Pensiamoci su...

Lolita

Lolita, luce della mia vita, fuoco dei miei lombi. Mio peccato, anima mia. Lo-li-ta: la punta della lingua compie un breve viaggio di tre passi sul palato per andare a bussare, travolte, contro i denti. Lo. Li. Ta. Era Lo, null'altro che Lo, al mattino, dritta nella sua statura di un metro e cinquant'otto, con un calzino soltanto. Era Lola in pantaloni. Era Dolly a scuola. Era Dolores sulla linea punteggiata dei documenti. Ma nelle mie braccia fu sempre Lolita.

--Vladimir Nabokov

Mamma mia!

Conoscete un'altra lingua e cultura in cui, in un momento di difficoltà, si invoca - come da noi - la mamma? In Europa si ricorre a Mon Dieu, My God o Mein Gott con tutte le variazioni del caso, mentre qui, prima di raccomandarci a Dio, preferiamo trovare rifugio nella mamma! Siamo veramente "mammoni" - come di frequente ci accusano - o siamo semplicemente più pratici e pragmatici del resto degli europei? Sta di fatto che da noi, notava anche Enzo Biagi, il senso della maternità è diffusissimo. La regina è madre, la suora è madre, poi c'è la madre terra e la madre patria, la madre chiesa e la madre natura. Ma c'è, soprattutto, la mamma. Quella italiana è la più forte, la più importante, l'ineguagliabile. Nel primo dopoguerra, in uno slancio di infinita tenerezza, ci fu chi inventò addirittura una sottoscrizione truffaldina per la povera genitrice del Milite Ignoto.

Fede

Chi ha la sventura di non avere la fede nel cuore, deve averla nella mente.

--Giacomo Casanova

 

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