CAVALLO DI TROIA
ovvero
Le verità di APINCONTRA
Giandomenico Tiepolo -
The National Gallery, Londra/Corbis
I
vertici della raffineria API – nella fattispecie il sig. Aldo Brachetti
Peretti ed il sig. Franco Brunetti – sono persone sincere.
Basta un aiuto dialettico per fargli vincere una sorta di ritrosia ed
ecco che dicono la verità, tutta la verità nient’altro che la verità!
Ma la verità, ahiloro, spesso non fa rima con pubblicità cosicché
l’annuale e autoreferenziale vetrina aziendale APINCONTRA si è rivelata
per quello che è: un CAVALLO DI TROIA soprattutto nei confronti degli
studenti delle scuole falconaresi che hanno accettato l’invito dell’API!
APINCONTRA si è caratterizzata con due elementi che ne hanno rivelato
l’essenza del Cavallo di Troia: le argomentazioni dei vertici dell’API
(Presidente e Amministratore Delegato) riportate dalla stampa locale e
l’omaggio agli intervenuti di un kit denominato “Kyoto box” in cui erano
contenute due lampade a risparmio energetico e due riduttori di flusso
per l’acqua del rubinetto di casa.
Le
argomentazioni dei vertici dell’API
Franco
Brunetti (Amministratore Delegato): “Questo sito pensa di restare
per questa e per le prossime generazioni, raffinando petrolio finchè ce
ne sarà, poi producendo energia”.
Aldo Brachetti Peretti (Presidente): “la centrale da 60 Mwt è
quasi come il termosifone di casa…”.
Finalmente la dichiarazione dell’Amministratore Delegato della
raffineria API fa giustizia di quella
sturiellet
che avevamo stigmatizzato nella
Bocca della Verità del 15 Settembre
u.s., vale a dire che a fronte della costruzione delle due nuove
centrali elettriche per complessivi 580 Mwe ci sarebbe stata una
riduzione della raffinazione complessiva.
Questa tesi è stata più volte rilanciata ai cittadini attraverso la
stampa dall’Assessore all’Industria della Regione Marche Gianni
Giaccaglia, dal parlamentare di Alleanza Nazionale e candidato a Sindaco
di Falconara M.ma Carlo Ciccioli e dal parlamentare dei Democratici di
Sinistra Massimo Vannucci.
Che le dichiarazioni di Giaccaglia, Ciccioli e Vannucci fossero prive di
fondamento lo avevano capito solo coloro che seguono attentamente le
problematiche energetiche (non solo regionali!), ma indubbiamente la
tesi di Giaccaglia, Ciccioli e Vannucci risultava interessante e
suggestiva per la maggioranza dei cittadini che non possono approfondire
la problematica.
Qui sta, secondo noi, la scorrettezza intellettuale di Giaccaglia,
Ciccioli e Vannucci: nel sostenere la realizzazione delle nuove centrali
API essi hanno blandito il desiderio di tanti cittadini di veder
progressivamente scomparire quello che ormai percepiscono chiaramente:
l’inquinante, insalubre ed economicamente devastante raffinazione e
dipendenza del petrolio!
Con le sue parole
l’A.D. dell’API non poteva essere più chiaro sull’argomento e, nello
stesso tempo, ha rivelato uno dei contenuti della pancia del Cavallo di
Troia: prima si sfruttano le fonti fossili
finchè ce ne saranno e poi si vedrà.
LE
LAMPADINE, GLI SCARTI DEL PETROLIO ASSIMILATI A SOLE E VENTO
E I CONTI IN TASCA A BRACHETTI PERETTI!
Perché
l’Italia è uno degli ultimi tra i paesi europei a produrre energia
elettrica da fonti rinnovabili e tra i primi a produrla dal petrolio (e
suoi scarti) e metano?
Aldo Brachetti Peretti, che ha regalato le lampadine a risparmio
energetico agli studenti falconaresi, possiede una delle motivazioni in
casa, anzi a casa dei Falconaresi!
La centrale elettrica IGCC da 250 Mw di Aldo Brachetti Peretti - entrata
in funzione nel 1999 - brucia il tar, scarto bitumioso della lavorazione
del petrolio, il quale è stato ASSIMILATO ad una fonte
rinnovabile.
Quindi la centrale elettrica IGCC che usa il tar per produrre energia
elettrica viene incentivata come se usasse il sole o il vento!
Questo marchingegno smaccatamente a favore dei petrolieri è stato
attivato nel 1992 dal Comitato Interministeriale Prezzi (provvedimento
CIP 6) il quale stravolse la decisione del governo di agevolare la
costruzione di centrali elettriche che usassero fonti rinnovabili.
L’agevolazione per chi avrebbe usato le fonti rinnovabili – e
scandalosamente estesa anche alle assimilate come il tar che brucia
l’API - consisteva nella garanzia che l’ENEL avrebbe comperato ad un
prezzo più alto l’elettricità prodotta da fonti rinnovabili, prezzo più
alto finanziato attraverso le bollette dei cittadini (voce A3 della
bolletta).
Quanto
ci sta guadagnando l’API con questo sistema?
E
soprattutto, quanta di quella agevolazione che avrebbe dovuto andare
alle vere fonti rinnovabili è stata catturata dall’API con il suo scarto
bituminoso del petrolio “trasformato magicamente” dal CIP 6 in qualcosa
di simile al sole ed al vento?
Secondo la Relazione
del Gruppo di Studio attivato dalla Provincia di Ancona nel 1995 la
centrale IGCC dell’API che brucia i residui bituminosi della lavorazione
del petrolio produce “1 Kwh
di energia elettrica al costo di 46 £ (37 per il combustibile e 9 per i
costi di esercizio). Il
prezzo di vendita all’ENEL dell’energia elettrica”
- a causa del provvedimento governativo CIP 6 – “è pari a 122 £/Kwh”.
Il Gruppo di Studio valutò quindi che quando nel 1999 entrò in funzione
la centrale elettrica IGCC per l’API “l’utile
specifico è pari a 76 £/Kwh (122 £ – 46 £) ottenendo così un utile annuo
sulla vendita dell’energia che ammonta a circa £ 110 miliardi di lire”.
Un paradosso ulteriore della assimilazione degli scarti del petrolio al
sole ed al vento è che più cresce il prezzo del petrolio maggiore è il
contributo che lo stato riconosce a quel tipo di impianti!
Ma c’è
di più!
L’inchiesta pubblicata nel n° 75 di ALTRECONOMIA (Settembre 2006)
ha calcolato per la famiglia Brachetti Peretti “almeno 150 milioni
di €uro in sovvenzioni CIP 6 su un fatturato del gruppo di 2,7 miliardi
di €uro e utili di 96 milioni di €uro”!
A CAVAL
DONATO E’ MEGLIO GUARDARE IN BOCCA!
Un impianto
fotovoltaico per la produzione dell’energia elettrica necessaria al
fabbisogno di una abitazione costa - al privato cittadino - circa 20.000
€.
Con 150 milioni di € annui destinati alle fonti veramente
rinnovabili si potrebbero costruire ed
installare circa 7.500 impianti fotovoltaici per abitazioni civili per
la produzione dell’energia elettrica.
Se consideriamo che nella città di Falconara Marittima sono censite
12.004 abitazioni possiamo ritenere che con un anno e mezzo di
sovvenzioni CIP 6 che la centrale IGCC dell’API incassa si sarebbero
potute “solarizzare” tutte le abitazioni civili di Falconara che
sarebbero diventate produttrici e consumatrici di energia elettrica.
Non solo: con la somma delle sovvenzioni incassate negli ultimi sei anni
dalla centrale API che brucia tar assimilato al sole e al vento si
sarebbero potute solarizzare altre tre città della grandezza di
Falconara Marittima!
Qualcuno ha la volontà politica di quantificare la grande quantità di
lavoro specializzato, pulito e non a rischio che si sarebbe messo in
moto (e si potrebbe attivare anche adesso)?
Qualcuno – egregi Giaccaglia, Ciccioli e Vannucci – ha quantificato
quanto minor impatto ambientale ci sarebbe stato e ci sarà rispetto a
quanto emesso dalle centrali elettriche che utilizzano combustibili
fossili (come quelle a metano e gpl che vorrebbe costruire l’API)?
Non è forse compito vostro dato che – ve lo ricordiamo associandoci
all’amico Beppe Grillo – siete nostri dipendenti?
“Fatti ecco cosa
racconteremo”
ha dichiarato l’AD Brunetti alla vigilia di APIncontra
In realtà non ci risulta che i vertici dell’API abbiano dato le
informazioni di cui sopra agli studenti ed a coloro ai quali hanno
regalato le lampadine a risparmio energetico!
Non ci risulta che i vertici dell’API abbiano detto ai dirigenti
scolastici ed agli insegnanti delle scuole falconaresi che dal 1992 ad
oggi, soltanto 6 dei circa 30 miliardi di Euro
che abbiamo pagato di tasca nostra per la costruzione di
impianti da fonti rinnovabili sono serviti per supportare le energie
pulite!
Buona parte degli altri 24 miliardi ha invece gonfiato i ricavi
di note aziende petrolifere che bruciavano (e bruciano) gli
scarti della loro produzione (che è anche la parte più inquinante) per
produrre energia elettrica!
ALLORA,
QUANTO VALGONO QUELLE LAMPADE REGALATE DALL’API?
CAVALLO DI TROIA
The National Gallery, Londra/Corbis
Su suggerimento di Ulisse, i greci costruirono un enorme cavallo di
legno e finsero di lasciarlo come offerta votiva sulla spiaggia, dopo
essersi allontanati con le navi. Nella pancia del cavallo era nascosto
un gruppo di guerrieri scelti, al comando dello stesso Ulisse. Nel
dipinto (conservato alla National Gallery di Londra) di Giandomenico
Tiepolo (1727-1804) viene rappresentato il momento in cui i troiani, in
festa per la fine della guerra, trascinano a gran foga il cavallo
all’interno della città, ignari del destino ferale che li attende.
cavallo di troia
virus informatico che
infetta durante il tentativo di accesso ad un file. Per esempio: Win32/TrojanClicker.Small.KJ
cavallo di troia!
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