Sexyrama di Roberto Baldazzini  

 

Editoria

 

 

Lo ricordo come se fosse oggi: avevo otto anni. Ero in solaio e mi venne la febbre dopo aver scoperto in una vecchia cassa le annate complete di «Grand Hotel» dal 1946 al 1961, che mia madre aveva salvato dal bombardamento. Cominciai a sfogliarle e di fronte a quelle bellissime immagini e a quelle storie di passioni sconvolgenti provai un’emozione violenta e mai conosciuta prima…

E’ con queste parole che Roberto Baldazzini spiega  la genesi di un’ossessione: la passione per il lavoro di disegnatore, che sfogliando quelle pagine già si faceva strada, e, al tempo stesso, il feticismo per l’immagine femminile. Passioni che Baldazzini fa rivivere, attraverso Seyrama, in maniera diversa, più evidente e svelata rispetto al lavoro creativo che svolge abitualmente come autore di fumetti e artista visivo.

Sexyrama, che attraversa l’immagine della donna nelle copertine dei periodici dal 1960 al 1979 - come simbolo del potere, strumento di piacere, oggetto del desiderio e feticcio erotico - è un percorso visivo, vissuto come ossessione onirica, se non addirittura come estasi dei sensi, tramite il quale provare ad osservare l’evoluzione degli atteggiamenti e del costume nella società italiana. Un progetto interamente realizzato attingendo ad una sconfinata collezione privata di settimanali di moda e costume, fotoromanzi e riviste erotiche e scegliendo con cura gli sguardi e i corpi che hanno rappresentato i personali feticci dell’autore per circa un ventennio. Un periodo ragionevolmente lungo, attraversato da cambiamenti radicali nella società e nel costume, tale da consentirgli di cogliere e rappresentare due punti estremi: «dal un lato il potere seduttivo dello sguardo divoratore di quelle irraggiungibili dive filo-holliwoodiane, dall’altro la dimensione “frastagliata” e casalinga di quell’immaginario porno-erotico alla portata di tutti, presente in ogni casa, che irruppe nelle nostre vite sul finire degli anni 70 e che il messaggio televisivo non ha mai cessato di alimentare».

Pronti, via col 1960! 

Una diva è una diva. Ti seduce senza bisogno che debba fare nulla: da ferma o in movimento, seminuda o vestita che sia, sprizza sex-appeal da tutti i pori. Per catturarti  le basta, semplicemente, guardarti.

Fu attraverso i loro occhi magnetici che molte attrici degli anni 50 seppero confondermi e ammaliarmi: era sufficiente un loro sguardo per rivelarmene lo stato d’animo, bastava un impercettibile battito di ciglia perché io ne rimanessi fatalmente colpito, ossessionato, sottomesso e sedotto. Femmine misteriose e procaci che dal piccolo schermo parlavano direttamente a me! Non ci voleva altro.

 

Roberto Baldazzini (Vignola, 1958) nel 1982 pubblica la prima storia a fumetti, a colori, sulla rivista Orient Express di Luigi Bernardi, con il personaggio di Alan Hassad, investigatore privato. Sulle pagine di Orient Express nasce anche Martin Trevor e il suo primo personaggio femminile, Stella Noris.
Anche se il fumetto rimane l'obbiettivo principale della sua creatività, all'inizio degli anni novanta approfondisce il tema dell'eros realizzando libri dove l'immagine della donna è protagonista quali Streghe & Santarelline, Fixtown Hard Female Bondage Club, My Sweet Bettie. L'uso della fotografia come ispirazione e la modella come interprete di personaggi femminili diventa una costante. Il desiderio di analizzare le realtà che lo circonda diventa un bisogno impellente.
Baldazzini si impone con un segno originale e le sue graphic novels vengono tradotte e pubblicate in volumi in tutta Europa, negli Statti Uniti e in Sudamerica. Contemporaneamente inizia a lavorare anche per la pubblicità, per il design e come illustratore (Vanity, MarieClaire) Nel 1995 inizia la collaborazione con la rivista Blue, dove trova il modo di creare nuovi personaggi, decisamente tutti da leggere in chiave erotica, Ginger&Rogers, Angela per Casa Howhard, Chiara Rosenberg con i testi di Celestino Pes, Aura, l'ultimo, sul quale sta ancora lavorando.
Nel 1997 per la Kappa Edizioni esce il volumetto Sweet Susy, un altro personaggio femminile creato insieme a Elena La Spisa. In quel periodo la collaborazione con il fotografo Denni Lugli da un’ulteriore spinta alla sua ricerca personale tra foto e disegno.

Con l'incontro di Franco Saudelli e la relativa frequentazione, nasce un nuovo progetto editoriale, fonti di ispirazione le riviste Bizarre di John Willie e Exotique. Bizarreries edito dalla Glittering Images di Firenze, diventa un volume rivista, arrivato già al secondo numero, dove i due autori si sbizzarriscono a incrociare il fetish con il bondage, la fotografia con il disegno.
Si è inaugurata il 2 dicembre 2000, presso la Mondo Bizzarro Gallery di Bologna, la sua prima personale di pittura. Le Fate di Baldazzini, il titolo della mostra, diventa una visione nuova della donna, che raccoglie in se qualcosa di magico e spirituale. Le dimensioni dei quadri e l’uso del colore sono gli elementi che caratterizzano questi acrilici su tela. Ma è l'incanto della visione che viene rappresentato ( perché lui, quelle Fate, dice di averle viste...), e insieme quell'attimo nel quale per la prima volta lo spettatore rimane esterrefatto di fronte a qualcosa di bello, estremamente bello... (fonte http://www.baldazzini.it/bio/biografia.htm
)



(Delt@ Anno VII, N. 23 - 24  del 6 - 7 Febbraio 2009)                                     Claudia Frattini