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In
riferimento all’articolo di Stampa apparso sulla cronaca locale del 1
Maggio 2004 ed in particolare
alla lettera di codesta spett. Direzione Prot. n. 4743, del 30
Aprile 2004, indirizzata anche a noi direttamente, precisiamo quanto
segue:
in
primo luogo si evidenzia che gli scriventi Comitati, quando se ne è
verificata la circostanza, non hanno mai lesinato apprezzamenti pubblici
riguardo agli interventi ed all’operato di codesta ARPAM. Testimonianza
ne sono le note pubbliche scambiate con il dott. Vignaroli riguardo la
problematica dell’Idrogeno Solforato e gli apprezzamenti, ultimi in sede
di recenti incontri in Provincia sull’Agenda 21, per l’operato puntuale
e dettagliato della dott.ssa Mirti Lombardi sulla problematica
dell’inquinamento acustico. Ma, quando è necessario, non possiamo
omettere di formulare osservazioni, che possono anche non piacere, su
fatti e situazioni nei quali siamo coinvolti come cittadini residenti.
In
secondo luogo, ci preme chiarire senza polemica le ragioni che hanno
motivato l’intero nostro agire. Il tutto ha avuto origine dal fatto che
la Regione Marche non ha risposto alle nostre sacrosante richieste di
informazioni – dal 23 Dicembre 2003 fino ad oggi – sullo stato dello
Studio Epidemiologico chiesto dai Comitati e da Medicina Democratica a
Febbraio 2003 ed avviato nel corso dello stesso anno.
Noi
affermiamo che i cittadini hanno il diritto di chiedere informazioni e
le Amministrazioni pubbliche il dovere di dare le opportune risposte.
Risposte che, in modo sorprendente per noi, ci pervengono da Lei, Sig.
Direttore, e dal dott. Mariottini, anche per questioni sulle quali ci
dovrebbero rispondere gli Assessorati competenti della Regione.
Infatti quello che sosteniamo è tanto vero che proprio nella Sua nota in
riferimento ci annuncia che << Le conclusioni di questo ultimo studio
(ndr.: quello commissionato dall’Assessorato all’Ambiente
all’Istituto Nazionale Tumori di Milano su esplicita richiesta dei
Comitati) saranno presentate pubblicamente nella città di Falconara
alla presenza dei professionisti incaricati e dell’Assessore
all’Ambiente della Regione Marche Marco Amagliani >>.
Non
conviene con noi che tale comunicazione poteva e doveva essere fatta
dall’Assessore competente o dal Presidente della Giunta?
In
fondo lo Studio non lo ha commissionato Lei, dott. Paoloni, né le nostre
richieste di informazione sono state rivolte alla Sua Direzione!
Peraltro dobbiamo rilevare che la pubblicazione dello studio sui
quotidiani e tutte le precisazioni a riguardo sono arrivate e stanno
arrivando solo dopo la nostra prima conferenza stampa del 12 Marzo 2004.
Inoltre precisiamo che noi Comitati non abbiamo mai detto che l’ARPAM
“intende” “nascondere informazioni alla popolazione!”. Abbiamo scritto
cose differenti, e cioè che l’ARPAM “non ha informato” e “tralascia
di riferire”.
Non abbiamo,
inoltre, nemmeno sfiorato l’argomento relativo alla pubblicazione e
diffusione sia dello “Studio occupazionale effettuato
dall’Istituto d’Igiene della Facoltà di Medicina e Chirurgia
dell’Università degli Studi di Ancona in collaborazione con l’Istituto
Superiore di Sanità” che “ha interessato 659 (650 uomini e 9 donne)
lavoratori della raffineria in servizio fra il 1974 ed il 1989 (…)”
sia dei “Risultati dell’analisi sui dati di mortalità (1995-1998) e
ricovero (1997-2000) per causa” .
Oltretutto non ne eravamo assolutamente a conoscenza e non discutiamo,
ora, in quale modo e con quale efficacia, da parte della Provincia e del
Comune, siano stati diffusi quegli Studi che codesta ARPAM chiama
pregressi.
IL PUNTO È UN ALTRO:
i risultati di quegli Studi epidemiologici, ancorché pregressi, sono
riportati nella Sintesi del Rapporto di Studio che l’ARPAM stessa ci ha
permesso di consultare sul suo sito web e, quindi, fanno parte
integrante e, conseguentemente, importante di esso.
Ed allora è saltato agli
occhi sia che
<< Lo studio sugli
addetti all’impianto petrolchimico (studio occupazionale)
(…)
ha rilevato eccessi di
mortalità tumorale complessiva e di tumori cerebrali in
particolare, dato questo in linea con le risultanze di studi simili
condotti in altri Paesi e pubblicati sulla letteratura internazionale
>>, sia che i << Risultati dell’analisi sui dati di mortalità
(1995-1998) e ricovero (1997-2000) per causa >> hanno
evidenziato che << I tumori del sistema emolinfopoietico (leucemie,
linfomi, mielomi) presentano nel loro complesso la maggiore problematica
del comune di Falconara >> sia che tutto ciò non era compreso nel
corpo di quanto pubblicato dalla Sua Agenzia sui quotidiani.
Ancora, in merito a “chi fosse a conoscenza” dello Studio
Epidemiologico commissionato dalla Procura della Repubblica di Ancona,
c’è una netta contraddizione tra quanto esposto da Lei sui quotidiani
all’atto della pubblicazione dello Studio e quanto scritto nella nota in
riferimento:
Se Lei scrive
nelle pagine acquistate sui quotidiani che << L’Assessore Regionale
all’Ambiente (…) pur sapendo che dallo studio dell’ARPAM
non stavano scaturendo evidenze tali da mettere in luce nuove
problematiche non considerate nell’istruttoria per
l’autorizzazione e nel protocollo d’intesa con la raffineria API,
ha affidato un incarico specifico ad un ricercatore dell’Istituto
Tumori di Milano, sapendo infine che l’ARPAM avrebbe messo
a disposizione il proprio lavoro di indagine solo dopo aver ottenuta
l’autorizzazione dalla Magistratura (…) >> NON SI PUÒ NON
DEDURNE che l’Assessore Regionale all’Ambiente Amagliani, nel
corso dell’istruttoria per il rinnovo della concessione all’API, prima
di affidare un’ incarico specifico all’Istituto Tumori di Milano e,
quindi, prima dello “sblocco” della Procura di Ancona, sapeva,
sia dell’esistenza dello Studio dell’ARPAM commissionato dalla Procura,
sia di alcuni dati emersi dallo stesso.
Questa deduzione viene ulteriormente avvallata da quanto Lei scrive
(sempre sulla pagina acquistata sui quotidiani): << Lo sblocco
dell’autorizzazione all’uso dell’indagine della Magistratura è avvenuto
a fine Maggio 2003 e di ciò è stato avvertito l’Assessore
Regionale all’Ambiente che ne ha preso atto ed ha avuto
conferma che dallo studio non erano emerse chiare
evidenze di un incremento di rischio per la salute della popolazione (…)
>>.
Ci
sembra evidente che un avvertimento ed una conferma
avviene soltanto in relazione a ciò che, in qualche misura, si conosce!
Infine, c’è da evidenziare, che, da quanto si rileva dall’articolo e
dalla nota in riferimento i cosiddetti Studi epidemiologici pregressi
(sui lavoratori API e la popolazione di Falconara) divulgati da
Provincia e Comune dovevano essere comunque a conoscenza,
quantomeno, di coloro che avevano ricoperto cariche
politico/Amministrative ed Istituzionali. Ma nessun Amministratore, del
Comune, della Provincia o della Regione – nel corso dei vari colloqui
avuti con essi, prima del rinnovo della Concessione all’API, sullo stato
dell’ambiente e della salute – ci ha mai fatto cenno ad essi o
richiamato l’attenzione su di essi.
Distinti saluti
COMITATO 25 AGOSTO
COMITATO DEL QUARTIERE VILLANOVA
COMITATO DEL QUARTIERE FIUMESINO
MEDICINA DEMOCRATICA - SEZIONE FALCONARA
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