Documento del Collegio dei Docenti del
Liceo "Morgagni" di Roma (6 dicembre 2001)
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Il collegio docenti del liceo Morgagni riunitosi in esilionell’aula CIC. del Medici del Vascello ha discusso a lungo dell’occupazione
dell’Istituto. Sono emerse le seguenti considerazioni.
La pratica democratica non prevede chiusure,
né catene, né lucchetti, riconosce, invece, il valore della rappresentatività
e i diritti di tutti, che non possono essere unilateralmente calpestati, a prescindere
dalla validità delle motivazioni. Consci della nostra funzione educativa,
ci rivolgiamo pertanto a tutti gli studenti, sia a quelli che democraticamente
non hanno voluto tagliare il filo del dialogo, sia a quelli che autoritariamente
hanno chiuso una scuola da sempre aperta.
Noi docenti
riteniamo centrale il ruolo della cultura perché
strumento unico ed essenziale per la crescita individuale e per l’analisi
critica della realtà;
ribadiamo la nostra fiducia nell’operare quotidiano come
momento di costruzione, a volte faticoso e difficle, per la formazione del
cittadino;
riaffermiamo il valore assoluto della cultura come apertura,
come dialogo, come confronto/scontro tra posizioni diverse, convinti che solo
attraverso tali processi si possa giungere all’ascolto dell’altro, alla considerazione
delle sue ragioni, alla comprensione reciproca;
ricordiamo che da sempre le attività didattiche
del Morgagni, curriculari ed extra-curriculari, sono aperte a tematiche di
attualità, quali quelle della globalizzazione, dei diritti civili,
dei conflitti, della solidarietà.
Noi docenti del Morgagni
abbiamo aderito in modo massiccio alle giornate di sciopero
contro la finanziaria della scuola e continuiamo a sostenere e a difendere
il valore della scuola pubblica e della dignità della nostra professione;
esprimiamo una valutazione fortemente critica sulla riforma
proposta dal ministro Moratti, che tagliando la spesa dell’istruzione, aumentando
il carico orario frontale dei docenti, riducendo il monte ore complessivo
degli studenti e del numenro degli anni della scuola superiore, mortifica
l’elaborazione pedagogica di un progetto di scuola che metteva al centro lo
studente e le sue modalità di apprendimento;
riguardo all’Esame di Stato, riteniamo dequalificanti
le proposte di trasformarlo unicamente in un test scritto, di somministrare
le terze prove comuni (inviate centralmente dal Ministero) e la prima e la
seconda prova differenziate (scelte dalla singola commissione), di avere commissioni
tutte interne;
ribadiamo il valore dell’art 11 della Costituzione repubblicana:
"l’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà
degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali".
Noi docenti per questo proponiamo un
incontro con tutto il personale della scuola (docenti e non) e tutti gli studenti
da tenersi venerdì 7 dicembre alle ore 9.30 nell’Aula magna del nostro
Istituto.