Accademia di Fitomedicina e Scienze Naturali

 

Accademia di Fitomedicina e Scienze Naturali

 

 Supplemento "Salute" (La Repubblica)

 

Un po' di valeriana, e sono davvero sogni d'oro.

Molti italiani dormono poco e male; recenti dati confermano questa tendenza. "Tu dormi, che t'accolse agevol sonno nelle chete stanze" scriveva Leopardi, ma almeno un quarto delle persone ha difficoltà nell'addormentarsi, soffrono di disturbi del sonno. Premesso che tali disturbi (che necessitano di un'accurata indagine) possono essere, fondamentalmente, di due tipi: disturbi dell'addormentamento e risvegli notturni, diverse piante medicinali possono essere d'aiuto. Arancio fiori, passiflora, tiglio, luppolo, escolzia, lavanda, avena, papavero rosso, valeriana sono solo alcune delle piante che potrebbero essere utili in questi casi; ed è quest'ultima che desta una grande attenzione tra gli studiosi. Il Journal of Pharmacy and Pharmacology (Maggio 1999) pubblica un interessante studio del Dipertimento di Farmacia del King's College di Londra sull'attività della valeriana (Valeriana officinalis; fam.: Valerianacee) sulla quale si stanno conducendo numerose ricerche per stabilire le basi chimico-farmacologiche della sua attività ben dimostrata in numerosi studi sperimentali e clinici. Premesso che la composizione chimica della radice di valeriana (la parte adoperata in terapia) presenta significative variazioni dipendenti dalla varietà e dall'età della pianta, dalle condizioni di crescita, ecc., la pianta contiene olio essenziale, valeropotrati, alcaloidi. Da alcuni studi emerge che dei componenti della valeriana avrebbero una diretta azione sul corpo dell'amigdala: una parte del cervello che concorre a regolare l'emotività. Un'altra sostanza, l'acido valerenico, ha mostrato invece di inibire l'enzima che induce la distruzione dell'acido gamma-amino-butirrico (GABA), un importante neurotrasmettitore che inibisce l'eccita-bilità cellulare cerebrale, e che concorre ai nostri stati d'animo di quiete, di tranquillità e che favorisce il sonno. Ricerche ancor più recenti, inoltre, hanno riscontrato la presenza, in questa pianta, di una sostanza chiamata idrossipinoresinolo che ha la capacità di legarsi ai recettori delle benzodiazepine. Questi ultimi farmaci sono adoperati nella cura dell'ansia per favorire il sonno. Ulteriori ricerche hanno dimostrato come gli estratti acquosi delle radici di valeriana contengano apprezzabili quantità di acido aminobutirrico (GABA), anche se la sua biodisponibilità (quantità di farmaco e velocità d'azione terapeutica) è ancora controversa. Altri studi e ricerche scientifiche si sono invece incentrati sulla standardizzazione dei principi attivi di questa pianta, per ottimizzare l'attività terapeutica. Attualmente la valeriana viene indicata come leggero sedativo e per combattere i disturbi del sonno. La valeriana, controindicata in gravidanza e allattamento, può essere adoperata in decotto, tintura, estratto e altre preparazioni galeniche. L'abuso delle piante può provocare gastrite, cefalee e agitazione. La valeriana, che viene anche sconsigliata in persone con epatopatie e cardiopatie, potrebbe anche potenziare una concomitante terapia sedativa. Studi condotti scientificamente hanno dimostrato che la valeriana, al dosaggio di 450 mg. o 900 mg. di estratto acquoso delle radici, favorisce l'addormentamento; mentre in altre esperienze cliniche ha migliorato significativamente la qualità del sonno nei sofferenti dei disturbi a esso relativi.

 

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