite serve per continuare
il bus e ovviamente senza resistenze inserite.
Solo l'ultima presa RJ45 deve avere le resistenze di terminazione inserite.
Ad esempio :
(vedi sezione Pratica del Bus S per consigli su come realizzare il bus)
Il problema principale è la sovrapposizione dei segnali e
la rigenereazione del clock.
Avendo davanti le norme di livello 1 ISO/OSI ( ETS 300 012 e ITU
I.430 ) il segnale che va nella direzione NT-TE viene mandato in
parallelo sui 2 rami.
La trama contiene delle violazioni di protocollo che
consentono ai TE di sapere l'inizio della trama e
sincronizzare i PLL interni.
Se c'è una differenza di fase significativa dovuta ad
una differente lunghezza dei 2 rami o dovuta ad un forte
disadattamento di impedenza del bus, i TE dei 2
rami non sono sincroni o per lo meno il riferimento temporale
dell'inizio della trama sara' diverso.
Quindi il TA sul ramo più lungo inizia a trasmettere
più tardi rispetto a quello sul ramo più corto.
Se la differenza di fase è tale da essre superiore alla
lunghezza di un bit c'è un ottima possibilità
che nel punto di riconnessione dei 2 rami arrivi ad un certo
momento il bit 1 della trama che proviene dal ramo lungo ed il
bit 2 di quella del ramo corto.
Facendo un bel OR cablato se un bit vale 1 e l'altro 0
uscirà un bello 0 ( non sto bestemmiando con la logica
booleana si tratta del protocolo di linea dove 1 = no signal 0 =
+/- 40V ).
Ecco la stessa spiegazione in termini terra terra (Ricky e' un maestro in questo) :
Immaginiamo che i TA lavorino come in una staffetta.
Perchè il TA possa partire a trasmettere una frame (
immaginiamo che sia un treno ) ha bisogno che arrivi in direzione
opposta un omino con il legnetto.
Visto che gli omini corrono alla stessa velocità sui 2
rami, supponendo che partano allo stesso istante quello che
percorre il ramo + lungo arriva dopo.
Il treno sul lato lungo parte dopo, raggiunge lo scambio con un
ulteriore ritardo e, patatrac si schianta con quello che viene
sul lato corto.
Se i 2 rami sono uguali i 2 treni si compenetrano ( ok ci vuole
un po di fantasia ) ed appaiono alla stazione ( NT ) come un'
unica entità.
Se si compenterano con ritardo arriva una massa informe.
(vedi sezione Pratica del Bus S per consigli su come realizzare il bus)
E' simile al bus passivo corto con la differenza che i TE
sono tutti raggruppati alla fine del bus (ultimi 25/50
metri).
Qui la cosa e' un po' piu' complessa pero' dato
che il numero di TE allocabili sul bus e la distanza tra loro
influisce sul buon funzionamento del bus, che puo'
raggiungere i 500 metri massimi di lunghezza (ovvio che si
possono avere lunghezze di bus inferiori !!).
Quindi se dovremo installare i TE in circa 40 metri non potremo
allocare tutti e 8 i TE.
Non e' facile fare questo tipo di conti senza un'adeguata
strumentazione purtroppo dato che quello che importa qui (come
anche nel bus passivo corto) non e' tanto l'impedenza in
se' (che comunque e' un parametro necessario !!) ma il
tempo di ritardo di andata/ritorno del segnale (round trip
delay).
Ricordarsi di modificare l'NT per questo tipo di bus !
Tutti gli NT hanno un sistema per selezionare il tipo di bus in
uso.
Puo' essere uno switch oppure dei jumper oppure una presa RJ45
dedicata al tipo di bus (una per il bus corto e una per il bus
lungo o esteso).
Ovviamente in questo caso il bus a Y e' da evitare dato che
questa tipologia prevede espressamente l'NT come polo del bus
e i TE raggruppati alla fine dell'altro polo.
(ETS 300 012-1 Annex A - A.2.1
Point-to-multipoint - A.2.1.2 Extended passive bus)
(vedi sezione Pratica del Bus S per consigli su come realizzare il bus)
Le tempistiche di protocollo di livello 1 (livello fisico) sono
calcolate assumendo che il bus abbia una determinata impedenza.
Per ottenere la corretta impedenza si usa terminare ad entrambi i
lati il Bus S secondo il seguente schema (si utilizzano
resistenze da 100 Ohm, 1/2 Watt, 5% di tolleranza) :
Il cavo usato deve essere di buona qualita' (un cavo UTP
Categoria 3 gia' va bene, una Categoria 5 e' meglio).
La qualita' del cavo influisce pesantemente sul buon
funzionamento del bus, specie su bus lunghi.
Assicurarsi anche che la connessione rispetti oltre la piedinatura richiesta, anche l'uso corretto delle coppie del cavo.
Altri consigli generici sono di usare il cavo ISDN SOLO
per segnali ISDN e usare un cavo a 8 poli (anche se generalmente
vengono usati solo 4 fili).
Quindi NON lasciatevi tentare dal mettere sul cavo ISDN (ad
esempio) anche i segnali analogici magari da un'NT1+.
In questa sottosezione provo a dare indicazioni di tipo pratico
su come realizzare un Bus S.
Con l'aiuto di altri componenti del gruppo
it.tlc.telefonia.ISDN ho potuto ricevere alcune foto e
descrizioni di biborchie e come e' stato
possibile preparare il Bus S con il materiale trovato in
Italia.
Questa sottosezione e' suddivisa nei seguenti paragrafi :
Prima di iniziare a realizzare un Bus S e' meglio prendere un
pezzo di carta e pianificare un attimo il lavoro.
Meglio ancora se questa operazione viene fatta prima che venga
installata la NT (NT1 o NT1+ che sia).
Innanzi tutto e' buona cosa informarsi sulla disposizione
delle prese dell'attuale impianto telefonico, di dove passano
i vari cavi e se sono in comune con cavi dell'impianto
elettrico.
Inoltre e' importante sapere se l'impianto di terra
dell'impianto elettrico e' operativo.
Per meglio comprendere cosa significa trasformare un impianto da analogico in ISDN e perche' su un Bus U non si possa usare nulla se non un NT ecco un'allegoria di Ricky.
Immaginiamo per assurdo che i telefoni
analogici vadano a benzina.
Prima della trasformazione su tutta la rete interna passava
benzina e la centrale pubblica erogava benzina.
Dopo la trasformazione la centrale pubblica eroga petrolio, che
non può essere usato così come è dai
telefoni che vanno a benzina.
Quindi si mette uno scatolotto ( NT1+ ) che funge da raffineria,
entra petrolio dalla porta U ed esce benzina dalle porte a/b e,
visto che ci sono, gasolio dalla porta S.
Ovviamente se nei tubi dove passava benzina ora passa petrolio,
gli eventuali rubinetti per la benzina ( cioè le prese
analogiche ) ora erogano petrolio.
Quindi ho 2 possibilità:
Per far questo o tiro delle nuove
tubature per portare il petrolio fino al punto di trasformazione
o uso quelle esistenti dove prima passava benzina.
Ovviamente se questo percorso contiene dei punti di spillatura (
prese telefoniche ) non posso certo sperare di spillarci benzina
visto che arriva petrolio.
Se la rete è stata progettata bene è possibile che
parallelamente al tubo della benzina passasse un secondo tubo
riservato ad usi futuri.
Riciclando questo tubo per farci passare il petrolio si riesce a
ricadere nel caso 1.
Basta fare una deviazione all'ingresso, mettere un tappo dove
prima entrava la benzina e pompare benzina nel circuito partendo
da quella che prima era l'ultima presa.
Non è importante il verso.
Vediamo un paio di figure per aiutare a capire che accade.
Nella Figura 1 abbiamo rappresentato un impianto tradizionale
analogico.
Il doppino telefonico arriva dalla centrale, entra in casa e va
ad una presa.
Da qui parte un altro doppino che congiunge la seconda presa e
cosi' via.
Nella Figura 2 vediamo che accade quando la linea viene
trasformata in ISDN.
Il doppino che parte dalla centrale non viene toccato e prende il
nome di Bus U mentre viene aggiunta in centrale
un'apparecchiatura chiamata LT.
La prima presa in casa dell'utente viene eliminata ed al suo
posto viene installata l'NT.
Dall'NT parte il Bus S (cavo UTP 4 coppie Cat. 5) che va alle
varie prese RJ45 cui l'ultima e'
quella terminata dalle resistenze.
Il doppino che prima connetteva le varie prese non e' usato
.. di solito lo si sostituisce con il cavo del Bus S.
Vediamo ora che accade se al posto della NT normale si installa
la NT1+.
Come nel caso precedente il doppino dalla centrale prende il nome
di Bus U e non e' modificato mentre viene aggiunta in
centrale un'apparecchiatura chiamata LT.
La prima presa viene sostituita dalla NT1+ ma a differenza di un
impianto ISDN puro le vecchie prese sono ancora usate.
Nello schema si vede che vengono creati due "rami"
analogici.
Il primo e' quello preesistente (Presa B e C) cui si sfrutta
il doppino gia' posato, il secondo creato ex-novo.
In aggiunta a questi ecco anche il Bus S.
E' importante sottolineare che dalla NT1+ possono partire 3 cavi distinti !
Due doppini e un Bus S.
Altrettanto ovvio e' notare che non e' obbligatorio che
da una NT1+ partano sempre 3 cavi.
E' possibilissimo avere solo una o due linee analogiche
(doppino) o solo il Bus S (UTP 4 coppie Cat. 5) o combinazioni
dei tre.
Ora, che accade se la NT (o NT1+) viene montata non sulla prima
presa ma sull'ultima ?
Semplicemente che le prese a monte dell'NT non potranno
essere usate da nulla.
Il Bus U ammette SOLO una connessione punto-punto, ovvero
all'LT possiamo connettere UN solo NT (o NT1+).
Quindi connettere l'NT non sulla prima presa significa non
poter sfruttare meglio l'impianto preesistente.
Quando si richiede la trasformazione di una linea analogica in ISDN due
operazioni vanno comunque eseguite :
Per ulteriori informazioni fare riferimento alla NT Faq.
Assicurarsi che ci sia nelle immediate vicinanze del posto dove
andra' piazzata la NT anche una presa elettrica per poterla
alimentare.
In questa sezione descrivero' come come realizzare un Bus S,
per la parte analogica di una NT1+ ho preparato un piccolo
riassunto. A questo punto bisogna decidere quante prese il
Bus S dovra' servire e dove piazzarle.
Partendo dalla NT (meglio fare questa operazione con una
planimetria dell'appartamento/casa) si stabiliranno i punti
che dovranno essere serviti dal Bus S.
Spesso la scelta sara' obbligata dato che si vorra' far
passare il cavo del Bus S all'interno di canaline
preesistenti, altrimenti tipico l'installare il cavo del bus
S dietro gli zoccolini battiscopa.
Qui ovviamente non e' possibile suggerire in dettaglio come
procedere .. dipende dalla casa e la disposizione di canaline e
prese.
Identificate le zone da servire con il Bus S si potra'
cosi' calcolare la massima lunghezza che lo stesso dovra'
avere (tramite il Questiobus e' possibile
determinare facilmente il tipo di Bus S necessario) :
In ambito domestico si ricade quasi sempre nel primo caso ...
ovvero la massima distanza tra NT e l'ultimo TE e'
normalmente minore di 100 metri.
Quindi vediamo le operazioni da fare per progettare un Bus
S.
Iniziamo a vedere che tipo di prese e' facile trovare in Italia ...
Presa tipo 1 Si tratta di una sola presa RJ45 terminata. Ci sono 16 tubetti a cui connettere il cavo in ingresso e il cavo in uscita se la presa non e' l'ultima della catena. Clicca qui per leggere una nota su questa presa. (fonte Gianpy ) |
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Presa tipo 2 Si tratta di una presa RJ45 ed una presa RJ11. Questa presa e' conosciuta con il nome di TRUT (Terminazione di Rete Unificata Telecom) o TRUS (Terminazione di Rete Unificata SIP). NON E' una biborchia e non ha le resistenze di terminazione. Ci sono 8 tubetti per connettere il cavo alla RJ45 e 2 tubetti per connettere il doppino alla RJ11. Clicca qui per leggere una nota su questa presa. (fonte Gianpy e Ricky) |
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Presa tipo 3 E' in pratica la presa di tipo 2, probabilmente di un'altra ditta (fonte Luis). |
||
Presa tipo 4 Si tratta di una presa RJ45 senza resistenze di terminazione. Le connessioni sono a vite (fonte Luis). |
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Presa tipo 5 Si tratta di una presa RJ45 cat. 5 della IBOCO senza resistenze di terminazione. Le connessioni sono a pressione (fonte Costanzo). Si notino le resistenze aggiunte da Costanzo prima di connettere il cavo e alcune note. |
Presa RJ45 Si tratta di una presa modulare RJ45 da incasso. I fili si connettono infilandoli negli spazi posti sul retro usando un apposito attrezzo e bloccati da un fermo di plastica. Tipica per gli impianti di rete locale. |
Nel caso delle prese tipo 2 e 3 (TRUT) chi ha un po' di
pratica puo' saldare le resistenze sullo stampato sempre che
ci sia poi sufficiente spazio sul retro della presa per questa
operazione.
Questo tipo di presa è dotata di 2 connettori A e B e
dovrebbe essere stata progettata per l'installazione dei
centralini.
Nota di Ricky su questa presa
(TRUT).
Nel 99% di installazioni di centralini
viene usato questo tipo di presa.
Lo scopo è quello di collegare con una stessa presa 2
telefoni, un BCA ( o Single Line Phone come dite negli USA ) ed
un telefono specifico.
Tipicamente il telefono specifico usa 4 o più fili ( anche
se oggi i digitali di solito ne usano solo 2 ) e non richiede
terminazioni.
In questo caso la presa TRUT è un'ottima soluzione
perchè con uno stesso cavo ( che di solito ha 3 o 4 coppie
) si collegano 2 differenti apparecchi.
Per quel che riguarda la porta A è un RJ11 con solo i 2
centrali collegati ed è ottimo per collegarci una delle 2
uscite analogiche della NT1+ Se si usano 2 TRUT per prolungare un
BUS S si può tranquillamente usare la porta A delle 2 TRUT
per prolungare anche l'interfaccia analogica della NT1+.
Basta usare un cavo con almeno 3 coppie.
Spesso molti utenti vogliono avere il telefono in fianco al PC e
con una TRUT possono risolvere il problema.
A è un RJ11 con solo i 2 pin
centrali collegati e B è un connettore RJ45 con tutti e 8
i pin collegati.
Per il bus S occorre usare la presa B.
Sul lato componenti ( cioe' quel che si vede togliendo il
coperchietto superiore ) sono serigrafate le sigle d1 f1 f2 d2
equivalenti ai simboli TX+ RX+ RX- TX- delle prese ISDN con
terminazioni.
Nel caso si voglia terminare una presa TRUT saldando le
resistenze occorre saldare una resistenza da 100 ohm tra d1 e d2
( ossia tra i 2 pin più esterni ) e una tra f1 e
f2.
Nella foto il lato saldature dello stampato presente nella presa tipo 2 e 3.
Alcune note da Gianpy che gentilmente mi ha mandato alcune foto e descrizioni della presa tipo 1 e 2 :
Questo è quello TI potrebbe
montare se richiedi il bus S.
Questa presa (presa tipo 1) è quella specifica per il bus
S con tanto di resistenze da inserire o meno a seconda di come si
posizionano i jumper all'interno , dalle mie parti il nome
biborchia è sconosciuto e questa è la presa o
borchietta per bus S.
Per i collegamenti occorre un attrezzo apposito per crimpare i
fili negli appositi morsetti ma in sua mancanza si possono
utilizzare i cappucci plastici in dotazione per coprire i
contatti ( facendo molta attenzione a premere perpendicolarmente
al c.s. , pena la troncatura del piolino).
I piolini che si vedono a sinistra sono gli stessi (
specularmente solo per la parte sopra ) che si vedono a destra ,
questo perchè se bisogna montare piu di una presa da un
lato si collega la testa del cavo che entra e dall'altro si
riparte per la presa successiva.
La ditta che manda TI installa un normale cavetto telefonico a 2
coppie , quindi i piolini superiori numerati 1 2 7 8 sono
inutilizzzati mentre quelli inferiori sono nominati TX - + ed RX
- + e corrispondono rispettivamente ai piedini 6 3 5 4 di una
normale presa RJ45.
Queste prese sono fornite , finora , da due ditte AETHRA e SABA
Electronics ( non sono gli stessi delle televisioni e radio
).
Questa presa ha le stesse dimensioni e la foratura per il
fissaggio delle prese tripolari , nella parte sotto , a sinistra
ed a destra della presa plug vi sono i fori per entrare con il
cavo o i cavi nel caso si debba ripartire per un'altra presa
, sopra alla presa vi sono 2 jumper solitamente di colore rosso
per l'inserimento o meno delle resistenze di terminazione ,
come disegnati sono a destra e le resistenze non sono inserite ,
portandoli ambedue a sinistra si inseriscono le terminazioni.
Vi sono il doppio dei collegamenti perchè mettendo 2 fili
nello stesso cilindretto si rischia che quello superiore abbia un
collegamento precario allora nel caso di bus S con piu prese
conviene entrare da un lato e ripartire per un'altra
direzione dall'altra parte della presa.
E' indifferente utilizzare i piolini di sinistra o quelli di
destra perchè sono parallelati , attenzione però
che la fila superiore è speculare mentre quella sotto
no.
Il collegamento del filo è a perforazione di isolante ,
infatti i cilindretti sono tagliati per tutta la lunghezza nella
parte inferiore (come una C chiusa) , con l'apposito attrezzo
la connessione è perfetta ed indolore , mentre se si
utilizza un cacciavite ed i cappucci di plastica (che vengono
forniti in dotazione alla presa assieme alle viti ed a una coppia
di tappi a espansione) i quali si inseriscono all'esterno del
cilindretto , per effettuare il collegamento occorre prestare
attenzione ad esercitare una pressione perpendicolare al circuito
stampato altrimenti si rischia di troncare il cilindretto raso
allo stampato
Avendo una presa di tipo 1 e' relativamente semplice
realizzare il Bus S.
L'unica difficolta' pratica e' quella di connettere
correttamente i fili dal connettore RJ45 alla presa.
Ecco uno schemino che illustra come connettere i fili di un cavo
a normativa 568B per quanto riguarda l'assegnazione dei
colori il che significa che e' solamente indicativo.
Potreste avere un cavo con colori differenti.
Il punto e' quello di identificare i colori assegnati ad ogni
pin connesso alla RJ45 e riportare tale connessione sulla/sulle
prese di tipo 1 assicurandosi pero' che le coppie del cavo UTP siano rispettate.
E' infatti importantissimo rispettare oltre la piedinatura anche le coppie del cavo UTP.
Un cavo UTP standard ha 8 fili, attorcigliati a due a due, ovvero ha 4 coppie di fili.
(Vedi descrizione di una presa RJ45 per maggiori particolari sulle coppie).
Ecco alcuni consigli da Ricky sulla realizzazione del Bus S :
Per quel che riguarda la realizzazione
di un BUS S multipunto ( cioè con più prese ISDN
lungo il percorso ) escluderei l'uso di prese TRUT visto che
è molto difficile collegare 2 fili nello stesso tubetto (
se si è bravi si riesce ma è facile fare cattivi
contatti o spaccare il tubetto).
Nel caso molto comune di semplice prolungamento del BUS S dalla
NT fino al PC occorre collegare con un cavo CAT5 a 2 ( meglio 4 )
coppie i pin omonimi ( TX, RX o d,f ) di due prese.
Una presa sarà situata vicino alla NT1+ e l'altra
vicino al PC.
La presa del PC andrà terminata.
Facendo così si può tranquillamente fare a meno di
crimpare il cavo (cosa non proprio alla portata di tutti, visto
che la pinza per crimpare costa un po' e non vale
l'investimento per usarla una sola volta ).
Poi basta andare in un negozio di computer e comprare un cavo per
Ethernet o Patch Cord, insomma un cavo RJ45 - RJ45 non invertente
( come indicato dalla foto delle FAQ ).
Lo si collega tra NT1+ e presa.
Dall'altra parte si usa il cavo in dotazione al TA.
Cosa molto importante usare per ogni segnale i due fili della
stessa coppia.
Cioè se prendo la coppia Bianco Verde per RX e Bianco Blu
per TX devo collegare i due tubetti denominati RX- con il Bianco
della coppia Bianco Verde e RX+ con il Verde.
Sembrerà una cosa stupida ma mi è già
capitato di vedere interfacce ISDN e telefoni specifici dare i
numeri solo perchè collegati con coppie spaiate.
Inoltre consiglio di usare un cavo con almeno una coppia in
più rispetto a quelle strettamente necessarie, visto che
se per qualche motivo si interrompe un cavo si può sempre
fare ricorso alla coppia di scorta.
Scoprire che un filo è interrotto dopo aver posato e
accuratamente nascosto il cavo può essere estremamente
spiacevole.
Il Bus S parte dall'NT.
Normalmente l'NT ha due prese RJ45 nel caso si voglia
realizzare il Bus S a Y o
si vogliano connettere direttamente due TE (con un cavetto la cui
lunghezza sia minore di 3 metri).
Queste prese sono connesse in parallelo tra loro quindi il Bus S
puo' partire indistintamente da una di queste.
L'altra rimane semplicemente non usata, a meno naturalmente
di avere un Bus S a Y che comunque sconsiglio (vedi descrizione
Bus S a Y).
Questo discorso vale ovviamente sia per una NT normale che
per la NT1+.
Ecco una serie di foto che mostrano una NT1+ Aethra.
Nella foto e' possibile vedere dove va connesso il cavo in
partenza del Bus S.
Ad una delle due RJ45 mostrate sulla sinistra.
Quando si realizza il bus solo una presa va utilizzata a meno che
naturalmente si stia realizzando un Bus S a Y.
Sulla destra si vedono invece le due prese RJ11 per la parte
analogica.
Dietro alle RJ11, all'interno dell'NT si nota una
morsettiera.
E' in parallelo alle prese RJ11 e puo' essere usata per
connettere direttamente i fili dell'impianto telefonico
preesistente nel caso di trasformazione di un impianto da
analogico ad ISDN.
In mezzo tra le prese RJ45 e le prese RJ11, sempre
all'interno della NT1+ si trovano i morsetti per connettere
il filo del Bus U.
Ovviamente la NT1+ andra' anche connessa ad una presa di
alimentazione (220V).
La NT andra' poi impostata per il tipo di Bus S
realizzato.
Esiste uno switch che permette di selezionare il tipo di Bus.
Il Bus S corto andra'
selezionato se la lunghezza del Bus e' minore di 100
metri.
Il Bus S esteso andra'
selezionato se la lunghezza del Bus e' minore di 500 metri ma
maggiore di 100 metri.
Cosa significa crimpare un cavo e come lo si puo' fare?
Senza fare l'etimologia del termine crimpare in pratica
significa attaccare un connettore ad un cavo senza fare
saldature.
La crimpatura viene effettuata usando appositi connettori (nel
nostro caso gli RJ45) e un apposito attrezzo, gli
stessi usati per le reti locali.
Ce ne sono di vari tipi e prezzi.
Da quelli economicissimi di plastica a quelli professionali in
lega di plutonio :-) Per crimpare pochi connettori, quindi
tipicamente per l'impianto domestico, si puo' acquistare
la versione in plastica.
Non sono il massimo ma permettono di fare un discreto lavoro,
basta non fare le cose in malo modo e verificare sempre quello
che si sta facendo.
Si puo' ipotizzare una spesa di 15.000 lire circa per questo
tipo di attrezzo.
Se invece si devono crimpare un po' di cavi e quindi fare un
uso continuato e' meglio optare per una versione
professionale che puo' partire come prezzo da 90.000 lire in
su'.
Ovviamente esistono poi attrezzi di tutti i prezzi.
Recuperato l'attrezzo e i connettori RJ45 nonche' il cavo UTP si
potra' iniziare il lavoro.
Prima si spela il cavo (sempre con l'attrezzo), si inserisce
il connettore RJ45 nello spazio predisposto nell'attrezzo e
quindi si inserisce il cavo nel connettore.
L'UTP lo si puo' crimpare tranquillamente su un RJ45
tanto e' vero che i cavi Lan crimpati SONO UTP.
Si elimina la guaina quel tanto che basta per scoprire i fili, li
si allinea nel corretto ordine (usando i colori o tenendo nota
della stessa sequenza ai due capi del cavo) e si infilano nel
plug RJ45.
A questo punto si preme esercitando un po' di forza
sull'attrezzo.
Molto importante e' verificare che i conduttori del cavo
siano allineati correttamente sui due connettori.