Accademia di Fitomedicina e Scienze Naturali

 

Accademia di Fitomedicina e Scienze Naturali

 

L'edera è ricordata  grazie anche a un grande uomo: Alessandro Magno; come ci racconta Teofrasto [THEOPHR, Hist Plant, 1. IV (3-4)], autore del IV secolo a.C., il grande conquistatore, giungendo in India, fu incoronato con foglie di edera. Dalle poche notizie che Teofrasto ci fa pervenire, apprendiamo che questo vegetale non cresceva né in Asia, né in Siria, ma in India e, poiché il clima era molto caldo, si trovava solo sul monte Meros.

Plinio il Vecchio (PLIN, Nat Hist, XVI, 62), al contrario, fornisce maggiori notizie; afferma che era usata nelle feste solenni, fra la gente di Tracia, per decorare il dio Libero (Dioniso). L'edera era, comunque, considerata nociva, non solo per le altre piante, ma anche per tombe e mura poiché era in grado di corrodere le strutture murarie. L'autore parla di due generi primari di edera: il maschile e il femminile che, a loro volta, venivano suddivisi in tre specie: "edera bianca", "edera nera" ed "edera helix". Queste tre specie si dividevano ulteriormente, ma l'"helix" aveva più varietà.

La specie "helix" era quella che presentava piccole foglie angolari, era poco fertile e non dava alcun frutto. Plinio (PLIN, Nat Hist, XXIV, 47), inoltre, ci dà notizie riguardanti le proprietà medicinali dell'edera: pare che rischiarasse le idee offuscate dal troppo bere, che tutti i suoi generi avessero proprietà refrigeranti e diuretiche, che il succo di edera bianca togliesse i fastidi dalle narici.

Dioscuride (DIOSCURIDE, De Materia Medica, Edizione Giunti, 1548, p.153), autore contemporaneo a Plinio, dice che l'edera era chiamata Dionysion, in onore del dio Dioniso e anch'egli afferma che presentava tre specie: una candida, una nera, un'altra clavicula (viticcio).

 

L'EDERA NELLE RAPPRESENTAZIONI VASCOLARI

 

Idrìa - Londra, British Museum - Provenienza: Tarquinia - Stile: Attico a figure nere - Datazione: 530 a.C. - Soggetto: Scena di komos dionisiaco.

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Tra Dioniso e Hermes c'è un ramo di edera rivolto verso il basso, intorno al ramo si distingue una serie di foglioline cordiformi; un altro ramo sembra sorgere dal kantharos ed è incurvato. Dalle spalle di Dioniso partono due rami, evidentemente, sono la continuazione del ramo precedente; inoltre un ramo molto breve si incrocia con un altro molto pìù lungo che incornicia la Menade, per poi dividersi in due parti. I rami della pianta sono dipinti a vernice nera, come il resto della scena.

 

Anfora - New York, Metropolitan Museum of Art - Provenienza: Sconosciuta - Stile: Attico a figure nere - Datazione: Circa 530 a.C. - Soggetto: Dioniso, Arianna e Hermes fra due satiri.

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Dioniso ha nella mano destra due rami della pianta attorniati dalle particolari foglioline cordiformi; il più lungo tra i due scende fino ai piedi di Arianna. La pianta è dipinta a vernice nera come tutta la scena. E' plausibile che si tratti di rami di edera per via delle foglie cordiformi.

 

Anfora - Londra, British Museum - Provenienza: Vulci - Stile: Attico a figure nere - Datazione: Circa 525 a.C. - Soggetto: Dioniso e Oinopion.

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Dioniso reca, nella mano sinistra, quattro lunghi rami della pianta, tre di essi vanno verso il basso, il quarto s'innalza alle spalle del dio. Il primo ramo è tra i due personaggi, il secondo e il terzo, posti alle spalle di Dioniso, scendono verso destra. Il quarto ramo va verso l'alto e presenta poche foglie visibili. Quest'ultime sono cordiformi e molto stilizzate; la pianta è dipinta a vernice nera come il resto della scena.

 

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