“Save
Plants that save life” (OMS
1988), l’Accademia di Fitomedicina e Scienze Naturali ha fatto
proprio questo motto.
Salvaguardia
della biodiversità (anche quella culturale) difesa degli
ecosistemi, del bene comune, rappresentato anche dalle piante
medicinali e dal loro utilizzo,
sono alcuni degli obiettivi (scientifici e culturali)
dell’A.Fi.S.Na. che intende fornire una corretta informazione
sull’utilizzo delle piante medicinali e delle Medicine non
convenzionali, con particolare attenzione
alla difesa proprietà intellettuale dei popoli.
Il
sapere che ci viene dalle conoscenze delle Medicine tradizionali,
dell’antropologia dei saperi medici, dell’etnobotanica,
dell’etnofaramacologia riguardo
all’utilizzo a scopo terapeutico di piante, erbe, radici
preparate nelle varie forme farmaceutiche, è insostituibile e
rappresenta una fonte di “nuovi farmaci", sia “vegetali” sia
derivati dalla molecola vegetale.
Tale
“fonte”, però, nella quasi totalità dei casi si basa sullo
sfruttamento culturale e scientifico dei popoli che vengono
derubati del sapere medico, che viene riutilizzato, senza alcuna
forma di riconoscimento se non in alcuni casi di modeste somme di
denaro, per la produzione di farmaci che servono ad incrementare
il mercato della malattia e non della salute.
Nel
progetto salute dell’A.Fi.S.Na. non sarà tralasciata la
“questione alimentare”, la "sicurezza dei cibi” e
il problema degli organismi geneticamente modificati (OGM), delle
biotecnologie e del biocolonialismo.
Obiettivo
dell’A.Fi.S.Na., nell'ambito dei concetti di salute e benessere,
è anche una campagna contro il doping, tra i giovani e
giovanissimi in particolare, per uno sport, un’attività fisica
che abbia il reale obiettivo della salvaguardia della
salute.
Non
poteva mancare, nel contesto salute, anche un’informazione
corretta e veritiera sull’utilizzo dei farmaci. L’A.Fi.S.Na.,
che non dimentica il valore e il sapere degli anziani e quindi si
batte per la loro tutela, poiché sono una notevole risorsa.
La
nostra associazione, inoltre, sostiene tutte le forme
di
-
riconoscimento dei diritti civili dei
popoli e la globalizzazione degli stessi;
-
difesa dei beni comuni (e tra questi
ambiente, acqua, salute)
-
lotta
contro la guerra e la tortura.
Un’area
d’opinione.
Nasce,
sulla base di quanto già tracciato nei primi dieci anni di vita
dell’A.Fi.S.Na., un’area di opinione e confronto di tutti i
cittadini sul tema della medicina e della salute, della
valorizzazione delle piante medicinali, in percorso che si avvale
dell’indispensabile apporto della cultura senza la quale non vi
può essere progresso, più direttamente nella questione salute, la
distruzione degli ecosistemi, il sovvertimento della natura,
l’avvelenamento quotidiano causato dall’inquinamento delle
falde acquifere hanno contribuito a creare più malattie, che sono
diventate una sorta di strumento di produzione della “azienda”
sanità.
La
salute va affrontata soprattutto in chiave territoriale con il
Welfare locale, si parla di salute, di diritto alla salute,
piuttosto che di sanità. Tale diritto riguarda anche i migranti,
regolari o non. Il diritto alla salute, garantita dalla
costituzione, rappresenta anche un dovere e presuppone anche una
responsabilità anche nell’immoralità dell’attesa, da parte
del cittadino, di una prestazione sanitaria nelle strutture
pubbliche. Star bene, però, non significa solamente assistenza
nella malattia ma anche prevenzione che si attua anche con
interventi ambientali e territoriali. Tutto ciò implica una sanità
pubblica che sia efficiente, territorializzata
e fruibile da tutti, migranti compresi, i cui diritti sono
già sanciti. E’ per tutto ciò che dobbiamo discutere ed agire
ritenendo, dunque, che il diritto alla salute significa il diritto
a star bene, nel fisico e nella psiche,il che non vuol dire
limitarsi alla sola assistenza in caso di malattia ma anche
prevenzione, ambientale in particolare, e miglioramento della
qualità della vita che può essere esplicato in varie situazione.
Medicina e sanità non significa
solamente avere una elevata tecnologia che pur essendo
importantissima non è in grado di sostituire il valore
socio-culturale, il sapere e l’opera dell’essere umano. Tutto
ciò non implica solamente il lavoro del medico ma anche di tutte
le figure professionali che operano nel settore della sanità.
Dall’infermiere, al terapista alla badante stessa e altri
ancora. Vi è dunque l’impossibilità di “tecnologizzare”,
se non in una piccola parte, la salute e la sanità. Non per
ultimo va affrontato anche il problema dei farmaci (di sintesi o
anche vegetali), della loro produzione e dell’accessibilità a
questi ( legati anche al concetto di assistenza), e come già
detto dello “sfruttamento terapeutico” delle piante
medicinali. Il tempo, infine, anche questo bene prezioso e
insostituibile, è oggi assoggettato, nella stragrande
maggioranza dei casi, alla “tecnologia” che lo rende “merce”. E a sua volta il tempo viene catturato dal capitale, non
per renderlo fruibile dalle persona, ma per diventare esso stesso
“merce” e produttore di “merci”; attraverso un
sistema di comunicazione, “culturizzazione” e
condizionamento, nell’ambito di un sistema più complesso come
quello capitalista.
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