Una premessa: ogni
acquisto immobiliare viene tassato dallo Stato
Italiano principalmente tramite l'imposta di registro; questa imposta è
proporzionale
(vale a dire una percentuale), e viene pagata al Notaio, che poi
provvederà a versarla allo Stato.
La base imponibile è costituita dal prezzo; facciamo un esempio con un
appartamento:
- Prezzo dell'appartamento (base imponibile): 200.000 euro
- Aliquota seconda casa: 9%
- Imposta dovuta: 18.000 euro.
La base imponibile è inoltre soggetta a possibile accertamento da parte
del fisco: in altri termini, se il fisco ritiene che il prezzo esposto
sia troppo basso, può chiedere all'acquirente un'integrazione
dell'imposta.
Tuttavia, per alcune
tipologie di immobili, è possibile optare per una tassazione più
favorevole, chiedendo l'applicazione del cosiddetto "prezzo-valore".
Il prezzo-valore è una regola che consente innanzitutto di calcolare
l'imposta dovuta sulla base della rendita catastale moltiplicata per
alcuni coefficienti, anzichè sul prezzo; tornando all'esempio di prima:
- Prezzo dell'appartamento: 200.000 euro
- Rendita catastale 845 euro
- Coefficiente seconda casa: 126
- Calcolo: 845 x 126 = 106.470
- Aliquota seconda casa: 9%
- Imposta dovuta: 9.582,30 euro.
Praticamente la metà rispetto a prima.
Il secondo vantaggio è costituito dal fatto che il fisco non può
sindacare il valore dell'immobile, e pertanto il contribuente è al
riparo da spiacevoli sorprese future.
Purtroppo questa regola non
vale per tutti gli immobili; essa vale solo
per gli immobili ad uso abitativo e relative pertinenze (box,
posti
auto, cantine, solai).
Filippo Paolini