Alcune considerazioni sugli scritti di Carlo Marx.
 
Che oggi sia opportuno tornare sui concetti base di valore d’uso e valore di scambio, è fuor di dubbio, per una precisa  spiegazione  materiale: il lavoro produttore di  merci e loro fonte di valore.
 
Affinché non appaia oscuro il concetto ma  comunicabile a  tutti,  riporto una citazione di Marx: circa Aristotele  “cinque letti sono uguali ad una casa “( klinai pente anti oixias ), e poi, “cinque letti eguale tanto e tanto denaro”, ma aggiunge il greco “lo scambio non può esserci senza l’eguaglianza  delle cose  e l’eguaglianza non può esserci senza la commensurabilità” ed in verità “ e’ impossibile che cose tanto diverse ( quali letti e casa) siano commensurabili e  cioè qualitativamente eguali”.
 
Manca nell’analisi di Aristotele il concetto di valore, pur intuendolo genialmente, nel momento che pone a confronto cose differenti qualitativamente così come noi le percepiamo con i nostri sensi  (letti e casa)  ma  alla base manca il concetto di lavoro cristallizzato, per così dire, nella produzione delle cose, che le rende  commensurabili.
 
Ma nella società di Aristotele i lavori umani non erano eguali , ma esisteva il lavoro servile.
 
Infatti i lavori umani per essere misurabili e commensurabili, debbono avere una unità di misura (il tempo) e presupporre un lavoratore che risponda a caratteristiche statisticamente medio-normali di integrità psico-fisica.
 
Si tratta ovviamente della  costruzione di una economia politica  teorica che non può che essere tale   e riferibile alla attuale società storicamente determinata.
 
E’ proprio all’essere teorico di tale economia marxiana che l’economista Iosef  Schumpeter afferma che la teoria del valore “ e’ morta e seppellita”.
 
A questo punto entriamo nel concetto di valore d’uso e valore di scambio delle cose divenute merci nel momento dello scambio.
 
Credo che sia più chiaro procedere con la critica che Marx fa ai mercantilisti, i quali pongono l’accento sul lato qualitativo del valore delle merci che ha la sua figura perfetta  nel denaro e la critica fatta ai rivenditori ambulanti “moderni del libero scambio”, che debbono liquidare ad ogni prezzo la loro merce, ponendo questi ultimi l’accento sul lato quantitativo del valore delle merci.
 
Cosa manca a costoro? Il concetto derivante dalla analisi scientifica di come le merci possano essere tra loro scambiate e sulla base di quali valori.
 
Il valore d’uso  è  quanto è utile quella cosa al suo possessore  ma se non è scambiabile , se non è commerciabile,  restano soltanto valori d’uso “depositari materiali del loro  valore di scambio”.
 
Le merci  come valori di scambio possono essere solo” di quantità differenti, non contengono cioè nemmeno un atomo di valore d’uso” e per essere le merci scambiate debbono avere una grandezza di valore , questa grandezza di valore  è data  dal lavoro  necessario per produrle, cioè dal lavoro “incorporato “ per così dire in esse merci.
 
Marx fornisce degli esempi sul valore d’uso e di scambio :
 
dei boschi incolti , cioè cresciuti senza lavoro, rappresentano valori d’uso , utili, ma non valori di scambio. Cioè una cosa può essere utile al suo produttore senza essere merce , cioè scambiabile.
 
Un valore d’uso sociale , come le decime pagate al prete, non rappresentano ancora un valore di scambio.
 
Una cosa inutile è prodotta da lavoro inutile , non ha VALORE  , cioè non è scambiabile.
 
Degli articoli non possono essere merci se in essi non sono “cristallizzati”, incorporati lavori utili qualitativamente  differenti.
 
E’ a questo punto  che i valori d’uso e di scambio appaiono nel loro lucido rapporto dialettico ; cioè nessuno dei due esclude l’altro. Sono momenti storici nella vita dell’uomo e della società ma alla base di  questi valori  esiste il lavoro, grazie al quale si produce una cosa utile e grazie al quale si produce lo scambio per il quale e solo per il quale le cose prodotte divengono merci.
 
 
Una ulteriore analisi    concernerà il denaro,  sempre nella visione di Marx.
 
 
le @mail:  la parola ai lettori
ricevuta da Manlio Giacanelli Roma – 12 – 12 – 2006
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