LA BOCCA DELLA VERITA'

 

LA STORIA SI RIPETE

“Vivi o preferibilmente morti”

«Si trattava di cambiare solo le selle ma i cavalli erano sempre quelli»

Duccio Tessari -  regista del film

Tra il 1994 ed il 1995 un gruppo di cittadini e professionisti falconaresi tentò di opporsi alla autorizzazione per la costruzione della nuova centrale elettrica IGCC dell’API.
Le loro argomentazioni contrarie si basavano su studi di Tecnici nominati dalla Provincia e sugli stessi documenti prodotti dall’API.
Lo stesso lavoro di informazione critica che, oggi, svolgono i Comitati Villanova, Fiumesino e “25 Agosto”.
Il 1 Marzo 1995 la raffineria API pubblicò una minacciosa pagina sul Corriere Adriatico nella quale le legittime argomentazioni tecniche a sostegno del proprio progetto industriale vennero appannate da pesanti frasi anche minacciose nei confronti dei cittadini falconaresi le cui argomentazioni in opposizione al progetto IGCC furono declassate ad “
attacchi”, “con false illazioni e argomentazioni <pseudo scientifiche>” e “critiche” dettate da “strumentalizazioni politiche locali”.

Riproponendo oggi quella pagina del 1995 all’interno della rubrica la “Bocca della Verità” e volendo commentare quel documento, alla luce di quanto accaduto negli anni da allora ad oggi, dovevamo trovare, come consuetudinariamente facciamo, un titolo; un titolo che rispecchiasse il corso della nostra vita, il “film” della nostra vita da allora ad oggi.
Abbiamo scavato, quindi nella memoria cinefila e tra i vari titoli dei film che hanno sollecitato il nostro interesse quello che ci ha catturato è stato Vivi o preferibilmente morti”  di Duccio Tessari, un classico del genere spaghetti-western.

La vocazione ironica e comica di Tessari che ispirava i suoi western con situazioni da fumetto e gag comiche traspariva anche dalla risposta dell’autore alla domanda sul suo passaggio dal film di genere mitologico a quello western:

«Si trattava di cambiare solo le selle ma i cavalli erano sempre quelli».

Tentare di mantenere la calma quando ci si sente minacciati da una potenza industriale come l’API non è stato facile per i cittadini falconaresi nel 1995 e , Vi assicuriamo, non lo è neanche per i cittadini che dopo 10 anni sono addirittura oggetto di diffida per le loro critiche legittime e fondate nei confronti di una situazione insostenibile sentendo ancora incombente sulla loro vita quotidiana il peso delle scelte delle Amministrazioni in sintonia con le richieste e le scelte della Soc. Api. Scelte ritenute dai cittadini ancora minacciose per la propria salute, per l’ambiente, per la propria sicurezza e per il valore dei propri beni soprattutto perché proprio in forza degli accadimenti verificatisi dal 1995 ad oggi (come i vari incidenti occorsi, con particolare riguardo a quelli del 1999 e del 2004) molte delle assicurazioni ed affermazioni fornite dalla Soc. Api in quel proclama del Marzo del 1995 possono, quanto meno, essere messe in discussione.
Ma nel riproporre questo pezzo di memoria storica – quella pagina del corriere Adriatico - che i cittadini falconaresi conservano e conserveranno da quel 1995, abbiamo tentato di farci “contaminare” dallo spirito della parodia, della satira e della risata che, come dice il filosofo Thomas Hobbes, muove la sconvenienza… degli altri!

D’altra parte questa buia stagione per l’esercizio dei DIRITTI da parte di cittadini (Diritto di critica – Diritto alla salute – Diritto ad un ambiente salubre – Diritto alla partecipazione nelle scelte – Diritto alla difesa della proprietà ecc.) dobbiamo affrontarla anche così al fine di intraprendere ogni via, di esperimentare ogni mezzo per impedire di permettere a chicchessia di intimidire cittadini o comunità di cittadini che sentono di essere progressivamente annientati da un modello di sviluppo che è sempre più difficile chiamare progresso!
NOI VIVIAMO! E per continuare a vivere abbiamo il DIRITTO di difendere la qualità della nostra vita, dobbiamo contrastare le azioni che mettono a repentaglio – sotto vari aspetti – la nostra esistenza; CI SENTIAMO NEL DIRITTO DI FARLO!
Ma  siamo investiti dalle intimidazioni verbali. Così come i cittadini del 1995; così come i cittadini della Val di Susa sono stai investiti da un vagone di botte.
E allora diciamo:

I CAVALLI SONO SEMPRE QUELLI,
CAMBIANO LE SELLE!

 
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