Accademia di Fitomedicina e Scienze Naturali - Associazione No Profit Fondata nel 1996                                                                                 

 

    

“Save Plants that save life”  (OMS 1988),  l’Accademia di Fitomedicina e Scienze Naturali ha fatto proprio questo motto.  

 

Salvaguardia  della biodiversità (anche quella culturale) difesa degli ecosistemi, del bene comune, rappresentato anche dalle piante medicinali e dal loro utilizzo,  sono alcuni degli obiettivi (scientifici e culturali) dell’A.Fi.S.Na. che intende fornire una corretta informazione sull’utilizzo delle piante medicinali e delle Medicine non convenzionali, con particolare attenzione  alla difesa proprietà intellettuale dei popoli. 

 

Il sapere che ci viene dalle conoscenze delle Medicine tradizionali, dell’antropologia dei saperi medici, dell’etnobotanica, dell’etnofaramacologia  riguardo all’utilizzo a scopo terapeutico di piante, erbe, radici preparate nelle varie forme farmaceutiche, è insostituibile e rappresenta  una fonte di “nuovi farmaci", sia “vegetali” sia derivati dalla molecola vegetale. 

Tale “fonte”, però, nella quasi totalità dei casi si basa sullo sfruttamento culturale e scientifico dei popoli che vengono derubati del sapere medico, che viene riutilizzato, senza alcuna forma di riconoscimento se non in alcuni casi di modeste somme di denaro, per la produzione di farmaci che servono ad incrementare il mercato della malattia e non della salute. 

 

Nel progetto salute dell’A.Fi.S.Na. non sarà tralasciata la “questione alimentare”, la "sicurezza dei cibi” e  il problema degli organismi geneticamente modificati (OGM), delle biotecnologie e del biocolonialismo. 

 

Obiettivo dell’A.Fi.S.Na., nell'ambito dei concetti di salute e benessere, è anche una campagna contro il doping, tra i giovani e giovanissimi in particolare, per uno sport, un’attività fisica che abbia il reale obiettivo della salvaguardia della salute. 

 

Non poteva mancare, nel contesto salute, anche un’informazione corretta e veritiera sull’utilizzo dei farmaci. L’A.Fi.S.Na., che non dimentica il valore e il sapere degli anziani e quindi si batte per la loro tutela, poiché sono una notevole risorsa.

 

La nostra associazione, inoltre, sostiene tutte le forme di  

 - riconoscimento dei diritti civili dei popoli e la globalizzazione degli stessi; 

- difesa dei beni comuni (e tra questi ambiente, acqua, salute) 

- lotta contro la guerra e la tortura.

 

 

Un’area d’opinione.

 

Nasce, sulla base di quanto già tracciato nei primi dieci anni di vita dell’A.Fi.S.Na.,  un’area di opinione e confronto di tutti i cittadini sul tema della medicina e della salute, della valorizzazione delle piante medicinali, in percorso che si avvale dell’indispensabile apporto della cultura senza la quale non vi può essere progresso, più direttamente nella questione salute, la distruzione degli ecosistemi, il sovvertimento della natura, l’avvelenamento quotidiano causato dall’inquinamento delle falde acquifere hanno contribuito a creare più malattie, che sono diventate una sorta di strumento di produzione della “azienda” sanità.

 

La salute va affrontata soprattutto in chiave territoriale con il Welfare locale, si parla di salute, di diritto alla salute, piuttosto che di sanità. Tale diritto riguarda anche i migranti, regolari o non. Il diritto alla salute, garantita dalla costituzione, rappresenta anche un dovere e presuppone anche una responsabilità anche nell’immoralità dell’attesa, da parte del cittadino, di una prestazione sanitaria nelle strutture pubbliche. Star bene, però, non significa solamente assistenza nella malattia ma anche prevenzione che si attua anche con interventi ambientali e territoriali. Tutto ciò implica una sanità pubblica che sia efficiente, territorializzata  e fruibile da tutti, migranti compresi, i cui diritti sono già sanciti. E’ per tutto ciò che dobbiamo discutere ed agire ritenendo, dunque, che il diritto alla salute significa il diritto a star bene, nel fisico e nella psiche,il che non vuol dire limitarsi alla sola assistenza in caso di malattia ma anche prevenzione, ambientale in particolare, e miglioramento della qualità della vita che può essere esplicato in varie situazione. Medicina e sanità non significa  solamente avere una elevata tecnologia che pur essendo importantissima non è in grado di sostituire il valore socio-culturale, il sapere e l’opera dell’essere umano. Tutto ciò non implica solamente il lavoro del medico ma anche di tutte le figure professionali che operano nel settore della sanità. Dall’infermiere, al terapista alla badante stessa e altri ancora. Vi è dunque l’impossibilità di “tecnologizzare”, se non in una piccola parte, la salute e la sanità. Non per ultimo va affrontato anche il problema dei farmaci (di sintesi o anche vegetali), della loro produzione e dell’accessibilità a questi ( legati anche al concetto di assistenza), e come già detto dello “sfruttamento terapeutico” delle piante medicinali. Il tempo, infine, anche questo bene prezioso e insostituibile, è oggi  assoggettato, nella stragrande maggioranza dei casi, alla “tecnologia” che lo rende “merce”. E a sua volta il tempo viene catturato dal capitale, non per renderlo fruibile dalle persona, ma per diventare esso stesso “merce” e produttore di “merci”;  attraverso un sistema di comunicazione, “culturizzazione” e condizionamento, nell’ambito di un sistema più complesso come quello capitalista.

 

 

 

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