COMMENTO

in risposta al comunicato del 05.08.2003 di Rifondazione Comunista

 

A

  •  Fosco Giannini (Segretario PRC Federazione di Ancona)

  • Renzo Amagliani (Segretario PRC Falconara Marittima)

  • Massimo Marcelli Flori (Capogruppo PRC Falconara Marittima)

e p.c.

Al

  • Segretario Politico del Partito della Rifondazione Comunista

  • Circolo A.Gramsci di Falconara del Partito della Rifondazione Comunista

  • Comitato Politico Federale della Provincia di Ancona del Partito della Rifondazione Comunista

  • Comitato Regionale delle Marche del Partito della Rifondazione Comunista

  • Gruppo Consiliare del PRC al Comune di Falconara Marittima

  • Gruppo Consiliare del PRC alla Provincia di Ancona

  • Gruppo Consiliare del PRC alla Regione Marche

  • Responsabile Nazionale Ambiente del Partito della Rifondazione Comunista

  • Responsabile Nazionale Industria del Partito della Rifondazione Comunista

Oggetto: Rinnovo concessione alla raffineria API – Risposta dei Comitati al comunicato di Rifondazione Comunista datato 03.08.2003.

Non avremmo voluto mai più confrontarci sui motivi che ci hanno mosso nella nostra battaglia da anni iniziata e condotta “a difesa della nostra vita”. E quindi sui motivi che ci hanno determinato a rendere pubblico il ragionamento che i Comitati hanno fatto tra loro prima dell’ormai famoso incontro (da noi ritenuto decisivo) citato dall’Assessore Amagliani durante il Consiglio Regionale sul rinnovo della concessione all’API.

Ciò perché ci aspettavamo una soluzione diversa del problema API e quindi la fine, almeno temporanea, dei nostri scontri.

E non intendiamo fare polemica soffermandoci troppo sulle accuse rivolteci quali “livore”,calunnia premeditata” o “ipocrisia”, che rivelano solo uno stato d’animo furente in chi le ha scritte, indicandoci come autori di “polemica inutile” e de“l’arte” della  demagogia e della bassa propaganda, anteponendo al confronto un  calcolo non nobile (obiettivi: protagonismo e visibilità, tutto a discapito, secondo noi, della razionalità e di una politica popolare)”.

Ma alcune precisazioni sono, purtroppo ancora, indispensabili, doverose ed assolutamente imperative

Lo sanno tutti che non sono gli elementi sopraindicati che ci spingono e che sono stati il fondamento di tutte le nostre azioni operative, scritte, verbali, giuridiche e giudiziarie.

Se non si vuole ammettere questo e se invece si vuole continuare ad insinuare che tutto il nostro operato (di una eterogenea compagine che più trasversale non potrebbe essere) si riduca ad un “infimo” livello di lotta faziosa di partito e si continua a non voler assolutamente riconoscere che sono ben altri i motivi sociali di vera “Politica” a difesa dei nostri diritti che ci spronano, allora questo si che è demagogia, falsità, ipocrisia.

A noi non interessa se dietro all’agire di un politico e di un amministratore ci sia un partito o meno. Non ci è interessato e non ci interessa per Carletti; non ci è interessato e non ci interessa per Amagliani.

Marco Amagliani ricopre la carica istituzionale di due Assessorati della Regione Marche (Ambiente e Trasporti) che si sono rivelati importantissimi per la “partita API” (rinnovo concessione e by-pass ferroviario).

E nel momento in cui un Assessore che ricopre tali cariche, a qualsiasi partito appartenga, assume una decisione o una serie di decisioni che, a nostro avviso, ci danneggiano, egli è soggetto alle nostre legittime, dure ed aspre critiche di cittadini.

Saremmo stati felici di poter incontrare, esponendo le stesse nostre, arcinote argomentazioni sull’API ed il by-pass, il Presidente D’Ambrosio o l’Assessore all’Industria Spacca, o l’Assessore alla Sanità Melappioni ai quali abbiamo inviato (invano) decine e decine di segnalazioni denunciando la nostra situazione attuale ed esprimendo le profonde preoccupazioni per il nostro futuro, chiedendo lumi e provvedimenti. Ma, per sua scelta o per collegiale scelta della Giunta D’Ambrosio oppure per scelta del Partito di Rifondazione Comunista, colui che ha gestito il confronto con i Comitati, l’unico interlocutore della suddetta Giunta è stato l’Assessore Amagliani.

Egli, pertanto, si è assunto anche l’onere di confrontarsi con noi, di ricevere i nostri appelli, ascoltare i nostri pareri e, quindi, sopportare i nostri dissensi e le nostre critiche

Ciò che ora ci avete comunicato circa  il coinvolgimento di tutto il Vostro Partito sulla “partita API”  non sposta di una virgola la sostanza dei problemi e delle responsabilità che abbiamo affrontato nel nostro documento.

Con quella nostra presa di posizione, in merito alla dichiarazione fatta da Amagliani in Consiglio regionale, ritenevamo e riteniamo legittimo ed importante dare il giusto, chiaro significato, senza ombre, al comportamento ed all’azione dei Comitati e dei loro delegati e portavoce. E la cosa più logica che si potesse fare, sulla quale non accettiamo critiche, era ed è aver espresso ad alta voce un ragionamento pianificato nelle riunioni settimanali tra i Comitati, per un’analisi che chiarisse la maturazione del percorso seguito dall’Amministrazione Regionale che inequivocabilmente non abbiamo scelto noi dei Comitati, ma che addirittura (ora ce lo avete detto Voi, non lo sapevamo) è stato tracciato anche da tutto il Partito di Rifondazione Comunista.

Percorso che ha INEVITABILMENTE allontanato Rifondazione e l’Assessore Amagliani dalla linea politica che avevamo visto seguire verso l’API e che, fino ad inizio 2002, ci aveva fatto ritenere Amagliani e Rifondazione preziosi alleati! E’ importante evidenziare – e non potete trascurare di considerare QUESTA CIRCOSTANZA – che tra i nostri interventi, al Vostro convegno al Castello di Falconara Alta è stato pubblicamente rivolto un ringraziamento al Consigliere Marcelli Flori ed a  Rifondazione per il lavoro svolto a favore dei quartieri Villanova e Fiumesino. E ciò non e stato certo per ipocrita e faziosa cortesia: è stato un ringraziamento fatto con il cuore e la coscienza; ringraziamento e riconoscimento di alta capacità e lealtà politica che ribadiamo anche in questo momento di aspro confronto.

Ma ciò che Vi sfugge è che il periodo temporale del reciproco appoggio sulle problematiche che avete citato è nettamente distinto dal momento del cambiamento della Vostra linea di condotta sulla questione della concessione API.

A noi non interessa sapere quando le strutture di Rifondazione hanno deciso univocamente il cambio di linea sul rinnovo della concessione all’API!

A noi interessa solo sottolineare ancora una volta (e lo faremo fino all’esaurimento) alcune considerazioni – un tempo in gran parte condivise anche da VOI – le quali evidenziano come il rinnovo della concessione alla raffineria Api condanna:

  1. la città intera di Falconara ai rischi ed ai danni che tale struttura inevitabilmente comporta;

  2. all’impossibilità di intravedere a breve termine, per la città stessa una riconversione dello sviluppo socio-economico con attività ecologicamente compatibili;

  3. noi residenti nei quartieri limitrofi a vivere in un’area insalubre e pericolosa, non solo dal punto di vista strettamente fisico, ma anche psicologico, con pesanti ripercussioni finanziarie dovute alla svalutazione delle nostre abitazioni su cui abbiamo investito tutti i nostri risparmi;

  4. noi residenti nei quartieri limitrofi ad una dimora forzosa, ad una prigionia in una zona non più gradita per la quale non si vedono sbocchi futuri, anzi per la quale si programmano già opere deleterie e peggiorative (ByPass Ferroviario). Forzosa, in quanto con il deprezzamento delle nostre proprietà non potremo più allontanarci da questa area provvedendo ad acquistare analoghe unità abitative in altri Comuni o in altre zone della città.

Ed allora noi Vi invitiamo a riflettere su quello che segue:

Rifondazione Comunista fa parte della maggioranza che sostiene D’Ambrosio dal 2000.

Rifondazione Comunista ha più volte sollecitato D’Ambrosio affinché affrontasse collegialmente e concretamente il nodo API.

D’Ambrosio, dal 2000 (anno della rielezione con i voti anche di molti aderenti dei Comitati!) non ha mai preso in considerazione quella richiesta e, inesorabilmente e molto percettibilmente, anche dall’esterno del palazzo, si è avviato verso l’epilogo che è sotto gli occhi di tutti.

Le domande, a questo punto, per Rifondazione sono le seguenti:

  • Voi non avevate colto questa manovra?

  • Siccome crediamo che non fosse possibile NON cogliere quella strategia politica, ci chiediamo: perché non avete posto un out – out politico già nel 2001? Perché non avete tentato di costringere D’Ambrosio su un'altra strada sulla quale, avreste trovato l’appoggio sicuramente nostro, ma forse anche del Sindaco Carletti e dei Verdi?

  • Perché ci volete far credere che tutta la responsabilità sia del consigliere Cecchini dal momento che, quando era Assessore ai Trasporti, Rifondazione sapeva che i Comitati avevano ufficialmente e pesantemente sollevato il problema del by-pass già a Marzo 2002?

Queste non sono calunnie o livore, demagogia o ipocrisia; sono riflessioni ponderate su fatti concreti.

E’ su questo che dovete riflettere: i Comitati fino ad un certo punto credevano di aver capito chi fossero gli alleati.

Vedere che uno di essi non ha fatto e non fa, nei confronti della Giunta D’Ambrosio, quello che ci si sarebbe aspettato, è stato vissuto come un tradimento!

E Vi spieghiamo perché usiamo questo termine forte.

Tutto ciò che consegue a questo rinnovo, compresa la realizzazione del by-pass API, tradisce ciò che avevamo conquistato, anche grazie al Vostro contributo, al lavoro svolto con Voi:

l’arretramento verso monte della linea ferroviaria adriatica (come scritto negli allegati alla Deliberazione 305/00 sull’Area ad Alto Rischio, nel PIT e nel PTC); l’eliminazione degli scali merci con la riqualificazione del tessuto urbano di Villanova e la riconnessione con l’abitato di Falconara con spazi da destinare a bosco urbano e a verde pubblico attrezzato; la incompatibilità della raffineria con la città; la nuova destinazione dell’area ora occupata dall’Api dopo il 2008 (PRG di Falconara e allegati alla Deliberazione 305/00 sull’Area ad Alto Rischio). Tutto questo è stato cancellato, stracciato o, se preferite, riprogrammato per l’API con l’aggiunta del definitivo strangolamento del quartiere Fiumesino al quale, con il by-pass Ferroviario API, viene preclusa l’unica apertura naturale rimastale verso la campagna!

Rispetto alla questione del DeNOx, poi, non può, a riguardo, non esserci concessa la mancanza di stima politica nei confronti di Marco Amagliani, senza che essa si traduca necessariamente anche in una disistima del Partito della Rifondazione Comunista e di coloro con i quali abbiamo lealmente lavorato e collaborato - e che ancora ringraziamo - per la tutela dei diritti dei falconaresi e dei residenti dei due quartieri limitrofi alla raffineria, in particolare!

E’ stato proprio l’enorme errore politico commesso (secondo il nostro parere) da Marco Amagliani sulla questione dell’abbattitore degli Ossidi di Azoto ad Ammoniaca (DeNOx) che ha generato la nostra disistima.

L’errore, ripetiamo secondo noi, di non aver voluto ascoltare una Petizione Popolare di 6.500 firme i cui contenuti si basavano su documentazione di aziende statunitensi e della stessa ABB Alstom Power (consocia della Società API nella costruzione della centrale IGCC) che già nel 1998 mettevano in guardia sugli effetti secondari, niente affatto trascurabili, dell’uso dei DeNOx ad Ammoniaca.

Una petizione che chiedeva un atteggiamento precauzionale rispetto al DeNOx, un atteggiamento che dicesse all’API che l’onere della prova sulla non criticità di quel sistema nella zona di Falconara toccava proprio a lei come azienda.

Ma Prioritariamente all’installazione!

Non si dovrebbe mai dimenticare che quel sistema non era previsto nel progetto della centrale IGCC e che, successivamente ed alla “chetichella”, fu introdotto dall’API a centrale terminata con una ulteriore autorizzazione del Ministero dell’Industria di cui non era a conoscenza neanche la Regione Marche il giorno che deliberò l’Area ad Alto Rischio!

Oggi i risultati sono sotto gli occhi di tutti:

  • protocolli di intesa tra la Regione Marche e l’API in cui l’efficienza del DeNOx viene spinta oltre il 50% (con conseguente maggiore slip di Ammoniaca), mentre ai cittadini si è detto (e nei verbali delle Commissioni Paritetiche è scritto) di efficienze di abbattimento dal 15 al 30%;

  • assenza di dati sulle effettive ore di funzionamento del DeNOx (nota ARPAM del 05/07/03 Prot. N. 5 450/SAR/1420) e, dunque, incapacità di definire la vetustà del catalizzatore che proprio in base a tale parametro diventa pericoloso per il rilascio di polveri di metalli pesanti nonché per il maggior slip di Ammoniaca;

  • mancanza di rilevatori in continuo di Ammoniaca nelle centraline di Villanova, Fiumesino e Falconara Alta;

  • mancanza di rilevatori ed analizzatori in continuo di Polveri fini PM2.5 (Solfati, Bisolfati e Nitrati di Ammonio) che si formano dalla combinazione di Ammoniaca con gli inquinanti già presenti per l’attività di raffinazione del petrolio.

In merito al Piano Energetico Regionale, inoltre, ci limitiamo a trascriverVi significativi brani del testo della Mozione che presentarono al Presidente del Consiglio regionale delle Marche i Consiglieri Andrea Ricci e Pietro D’Angelo il 21 Settembre 1995:

  • << Considerato che la Regione Marche è a tutt’oggi inadempiente rispetto alle previsioni della Legge 10/91 (ndr.: predisposizione, tra l’altro, del Piano Energetico Regionale) >>;

  • << Considerato che nella Mozione programmatica n. 2/95, approvata dal Consiglio regionale in data 20/06/1995, è prevista tra le priorità più significative la definizione del piano energetico regionale. Considerato altresì che nella mozione programmatica si afferma testualmente “… sulle questioni energetiche e sui problemi della compatibilità tra energia, ambiente e sviluppo deve essere avviato un confronto approfondito tra i vari livelli istituzionali preposti, per la definizione e l’attuazione del Piano Energetico Regionale… non è più possibile utilizzare in modo strumentale questa emergenza per accelerare programmi e scelte discutibili come, per esempio, la disordinata privatizzazione di una parte consistente  delle produzioni energetiche e come il ricorso a procedure autorizzative per i nuovi impianti, che non tengono nella dovuta considerazione, il quadro di compatibilità ambientale. E’ pertanto necessario che la creazione di nuovi centri di produzione energetica sia preceduta dalla definizione di un piano energetico regionale, che, pur prevedendo l’apporto di privati, riconosca l’ENEL come interlocutore privilegiato dei vari livelli istituzionali ed eviti la concentrazione degli impianti di produzione di energia in ambiti territoriali ristretti, anteponendo le esigenze primarie della sicurezza, della tutela dell’ambiente agli interessi privati…”>>;

  • << Accertato che la quantità e qualità di dati, studi e ricerche già disponibili costituiscono un’avanzata base tecnico-scientifica per la rapida definizione del piano energetico regionale >> (…)

  • << Il Consiglio Regionale impegna la Giunta Regionale a (…) presentare al Consiglio Regionale  il piano energetico regionale entro il mese di marzo 1996 (…) a chiedere per quanto detto, in coerenza con la mozione programmatica regionale, al Ministero dell’Industria, del commercio e dell’Artigianato, la sospensione di tutte le autorizzazioni concesse per la realizzazione delle centrali termoelettriche fino all’approvazione del piano energetico regionale (…) >>.

Ci sembra che la filosofia che emerge dalla Mozione ed ha ispirato, in questi anni, il Vostro operato rispetto al problema energetico (e, dunque, anche dell’API) sia molto chiara e condivisibile.

Ragione per cui, fino ad inizio 2002, ritenevamo di avere in Rifondazione un prezioso alleato.

Poi qualcosa è cambiato nella Vostra strategia. E ce lo avete detto.

Ma dal nostro punto di vista è evidente che non potevamo accettare e non accettiamo assolutamente un rinnovo della concessione all’API così come attuato e soprattutto in assenza di uno strumento fondamentale come il Piano Energetico Regionale la cui mancanza, PRIMA DI QUALSIASI ATTO CHE RIGUARDASSE LA SFERA ENERGETICA, espone ed ha esposto la Regione Marche ed i cittadini al ricatto delle strategie dei poteri che traggono la loro forza proprio nel business dell’energia!

La mancanza di un Piano Energetico Regionale ci fa dire che la Regione Marche si è legata, mani e piedi, alla strategia energetica della Società API.

Ciò è tanto più vero se il tutto viene inquadrato nel contesto internazionale petrolifero che secondo molti osservatori del settore, tra cui Emir Sader ( Sociologo, coordinatore del Laboratorio di politiche pubbliche dell’Università di Rio De Janeiro) << (…) ora che si sono installati in Iraq, gli Stati Uniti si approprieranno della seconda riserva mondiale di idrocarburi e saranno in grado di incidere significativamente sul mercato mondiale del petrolio, potranno raddoppiare rapidamente la produzione, facendo diminuire i prezzi (…) >>.

Allora l’abbraccio della Regione Marche con l’API si prefigura, strategicamente per il futuro, come un abbraccio soffocante della città di falconara con il petrolio che, a buon mercato, resterà il faro della immodificabile strategia energetica anche dell’API (oltre che delle società petrolifere in genere) relegando il risparmio energetico e lo sviluppo delle energie pulite e rinnovabili a mera testimonianza sperimentale e MAI concorrenziale con il petrolio.

Anzi, mettiamo in evidenza che Il  prof. Giorgio Cortellessa ha fatto notare, in occasione del suddetto incontro con Amagliani e successivamente in una manifestazione pubblica, che l’intera vicenda, inclusa la cambiale quasi in bianco data all’API con il prolungamento della concessione appare contrastare con le buone pratiche gestionali che imporrebbero alla Regione di far eseguire anche una analisi, da consulenti non di parte, della reale consistenza economica dell’API (che ha presentato, come è noto due bilanci in rosso) e della eventuale cessione dell’azienda a terzi. Il tutto per stroncare sul nascere la illazione secondo la quale il rinnovo della concessione potrebbe apparire come una necessaria condizione per rendere possibile proprio la cessione dell’API.

Non possiamo passare sotto silenzio, da ultimo, che costantemente è stato sbandierato il ricatto occupazionale mettendo lavoratori contro lavoratori, cittadini contro cittadini e, soprattutto, lavoratori contro cittadini. Eppure sin dalla data del gravissimo incidente dell’agosto di quattro anni fa, i Comitati hanno fatto proprio il piano di smantellamento dell’insediamento API e della riconversione dell’area a utilizzazioni produttive rispettose dell’ambiente, steso dal prof. Giorgio Cortellessa che contiene, nella sua parte iniziale, i vincoli assoluti che debbono essere le linee essenziali del piano.

Il primo vincolo è che tutta la dismissione e il riutilizzo dell’area attualmente occupata dalla raffineria API deve avvenire senza che l’attuale livello di occupazione dei lavoratori dipendenti dalla impresa API e di tutti i lavoratori dell’indotto residenti nel Comune di Falconara Marittima o nei Comuni vicini venga in alcun modo alterato. In altri termini non deve essere operato alcun licenziamento, né utilizzo di “ammortizzatori sociali”; né deve essere prevista alcuna azione per incentivare esodi.

Il secondo vincolo è che non si dia luogo a alcuna riconversione dei lavoratori attualmente occupati nella raffineria o anche presso altri datori di lavoro collegati che abbiano più di 30 anni di attività lavorativa e che ai lavoratori con meno di 30 anni di attività lavorativa siano offerte attività in mansioni analoghe a quelle finora esercitate. Per altro i lavoratori attualmente occupati, sono i più idonei a procedere allo smontaggio della raffineria e alla bonifica dell’area, e per essi dovranno essere mantenute le qualifiche, le retribuzioni e gli istituti contrattuali vigenti oggi. Inoltre i lavoratori che abbiano già maturato 30 anni di attività lavorativa raggiungeranno l’età pensionabile entro la fine del procedimento, quelli con minore anzianità avranno comunque di fronte un'occupazione nelle attività non siano a rischio ambientale che ivi si svilupperanno.

Il terzo vincolo è che si dia luogo al rapido inizio dello smontaggio della raffineria e della bonifica dell’area; lo smontaggio deve avere inizio immediato per le aree che attualmente sono già inutilizzate o fortemente sottoutilizzate.

Vale la pena di evidenziare che anche per i lavoratori dell’indotto non vi saranno conseguenze negative:

  • coloro che prestano servizi vari nella raffineria in corrispondenza a appalti che vanno da quelli per le pulizie fino alla progettazione ed esecuzione di sistemi informatici troveranno piena occupazione, ed anzi è prevedibile una notevole espansione di occupazione, nelle attività che si sostituiranno a quella della raffineria;

  • coloro che svolgono attività di autotrasporto non avranno particolari problemi occupazionali vuoi per l’impiego nel dirottamento delle correnti di traffico dalla raffineria API in chiusura a altre raffinerie, vuoi per l’impiego in altre tipologie di trasporto.

Come si vede, il piano, che sviluppa ordinatamente questi concetti iniziali non è una piccola esercitazione che l’assessore Marco Amagliani ha qualificato come del tutto privo di valore durante l’aspro ultimo confronto con i Comitati e con lo stesso prof. Giorgio Cortellessa, ma è, invece, una base molto seria per costruire il cammino verso lo smantellamento dell’insediamento API senza produrre sconvolgimenti sociali ed anzi aprendo la strada per un grande sviluppo, anche occupazionale, dell’area.

Secondo Voi cosa c’è ancora da capire con questo sconvolgimento, delle carte e della situazione faticosamente conquistati anche insieme a Voi, sconvolgimento che oggi inaspettatamente Vi vede complici?

Forse qualcuno ancora PURTROPPO non se ne è reso conto – OPPURE NON SE NE VUOLE RENDERE CONTO – , ma chi vive nei quartieri di Fiumesino e Villanova si trova nella stessa situazione dei miseri “proletari” che non avevano da perdere se non le proprie catene”. Noi dei quartieri di Fiumesino e Villanova non abbiamo che da perdere il degrado, l’insalubrità e l’invivibilità e, dunque, NON CESSEREMO MAI DI ANDARE avanti come un rullo compressore nei confronti di CHIUNQUE predisponga progetti, atti e piani di sviluppo che contrastino con il nostro sforzo di riguadagnare salubrità, vivibilità e dignità!

 

COMITATO CITTADINO “25 AGOSTO”

COMITATO DEL QUARTIERE VILLANOVA

COMITATO DEL QUARTIERE FIUMESINO

 
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